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Autorizzazione Giudiziale Condomino: Soluzione allo Stallo

A fronte dell’inerzia totale degli altri condomini e dell’impossibilità per qualsiasi amministratore di operare, il Tribunale di Milano, tramite un’autorizzazione giudiziale condomino, ha conferito a un singolo proprietario il potere di eseguire direttamente i lavori urgenti sulle parti comuni, anticipandone le spese e con diritto di rivalsa sugli altri.

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Pubblicato il 23 aprile 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Autorizzazione Giudiziale Condomino: La Soluzione del Tribunale all’Inerzia Assembleare

L’inerzia e l’ostruzionismo all’interno di un condominio possono portare al degrado delle parti comuni, con gravi rischi per la sicurezza e il decoro dell’edificio. Ma cosa succede quando né l’assemblea né l’amministratore riescono a prendere le decisioni necessarie? Una recente pronuncia del Tribunale di Milano offre una soluzione potente: l’autorizzazione giudiziale condomino, un provvedimento che, in casi eccezionali, consente a un singolo proprietario di agire direttamente per tutelare il bene comune. Analizziamo questo caso emblematico.

I Fatti del Caso: Un Condominio in Stato di Abbandono

La vicenda ha origine dalla richiesta di una condomina, proprietaria di un appartamento e di un box in un piccolo stabile. La situazione descritta era critica: le parti comuni versavano da anni in uno stato di completo abbandono, con problemi di sporcizia, sicurezza e ammaloramento generale. Ogni tentativo di gestione era fallito. Gli amministratori, sia interni che esterni (nominati anche a seguito di un precedente intervento del Tribunale), si erano scontrati con un muro di gomma: la maggioranza dei condomini si rifiutava sistematicamente di approvare qualsiasi spesa.

L’episodio culminante è stato un’assemblea condominiale in cui i presenti, ad eccezione della ricorrente, hanno bocciato il bilancio preventivo e negato l’autorizzazione a stipulare una polizza assicurativa per il fabbricato, portando alle dimissioni immediate dell’amministratore in carica.

Il Ricorso al Tribunale e l’Innovativa Decisione

Di fronte a questa paralisi totale, la proprietaria si è rivolta nuovamente al Tribunale ai sensi dell’art. 1105, quarto comma, del codice civile. La norma prevede che, quando non si prendono i provvedimenti necessari per l’amministrazione della cosa comune, ciascun partecipante può ricorrere all’autorità giudiziaria.

Il Tribunale di Milano, riconoscendo la situazione di stallo, ha adottato una decisione tanto rara quanto efficace. Anziché nominare l’ennesimo amministratore, che si sarebbe trovato nelle medesime condizioni di impotenza dei predecessori, ha scelto una via diversa, sfruttando gli ampi poteri discrezionali conferitigli dalla legge.

Le Motivazioni: Superare l’Ostruzionismo con un’autorizzazione giudiziale condomino

Il cuore della decisione risiede nella constatazione che il problema non era l’assenza di un amministratore, ma la volontà deliberata della maggioranza dei condomini di non autorizzare alcuna spesa. Nominare un nuovo amministratore, anche giudiziario, sarebbe stato inutile, poiché ogni sua iniziativa sarebbe stata vanificata dalla mancanza di approvazione assembleare. Il Tribunale ha ritenuto che la soluzione per uscire da questa impasse fosse autorizzare direttamente la condomina diligente a procedere. Questa autorizzazione giudiziale condomino rappresenta un’applicazione diretta e concreta dei poteri del giudice per garantire la conservazione della cosa comune, superando l’ostruzionismo della maggioranza.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Con questo decreto, il Tribunale ha autorizzato la ricorrente a provvedere in proprio, avvalendosi di imprese e professionisti di sua fiducia, a tutti gli interventi necessari per ripristinare il decoro e la sicurezza delle parti comuni. L’elenco include attività di pulizia, manutenzione del cancello, tinteggiatura, rimozione di rifiuti e di un’auto abbandonata, fino alla messa a terra dell’impianto elettrico. Inoltre, è stata autorizzata a stipulare una polizza assicurativa e a variare il codice fiscale del condominio. La ricorrente anticiperà le spese, ma avrà il diritto di recuperare le somme pro quota dagli altri condomini, ricorrendo agli strumenti giudiziari previsti per la tutela del credito in caso di mancato rimborso spontaneo. Questa pronuncia costituisce un precedente importante, offrendo uno strumento efficace a quei condomini che si trovano intrappolati nell’immobilismo altrui e dimostra come l’autorità giudiziaria possa intervenire in modo incisivo per tutelare il diritto alla corretta manutenzione e gestione dei beni comuni.

Cosa può fare un condomino se l’assemblea e l’amministratore sono completamente inerti?
Può rivolgersi al Tribunale, ai sensi dell’art. 1105 c.c., per chiedere che sia l’autorità giudiziaria a prendere i provvedimenti necessari per l’amministrazione e la conservazione delle parti comuni.

Il Tribunale può autorizzare un singolo condomino a eseguire lavori sulle parti comuni?
Sì, in situazioni eccezionali di totale stallo e ostruzionismo da parte degli altri condomini, il Tribunale può autorizzare un singolo proprietario a procedere direttamente all’esecuzione degli interventi urgenti, superando la necessità di una delibera assembleare.

Chi paga le spese per i lavori autorizzati dal Tribunale a un singolo condomino?
Le spese vengono inizialmente anticipate dal condomino autorizzato. Successivamente, egli ha il diritto di recuperarle dagli altri condomini in proporzione alle rispettive quote (pro quota), anche attraverso azioni legali in caso di mancato pagamento spontaneo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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