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Aumento compensi avvocato: sì per atti telematici

In una complessa vicenda legale per equa riparazione da eccessiva durata del processo, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema della liquidazione delle spese legali. Pur rigettando diverse censure sul calcolo dei compensi, la Corte ha accolto il motivo relativo all’omessa pronuncia sulla richiesta di aumento compensi avvocato. È stato stabilito che il giudice deve pronunciarsi sulla richiesta di maggiorazione fino al 30% per il deposito di atti telematici “navigabili”, che facilitano la consultazione. La decisione è stata cassata con rinvio su questo specifico punto.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

L’Aumento Compensi Avvocato per Atti Telematici: Un Diritto da Non Ignorare

L’evoluzione tecnologica nel processo civile ha introdotto non solo nuovi strumenti ma anche specifici riconoscimenti economici per chi li utilizza in modo efficace. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce l’importanza di richiedere e ottenere l’aumento compensi avvocato per il deposito di atti telematici “navigabili”, confermando che il giudice non può ignorare tale richiesta. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Lunga Battaglia per le Spese Legali

La vicenda trae origine da una richiesta di equa riparazione per l’eccessiva durata di un procedimento giudiziario. Dopo un primo accoglimento parziale, la causa è diventata un complesso percorso a ostacoli processuali, con ben tre ricorsi in Cassazione incentrati quasi esclusivamente sulla corretta liquidazione delle spese legali dovute al cittadino vittorioso contro il Ministero della Giustizia. Il ricorrente ha contestato le decisioni della Corte d’Appello su vari fronti: dalla liquidazione globale dei compensi senza distinzione per fasi, all’applicazione di scaglioni tariffari ritenuti errati. Tuttavia, il punto cruciale che ha portato a una parziale vittoria è stata un’omissione specifica da parte del giudice di merito.

La Decisione della Cassazione e l’Aumento Compensi Avvocato

La Corte di Cassazione ha rigettato i primi tre motivi di ricorso, ritenendo corretto il metodo di calcolo delle spese adottato dalla Corte d’Appello per le varie fasi del giudizio. Ha però accolto il quarto motivo, che denunciava un vizio di “omessa pronuncia”. Il ricorrente aveva espressamente chiesto, sia nel precedente ricorso di legittimità sia nel successivo giudizio di riassunzione, l’applicazione della maggiorazione dei compensi prevista dall’art. 4, comma 1-bis, del D.M. n. 55/2014.

Cosa Sono gli “Atti Navigabili”?

Questa norma premia l’avvocato che redige atti telematici con “tecniche informatiche idonee ad agevolarne la consultazione o la fruizione”. In pratica, si tratta di atti che contengono indici ipertestuali, link interni e riferimenti incrociati che permettono al lettore (giudice o controparte) di “navigare” facilmente all’interno del documento e tra gli allegati. Questa strutturazione avanzata, pur richiedendo un lavoro aggiuntivo, riduce significativamente i tempi di consultazione e migliora la chiarezza dell’esposizione, giustificando un aumento del compenso fino al 30%.

Le Motivazioni

La Corte ha stabilito che, a fronte di una specifica richiesta di applicazione di tale maggiorazione, il giudice del merito ha l’obbligo di pronunciarsi. Ignorare la richiesta costituisce un vizio di omessa pronuncia (art. 112 c.p.c.), che rende la decisione illegittima. Il giudice non è obbligato ad accogliere la richiesta, ma deve valutarla e motivare la sua eventuale decisione di non concedere l’aumento. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva completamente ignorato l’istanza. Di conseguenza, la Cassazione ha annullato la decisione impugnata limitatamente a questo punto, rinviando la causa allo stesso ufficio giudiziario, in diversa composizione, affinché si pronunci sulla richiesta di maggiorazione dei compensi e regoli le spese del giudizio di legittimità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti implicazioni pratiche per gli avvocati. In primo luogo, conferma che l’aumento compensi avvocato per gli atti telematici “navigabili” è un diritto concreto, che va esplicitamente richiesto. In secondo luogo, ribadisce un principio fondamentale: il giudice deve pronunciarsi su ogni domanda formalmente proposta. L’omissione di tale dovere costituisce un errore procedurale che può essere fatto valere in sede di impugnazione. Per i legali, diventa quindi cruciale non solo adottare queste tecniche avanzate di redazione, che migliorano la qualità del lavoro, ma anche formulare con precisione la relativa richiesta di maggiorazione dei compensi nelle conclusioni dei propri atti.

Quando un avvocato ha diritto all’aumento dei compensi per l’uso di strumenti telematici?
L’avvocato ha diritto a richiedere un aumento del compenso fino al 30% quando deposita atti con modalità telematiche redatti con tecniche informatiche che ne agevolano la consultazione e la fruizione, come la ricerca testuale interna e la navigazione ipertestuale (c.d. “atti navigabili”), ai sensi dell’art. 4, comma 1-bis, del D.M. n. 55/2014.

Il giudice può ignorare la richiesta di aumento dei compensi per atti “navigabili”?
No. Secondo la Corte di Cassazione, a fronte di una espressa richiesta della parte, il giudice ha l’obbligo di pronunciarsi. L’omissione di una decisione su tale richiesta integra il vizio di omessa pronuncia e rende la sentenza impugnabile.

Come si calcolano le spese legali in un giudizio che prosegue solo per la liquidazione delle spese stesse?
Quando un giudizio prosegue in un grado successivo solo per la determinazione delle spese di lite, il valore della controversia (“disputatum”) è dato dalla differenza tra la somma liquidata nella decisione impugnata e quella richiesta dalla parte impugnante. Tale criterio, integrato da quello del valore della causa originaria (“decisum”), serve a determinare le ulteriori spese di lite del grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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