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Autorizzazione lavoro straordinario: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15984/2025, ha stabilito che l’autorizzazione preventiva per il lavoro straordinario nel pubblico impiego è un elemento costitutivo del diritto al compenso. Di conseguenza, il lavoratore deve provarne l’esistenza. La contestazione della sua assenza da parte della Pubblica Amministrazione in appello non è un’eccezione nuova inammissibile, ma una mera difesa. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva ritenuto tardiva tale contestazione.

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Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Autorizzazione Lavoro Straordinario: Quando è Essenziale nel Pubblico Impiego?

La questione del compenso per il lavoro straordinario nel settore pubblico è da sempre delicata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: senza una preventiva e formale autorizzazione lavoro straordinario, il dipendente pubblico non ha diritto al relativo pagamento. Questa pronuncia chiarisce la natura di tale autorizzazione, definendola un elemento costitutivo del diritto, e delinea i confini tra mera difesa ed eccezione nuova in appello.

Il Caso: Dalla Richiesta di Pagamento al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine dalla richiesta di un dipendente di un’agenzia regionale, con qualifica di operaio specializzato, volta a ottenere il pagamento di una somma a titolo di lavoro straordinario svolto per un periodo di oltre cinque anni. Il Tribunale di primo grado aveva accolto parzialmente la domanda, riconoscendo al lavoratore una parte dell’importo richiesto per gli straordinari.

L’agenzia pubblica ha impugnato la decisione davanti alla Corte d’Appello, la quale ha però rigettato il gravame. Il motivo centrale del rigetto in appello risiedeva nel fatto che la Corte territoriale aveva considerato come ‘nuova’, e quindi inammissibile, la contestazione dell’ente riguardo all’assenza di una formale autorizzazione a svolgere le ore di straordinario. L’agenzia, non arrendendosi, ha proposto ricorso per Cassazione.

L’Importanza della preventiva autorizzazione lavoro straordinario

Il cuore della controversia giuridica si è concentrato sulla natura della contestazione mossa dalla Pubblica Amministrazione. Era una ‘eccezione nuova’, inammissibile in appello perché non sollevata in primo grado? Oppure era una ‘mera difesa’, sempre ammissibile, con cui si negava semplicemente l’esistenza di un fatto fondamentale per il diritto del lavoratore?

La Suprema Corte ha sposato la seconda tesi. Ha chiarito che, nel contesto del pubblico impiego contrattualizzato, il diritto al compenso per lavoro straordinario non sorge solo con l’effettivo svolgimento della prestazione oltre l’orario normale. È necessario un presupposto fondamentale: la previa autorizzazione dell’amministrazione. Questa autorizzazione non è un mero dettaglio formale, ma un atto che implica valutazioni di interesse pubblico e di compatibilità con le risorse di bilancio.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base di principi consolidati. L’autorizzazione lavoro straordinario è un ‘elemento costitutivo’ della pretesa del lavoratore. Ciò significa che è uno dei fatti che, per legge, devono necessariamente sussistere affinché il diritto al compenso possa nascere. Di conseguenza, è onere del lavoratore che agisce in giudizio non solo affermare di aver svolto lo straordinario, ma anche allegare e provare di essere stato debitamente autorizzato.

Poiché l’autorizzazione è un elemento costitutivo del diritto, la sua mancanza può essere rilevata d’ufficio dal giudice (in base al principio iura novit curia) e la sua contestazione da parte della P.A. costituisce una mera difesa. Negare l’esistenza dell’autorizzazione, infatti, equivale a negare l’esistenza stessa del diritto vantato dal lavoratore. Pertanto, la Corte d’Appello ha errato nel ritenere tale contestazione una eccezione inammissibile, in quanto non ha introdotto un nuovo tema d’indagine ma si è limitata a contestare le fondamenta della domanda originaria.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame ha importanti conseguenze pratiche. Per i dipendenti pubblici, rafforza la necessità di assicurarsi di avere sempre una formale e tracciabile autorizzazione prima di svolgere lavoro straordinario. La semplice richiesta verbale o la prassi consolidata potrebbero non essere sufficienti in sede giudiziaria. È onere del lavoratore dimostrare questo presupposto.

Per le Pubbliche Amministrazioni, la sentenza chiarisce che la difesa basata sulla mancanza di autorizzazione è un’arma potente e sempre spendibile nel processo, anche in grado di appello, per contestare le pretese dei dipendenti. La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame che tenga conto della necessità di verificare la sussistenza della prova di tale autorizzazione.

Nel pubblico impiego, è sufficiente dimostrare di aver svolto lavoro straordinario per aver diritto al compenso?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte di Cassazione, il diritto al compenso presuppone necessariamente la previa autorizzazione dell’amministrazione. Questa autorizzazione è un elemento costitutivo del diritto e deve essere allegata e provata dal lavoratore.

La Pubblica Amministrazione può contestare la mancanza di autorizzazione per lo straordinario per la prima volta in appello?
Sì. La Corte ha stabilito che la contestazione dell’assenza di autorizzazione non è un’eccezione nuova (inammissibile in appello), ma una mera difesa. Pertanto, la P.A. può legittimamente sollevarla anche nel secondo grado di giudizio per negare il fondamento della pretesa del lavoratore.

Cosa si intende per ‘elemento costitutivo’ del diritto al compenso per lavoro straordinario?
Significa che l’autorizzazione preventiva è un requisito essenziale richiesto dalla legge affinché il diritto al pagamento dello straordinario possa sorgere. In sua assenza, il diritto non viene ad esistenza e il giudice non può riconoscerlo, anche se la prestazione lavorativa è stata effettivamente svolta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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