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Avviso di addebito: quando l’opposizione è tardiva

Un ex amministratore di una società ha contestato un’intimazione di pagamento per contributi previdenziali, sostenendo la non debenza e la prescrizione del credito. Il Tribunale di Milano ha respinto il ricorso, dichiarando l’opposizione tardiva. La corte ha stabilito che l’impugnazione sul merito della pretesa doveva essere proposta entro 40 giorni dalla notifica dei singoli avvisi di addebito, ormai divenuti definitivi. Anche l’eccezione di prescrizione è stata rigettata, data la prova di regolari atti interruttivi notificati dall’ente di riscossione.

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Avviso di Addebito e Opposizione Tardiva: Il Termine di 40 Giorni è Perentorio

Quando si riceve un avviso di addebito da un ente previdenziale, è fondamentale agire tempestivamente. Una recente sentenza del Tribunale di Milano, Sezione Lavoro, ha ribadito un principio cruciale: il termine di 40 giorni per contestare nel merito la pretesa contributiva è perentorio. Superato questo limite, la pretesa diventa definitiva e non più discutibile, come dimostra il caso che analizzeremo.

I Fatti del Caso: Contributi non Versati e Opposizione

Un imprenditore, ex amministratore di una società di ristorazione, ha impugnato un’intimazione di pagamento relativa a circa 27.000 euro di contributi dovuti alla Gestione Commercianti per gli anni dal 2013 al 2019. L’intimazione era basata su otto precedenti avvisi di addebito notificati nel corso degli anni.

Il ricorrente ha presentato diverse difese:
1. Insussistenza del presupposto impositivo: Sosteneva di aver ricoperto un ruolo puramente formale di amministratore, senza reale partecipazione all’attività d’impresa né percepire compensi. Inoltre, l’attività aziendale era di fatto cessata già nel 2014 a causa di difficoltà finanziarie.
2. Prescrizione: Ha eccepito l’estinzione del diritto dell’ente a riscuotere i contributi per il decorso del termine di prescrizione di cinque anni.

L’ente previdenziale e l’agente della riscossione si sono costituiti in giudizio, eccependo in via preliminare l’inammissibilità dell’opposizione perché tardiva.

L’Avviso di Addebito e il termine per l’opposizione

L’avviso di addebito è l’atto con cui l’ente creditore notifica al debitore l’esistenza di un debito contributivo e lo intima al pagamento. Secondo l’art. 24, comma 5, del D.Lgs. 46/1999, contro questo atto è possibile proporre opposizione nel merito davanti al Giudice del Lavoro entro il termine perentorio di 40 giorni dalla notifica.

Nel caso di specie, l’imprenditore non aveva impugnato i singoli avvisi di addebito ricevuti tra il 2016 e il 2021, ma solo la successiva intimazione di pagamento del 2024. Questa scelta si è rivelata fatale per l’esito della causa.

La Decisione del Tribunale: Perché l’Opposizione è Stata Respinta

Il Giudice del Lavoro ha respinto integralmente il ricorso, basando la sua decisione su due pilastri fondamentali: la tardività dell’opposizione nel merito e l’infondatezza dell’eccezione di prescrizione.

Le motivazioni

Il Tribunale ha chiarito che le contestazioni relative all’esistenza stessa del debito contributivo (la cosiddetta opposizione nel merito) dovevano essere sollevate entro 40 giorni dalla notifica di ciascun avviso di addebito. Non avendolo fatto, tali avvisi sono diventati definitivi, e la pretesa creditoria in essi contenuta è divenuta “irretrattabile”. L’opposizione proposta solo avverso la successiva intimazione di pagamento è stata quindi giudicata tardiva.

Il giudice ha inoltre ritenuto perfettamente valide le notifiche degli avvisi, effettuate tramite raccomandata con avviso di ricevimento, come previsto dalla normativa (art. 30 del D.L. n. 78/2010), respingendo le contestazioni informali del ricorrente sulla loro regolarità.

Anche l’eccezione di prescrizione è stata rigettata. L’agente della riscossione ha infatti dimostrato di aver notificato al debitore, nel 2018 e nel 2022, altre intimazioni di pagamento che hanno validamente interrotto il decorso del termine quinquennale. Di conseguenza, il credito non si era estinto.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale per chiunque riceva un avviso di addebito: i termini per agire sono stretti e perentori. Ignorare un avviso o attendere un atto successivo per contestarlo nel merito è una strategia rischiosa che può portare alla cristallizzazione del debito. La decisione sottolinea l’importanza di rivolgersi tempestivamente a un consulente per valutare la fondatezza della pretesa e proporre un’eventuale opposizione entro il termine di 40 giorni. Oltre tale soglia, le possibilità di difesa si riducono drasticamente, potendo contestare solo eventuali vizi formali degli atti successivi e non più la debenza delle somme richieste.

Entro quale termine va impugnato nel merito un avviso di addebito per contributi previdenziali?
L’opposizione nel merito, per contestare l’esistenza del debito, deve essere proposta davanti al Giudice del Lavoro entro il termine perentorio di 40 giorni dalla data di notifica dell’avviso di addebito.

La notifica di un avviso di addebito tramite raccomandata con avviso di ricevimento è valida?
Sì, la sentenza conferma che la notifica a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento è una modalità espressamente prevista dalla legge (art. 30 del D.L. n. 78/2010) e pienamente valida per questo tipo di atti.

Cosa succede se l’opposizione a un avviso di addebito viene presentata oltre i 40 giorni?
Se l’opposizione nel merito non viene presentata entro 40 giorni, la pretesa contributiva contenuta nell’avviso diventa definitiva e non più contestabile. L’opposizione è considerata tardiva e viene dichiarata inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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