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Azione di regresso INAIL: quando inizia la prescrizione

La Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Istituto, confermando che l’azione di regresso INAIL si prescrive in tre anni dalla liquidazione dell’indennizzo se non viene avviato un procedimento penale per lesioni colpose. Un’azione per sole violazioni antinfortunistiche non sposta il termine.

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Azione di regresso INAIL: quando scatta la prescrizione?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32280 del 2024, ha fornito un chiarimento cruciale sui termini di prescrizione per l’azione di regresso INAIL. Questa decisione stabilisce un principio fondamentale: il termine triennale per agire contro il datore di lavoro responsabile decorre dalla liquidazione dell’indennizzo, a meno che non sia stato avviato un procedimento penale per il reato di lesioni colpose o omicidio colposo. Un processo per la sola violazione delle norme antinfortunistiche non è sufficiente a posticipare tale scadenza.

I Fatti del Caso: un’azione di regresso contestata

Il caso trae origine da un’azione di regresso avviata dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro nei confronti di un datore di lavoro. L’Istituto, dopo aver erogato un indennizzo a un lavoratore infortunato, aveva agito per recuperare le somme versate.

Tuttavia, sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello di Genova avevano respinto la domanda, ritenendola prescritta. I giudici di merito avevano osservato che, nei tre anni successivi alla liquidazione dell’indennizzo, non era stato avviato alcun procedimento penale per il reato di lesioni colpose (art. 590 c.p.) legato all’infortunio. L’esistenza di un procedimento per reati contravvenzionali, connessi alla violazione delle norme sulla sicurezza, non era stata ritenuta idonea a sospendere o spostare il termine di prescrizione. L’Istituto ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: il dies a quo della prescrizione

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 112 del D.P.R. n. 1124/1965. Questa norma regola la prescrizione dell’azione di regresso dell’INAIL, fissandola in tre anni. Il punto nodale è individuare il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il conteggio.

La legge prevede che, se viene avviato un procedimento penale per il fatto che ha causato l’infortunio, il termine di prescrizione decorre dalla conclusione di tale procedimento. La domanda posta alla Corte era la seguente: quale tipo di procedimento penale è rilevante a tal fine? È sufficiente un’indagine per reati contravvenzionali (violazione di norme sulla sicurezza), o è necessario che il procedimento riguardi specificamente il reato di lesioni o omicidio colposo, che ha come oggetto l’evento dannoso stesso?

L’Azione di regresso INAIL e la rilevanza del procedimento penale

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso dell’INAIL. I giudici hanno chiarito che il procedimento penale capace di spostare in avanti il dies a quo della prescrizione è esclusivamente quello che ha per oggetto l’accertamento del reato di lesioni colpose (art. 590 c.p.) o di omicidio colposo (art. 589 c.p.) in relazione al fatto causativo dell’infortunio.

Un procedimento penale instaurato per i soli reati contravvenzionali, seppur legati a violazioni delle norme antinfortunistiche, è considerato irrilevante a tal fine. Di conseguenza, in assenza di un’azione penale per lesioni, il termine triennale di prescrizione decorre inesorabilmente dal giorno della liquidazione dell’indennizzo al lavoratore.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha basato la sua decisione su una logica giuridica precisa e coerente con l’evoluzione del sistema normativo, fondato sull’autonomia tra giudizio civile e penale. I punti chiave del ragionamento sono i seguenti:

1. Oggetto dell’azione di regresso: L’azione di regresso si fonda sull’accertamento di una responsabilità civile del datore di lavoro. Tale responsabilità non discende dalla mera violazione di una norma antinfortunistica (il reato contravvenzionale), ma richiede la prova di tutti gli elementi costitutivi dell’illecito civile: la condotta colposa, l’evento dannoso (la lesione) e il nesso di causalità tra i due. Questi elementi coincidono con la struttura del reato di lesioni colpose.
2. Coerenza del sistema: Attendere la conclusione di un processo penale ha senso solo se tale processo verte sugli stessi fatti che sono alla base della richiesta civile. Un processo per reati contravvenzionali accerta solo la violazione di una norma, non necessariamente il nesso causale con l’infortunio. Pertanto, la sua conclusione non è determinante per il giudizio civile di regresso.
3. Conferma normativa: La Corte ha trovato una conferma indiretta della sua interpretazione nell’art. 61 del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza). Questa norma impone al pubblico ministero di informare l’INAIL dell’esercizio dell’azione penale specificamente per i delitti di omicidio colposo o lesioni personali colpose commessi in violazione delle norme sulla sicurezza, proprio per consentire all’Istituto di agire in regresso.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio di diritto di notevole importanza pratica. Per l’INAIL, significa che per poter beneficiare della sospensione del termine di prescrizione legata a un procedimento penale, è necessario che la Procura avvii un’azione per lesioni o omicidio colposo. In caso contrario, l’Istituto deve agire in sede civile entro tre anni dalla liquidazione dell’indennizzo, indipendentemente dall’esistenza di altri procedimenti penali per violazioni formali. Questa pronuncia ribadisce la separazione e l’autonomia dei giudizi, spingendo per un accertamento celere e indipendente della responsabilità civile in sede propria.

Da quando decorre il termine di prescrizione per l’azione di regresso dell’INAIL se non c’è un processo penale per lesioni?
Secondo la sentenza, se nel triennio successivo alla liquidazione dell’indennizzo non viene iniziato un procedimento penale per il reato di lesioni colpose (o omicidio colposo), il termine di prescrizione di tre anni decorre dalla data di liquidazione dell’indennizzo stesso.

Un procedimento penale per la sola violazione di norme antinfortunistiche è sufficiente a sospendere la prescrizione dell’azione di regresso?
No. La Corte ha stabilito che l’attivazione di un procedimento penale per i soli reati contravvenzionali (come la violazione di norme sulla sicurezza) è irrilevante ai fini della decorrenza della prescrizione dell’azione di regresso. Solo un procedimento per lesioni o omicidio colposo può spostare il termine.

Perché la Cassazione distingue tra reato di lesioni colpose e reati contravvenzionali ai fini del regresso?
La distinzione è fondamentale perché l’azione di regresso si basa sull’accertamento della responsabilità civile per l’evento dannoso. Il reato di lesioni colpose ha come oggetto l’accertamento della condotta, del danno e del nesso di causalità, elementi che coincidono con quelli della responsabilità civile. I reati contravvenzionali, invece, si limitano a sanzionare la violazione di una norma, senza necessariamente accertare il collegamento causale con l’infortunio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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