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Auto elettrica ZTL: multa legittima senza targa comunicata

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di una multa elevata al conducente di un’auto elettrica per accesso non autorizzato in una Zona a Traffico Limitato (ZTL). Sebbene una delibera comunale agevolasse la circolazione di tali veicoli, la Corte ha stabilito che la preventiva comunicazione della targa resta un requisito indispensabile per l’autorizzazione. La mancata comunicazione rende l’accesso in ZTL per l’auto elettrica un illecito sanzionabile, senza che si possa invocare la buona fede per una normativa in vigore da anni.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Auto Elettrica in ZTL: la Comunicazione della Targa è Obbligatoria per Evitare Multe

L’accesso con un’auto elettrica in ZTL è spesso percepito come un diritto automatico, ma una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: la semplice proprietà di un veicolo a zero emissioni non basta. Se il regolamento comunale lo prevede, la comunicazione preventiva della targa è un requisito essenziale per considerare l’accesso autorizzato. In caso contrario, la multa è pienamente legittima. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un automobilista veniva sanzionato per essere entrato in una Zona a Traffico Limitato (ZTL) della Capitale senza la necessaria autorizzazione. L’automobilista, alla guida di un veicolo a trazione completamente elettrica, impugnava il verbale sostenendo che, in base a una delibera comunale (la n. 58/2011), i veicoli elettrici potessero circolare liberamente nelle ZTL senza necessità di esporre alcun contrassegno. A suo avviso, la comunicazione della targa al Comune, che egli aveva effettuato solo dopo aver ricevuto la multa, era una mera formalità per agevolare i controlli e non un requisito per l’autorizzazione. Invocava, inoltre, la propria buona fede, lamentando una scarsa pubblicizzazione della delibera.

Sia il Giudice di Pace che il Tribunale, in sede di appello, respingevano le sue ragioni. I giudici di merito sottolineavano che la delibera era in vigore da ben cinque anni e che l’onere di comunicare la targa rispondeva a legittime esigenze di organizzazione e controllo. Di conseguenza, l’accesso senza la preventiva comunicazione era da considerarsi non autorizzato.

L’Accesso con l’Auto Elettrica in ZTL e i Motivi del Ricorso in Cassazione

L’automobilista ricorreva quindi in Cassazione, basando la sua difesa su tre argomentazioni principali:

Circolazione Autorizzata per Legge

Il ricorrente sosteneva che l’articolo 7 del Codice della Strada sanziona la circolazione “non autorizzata”. A suo parere, la delibera comunale aveva di fatto autorizzato l’accesso di tutte le auto elettriche, rendendo la comunicazione della targa un adempimento secondario e non un presupposto per la validità dell’autorizzazione stessa.

L’Eccezione di Giudicato Esterno

In secondo luogo, l’automobilista lamentava che il giudice d’appello non avesse tenuto conto di altre sentenze, passate in giudicato, che lo avevano assolto per violazioni identiche. Tali pronunce, a suo dire, avrebbero dovuto vincolare la decisione del giudice.

L’Esimente della Buona Fede

Infine, insisteva sull’applicazione dell’esimente della buona fede, affermando di aver comunicato la targa non appena venuto a conoscenza della delibera e che l’errore sulla necessità di tale adempimento preventivo era scusabile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, giudicando infondati tutti i motivi. I giudici hanno chiarito che, all’epoca dei fatti, l’accesso per un’auto elettrica in ZTL non era libero per legge, ma soggetto ad autorizzazione comunale. La delibera n. 58/2011 non aveva eliminato la necessità di autorizzazione, ma l’aveva semplificata, sostituendo un provvedimento ad hoc con la semplice comunicazione preventiva della targa. Questa comunicazione, quindi, non era una formalità, ma l’atto stesso che perfezionava l’autorizzazione. In sua assenza, la circolazione rimaneva illegittima e sanzionabile.

La Corte ha specificato che solo i veicoli per cui era stata effettuata la comunicazione preventiva potevano considerarsi autorizzati. Per quanto riguarda il giudicato esterno, il motivo è stato dichiarato inammissibile perché il ricorrente non ha dimostrato di aver sollevato correttamente l’eccezione nei gradi di merito. Infine, è stata esclusa la buona fede. La delibera era in vigore da cinque anni e, secondo la Corte, non vi erano elementi per ritenere che l’errore del conducente fosse inevitabile. La responsabilità per illecito amministrativo, infatti, è integrata dalla semplice colpa, e spetta al trasgressore dimostrare di aver fatto tutto il possibile per conformarsi alla legge.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cruciale per tutti i proprietari di veicoli ecologici: i vantaggi, come l’accesso alle ZTL, non sono mai automatici ma dipendono dalle specifiche normative locali. È dovere di ogni automobilista informarsi e adempiere a tutti gli oneri richiesti, anche a quelli che possono sembrare mere formalità, come la comunicazione della targa. Confidare in un’interpretazione estensiva delle norme o nella propria buona fede può portare a sanzioni legittime e difficilmente contestabili. Prima di accedere a una ZTL con un’auto elettrica, è fondamentale verificare il regolamento del Comune e completare ogni procedura richiesta.

Un’auto elettrica può entrare liberamente in una ZTL senza alcuna comunicazione?
No. Secondo la sentenza, anche se una delibera comunale prevede l’accesso gratuito per i veicoli elettrici, è legittimo che il Comune richieda la comunicazione preventiva della targa per fini di controllo. Senza tale comunicazione, l’accesso è considerato non autorizzato e quindi sanzionabile.

Se comunico la targa della mia auto elettrica dopo aver ricevuto la multa per l’accesso in ZTL, posso far annullare la sanzione?
No. La comunicazione della targa deve essere preventiva. Secondo la Corte, effettuarla dopo che la violazione è stata accertata non sana l’illecito e non esclude la responsabilità del conducente, poiché l’autorizzazione doveva esistere al momento del transito.

Posso invocare la buona fede se non ero a conoscenza della necessità di comunicare la targa?
È molto difficile. La Corte ha stabilito che per escludere la responsabilità, l’errore sulla liceità del comportamento deve essere inevitabile. Se la normativa locale, come una delibera comunale, è pubblica e in vigore da anni, si presume che l’automobilista, usando l’ordinaria diligenza, possa e debba conoscerla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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