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Autorizzazione lavoro straordinario: consenso implicito

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13661/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di autorizzazione lavoro straordinario. Il caso riguardava alcuni dipendenti di un museo che chiedevano il pagamento delle ore di straordinario svolte nei giorni festivi. La Corte d’Appello aveva negato il loro diritto, sostenendo la necessità di un’autorizzazione specifica e formale. La Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando che l’autorizzazione può essere anche implicita. È sufficiente che il lavoro sia stato svolto con il consenso del datore di lavoro e non a sua insaputa o contro la sua volontà (‘non insciente o prohibente domino’). La sentenza è stata quindi cassata con rinvio per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Autorizzazione Lavoro Straordinario: Il Consenso Implicito del Datore è Sufficiente

L’autorizzazione lavoro straordinario rappresenta da sempre un punto cruciale nei rapporti tra dipendenti e datori di lavoro. È sempre necessario un documento formale e scritto per vedersi riconosciuto il diritto alla retribuzione per le ore di lavoro extra? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara, valorizzando il principio del consenso implicito e della realtà fattuale del rapporto di lavoro, a discapito di un approccio eccessivamente burocratico.

Il Caso: Lavoro Straordinario Festivo Non Pagato

La vicenda trae origine dalla richiesta di un gruppo di lavoratori, addetti alla vigilanza presso un importante sito culturale, di ottenere il pagamento per le ore di lavoro straordinario prestate, in particolare quelle svolte durante i giorni festivi. Mentre il lavoro straordinario nei giorni feriali era stato riconosciuto, la Corte d’Appello aveva respinto la domanda relativa agli straordinari festivi.

La motivazione del rigetto si basava su un’interpretazione rigida: secondo i giudici di secondo grado, per il lavoro straordinario svolto in un giorno festivo sarebbe stata necessaria una specifica e distinta autorizzazione datoriale, che nel caso di specie mancava. Questa distinzione tra straordinario feriale e festivo è stata il fulcro del successivo ricorso in Cassazione da parte dei lavoratori.

La Decisione della Cassazione sull’Autorizzazione Lavoro Straordinario

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dei lavoratori, cassando la sentenza d’appello. Il punto centrale della decisione è che l’autorizzazione al lavoro straordinario non deve necessariamente concretizzarsi in un atto formale o scritto. Ciò che rileva è il consenso del datore di lavoro, che può essere anche implicito.

Il concetto chiave richiamato dalla Corte è quello delle prestazioni svolte non insciente o prohibente domino, ovvero non all’insaputa o contro la volontà del datore. Se l’azienda è a conoscenza del fatto che il dipendente sta prestando lavoro oltre l’orario ordinario e non si oppone, anzi accetta la prestazione, tale comportamento equivale a un’autorizzazione.

La Valenza del Consenso Datoriale

La Corte ha specificato che richiedere una ‘specifica autorizzazione datoriale’ come atto formale è un errore di diritto. Il giudice di merito non deve limitarsi a verificare la presenza di un documento, ma deve indagare se, nei fatti, vi sia stato un consenso, anche tacito, del datore di lavoro. Questo consenso integra gli estremi necessari per il riconoscimento del diritto al compenso per lo straordinario, sia esso giornaliero, settimanale o, come nel caso in esame, festivo.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Cassazione si fondano su un orientamento giurisprudenziale consolidato che mira a dare prevalenza alla sostanza del rapporto di lavoro rispetto alla forma. I giudici hanno ribadito che per ‘autorizzazione’ si intende il fatto che le prestazioni non siano state rese all’insaputa o contro la volontà del datore di lavoro. Questo consenso può essere implicito e, una volta accertato, è sufficiente a giustificare il pagamento.

Nel contesto del pubblico impiego privatizzato, la Corte aveva già chiarito che non è remunerabile solo il lavoro straordinario che sia frutto di una libera e unilaterale determinazione del dipendente, non collegata a esigenze di servizio preventivamente valutate. Al contrario, se le prestazioni extra sono rese necessarie dall’organizzazione del servizio predisposta dal datore di lavoro, l’autorizzazione si presume e il compenso è dovuto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Per i lavoratori, rafforza la tutela del diritto alla retribuzione per il lavoro effettivamente prestato, anche in assenza di una formale autorizzazione scritta. Dimostrare che il datore di lavoro era a conoscenza delle ore extra e non si è opposto diventa la chiave per ottenere il pagamento.

Per le aziende, funge da monito: non è possibile beneficiare di prestazioni lavorative straordinarie e poi rifiutarsi di pagarle trincerandosi dietro la mancanza di un pezzo di carta. È necessario un controllo efficace degli orari di lavoro e una chiara comunicazione con i dipendenti. Se lo straordinario non è desiderato, deve essere esplicitamente vietato. In caso contrario, il silenzio o la mera accettazione della prestazione lavorativa saranno considerati come un’autorizzazione implicita, con il conseguente obbligo di retribuzione.

Per il pagamento dello straordinario è sempre necessaria un’autorizzazione scritta e formale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’autorizzazione può essere anche implicita. Ciò che conta è che la prestazione non sia stata svolta all’insaputa (‘insciente’) o contro la volontà (‘prohibente domino’) del datore di lavoro.

Cosa si intende per autorizzazione implicita al lavoro straordinario?
Si intende il consenso del datore di lavoro che si desume dai fatti. Se il datore è a conoscenza che il dipendente sta svolgendo ore extra, magari perché necessarie all’organizzazione del servizio che egli stesso ha predisposto, e non si oppone, il suo comportamento equivale a un’autorizzazione.

Perché la Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello che negava lo straordinario festivo?
La Cassazione ha ritenuto errato l’approccio della Corte d’Appello, che richiedeva una ‘specifica autorizzazione’ formale per il lavoro festivo. Ha stabilito che il principio dell’autorizzazione implicita vale per ogni tipo di straordinario e che il giudice deve valutare la situazione di fatto, cioè se vi sia stato o meno il consenso del datore, invece di fermarsi alla mancanza di un documento formale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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