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Audizione richiedente asilo: l’obbligo del giudice

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16511/2024, ha stabilito che il giudice ha l’obbligo di disporre l’audizione del richiedente asilo quando questi ne faccia specifica richiesta per chiarire aspetti cruciali della sua storia personale, in particolare se emergono elementi legati alla tratta di esseri umani. La Corte ha cassato la decisione del Tribunale che aveva negato l’audizione, ritenendola una violazione fondamentale delle garanzie procedurali.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Il Diritto all’Audizione del Richiedente Asilo: Quando il Giudice Deve Ascoltare

L’ordinanza n. 16511/2024 della Corte di Cassazione riafferma un principio fondamentale nelle procedure di protezione internazionale: l’importanza cruciale dell’audizione del richiedente asilo. Questa decisione sottolinea come il colloquio diretto con il giudice non sia una mera formalità, ma un diritto essenziale per garantire una valutazione giusta ed equa, specialmente quando la storia del migrante coinvolge traumi complessi come la tratta di esseri umani. Analizziamo come la Suprema Corte sia giunta a questa conclusione.

I Fatti del Caso

Un cittadino nigeriano presentava domanda di protezione internazionale in Italia, raccontando di essere fuggito dal suo Paese per sottrarsi a persecuzioni di natura religiosa da parte di un gruppo dedito a pratiche magiche e superstiziose. Il suo percorso migratorio lo aveva poi portato a cadere nelle mani di trafficanti di esseri umani.
Sia la Commissione Territoriale competente che, in un secondo momento, il Tribunale di Bari rigettavano la sua richiesta, ritenendo non sussistenti i presupposti per alcuna forma di protezione. Il richiedente, allora, proponeva ricorso in Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, la violazione del suo diritto a essere ascoltato direttamente dal giudice, nonostante ne avesse fatto specifica richiesta per chiarire aspetti della sua vicenda personale ritenuti non credibili.

L’Importanza dell’Audizione Richiedente Asilo nelle Decisioni della Cassazione

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nel primo motivo di ricorso, accolto dalla Corte. Il ricorrente aveva chiesto al Tribunale di essere sentito per poter spiegare nel dettaglio le sue esperienze, in particolare l’essere stato costretto a praticare riti magici e l’essere successivamente caduto vittima di tratta per raggiungere l’Italia. Aveva inoltre specificato di voler chiarire come, secondo una prassi comune nel suo paese, i trafficanti utilizzino giuramenti a spiriti (noti come Juju) per assicurarsi la sottomissione delle loro vittime.
Il Tribunale aveva respinto questa istanza definendola “estremamente generica”. La Corte di Cassazione ha giudicato questa motivazione in netto contrasto con la realtà dei fatti. La richiesta del migrante era, al contrario, sufficientemente specifica e mirava a chiarire proprio gli elementi che erano stati posti a fondamento del diniego.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha ribadito un orientamento consolidato (richiamando, tra le altre, la sentenza Cass. 21584/2020), secondo cui il giudice, nei casi di protezione internazionale, ha l’obbligo di disporre l’audizione del richiedente a meno che non ricorrano specifiche condizioni, come una domanda manifestamente infondata. In questo caso, non solo la domanda non era infondata, ma la richiesta di audizione era dettagliata e pertinente.
Il punto dirimente, tuttavia, è stata l’allegazione della condizione di vittima di tratta. La Corte ha sottolineato che, quando emerge una simile situazione, le garanzie procedurali devono essere ancora più rigorose. Il giudice ha il dovere di valutare la credibilità della storia alla luce dei criteri specifici elaborati dall’UNHCR per le vittime di tratta, che presentano connotazioni peculiari. Questo implica un’attenzione particolare agli elementi sintomatici della tratta e un approccio più cauto nella valutazione di eventuali incongruenze.
Il Tribunale non solo ha negato l’audizione, ma ha completamente omesso di menzionare e valutare la situazione di tratta allegata dal ricorrente sin dal primo atto del giudizio. Questo, per la Cassazione, costituisce un grave vizio procedurale che inficia la validità della decisione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ha cassato il decreto del Tribunale di Bari e ha rinviato la causa allo stesso Tribunale, in diversa composizione, per una nuova valutazione. Questa ordinanza rafforza il diritto all’ascolto come pilastro del giusto processo nei procedimenti di protezione internazionale. Le implicazioni pratiche sono significative: i giudici di merito non possono liquidare le richieste di audizione come generiche se queste sono finalizzate a chiarire aspetti decisivi della domanda. Inoltre, di fronte a un’allegazione di tratta di esseri umani, il giudice è tenuto ad attivare tutte le garanzie procedurali previste, approfondendo la questione con la massima attenzione e, se richiesto, attraverso l’audizione diretta del richiedente. La testimonianza personale è uno strumento insostituibile per far emergere la verità e garantire una protezione efficace a chi ne ha diritto.

Un giudice può negare l’audizione a un richiedente asilo?
Secondo la Corte di Cassazione, il giudice può negare l’audizione solo in casi specifici, ad esempio se la domanda di protezione è manifestamente infondata o inammissibile. Se il richiedente fa una richiesta specifica per chiarire aspetti rilevanti della sua storia, il giudice ha l’obbligo di concederla.

Cosa succede se un richiedente asilo è anche una presunta vittima di tratta di esseri umani?
In questi casi, le garanzie procedurali sono ancora più stringenti. Il giudice deve valutare la credibilità della storia con particolare attenzione, utilizzando i criteri specifici per le vittime di tratta, e non può ignorare l’allegazione. L’audizione diventa uno strumento ancora più cruciale per comprendere la complessità della vicenda.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale?
La Corte ha annullato la decisione perché il Tribunale ha violato il diritto del richiedente a essere ascoltato, respingendo la sua richiesta di audizione con una motivazione inadeguata (“estremamente generica”). Inoltre, il Tribunale ha completamente omesso di considerare la grave accusa di essere stato vittima di tratta di esseri umani, un elemento centrale della storia del ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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