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Attività intra moenia: diritto al compenso e autorizzazione

Un medico otteneva un decreto ingiuntivo per il pagamento di compensi relativi alla sua attività intra moenia. L’Azienda Sanitaria si opponeva, sostenendo che le prestazioni erano state eseguite senza la necessaria autorizzazione preventiva. La Corte d’Appello negava il compenso al medico, pur riconoscendogli l’indennità di esclusività. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che l’attività intra moenia costituisce un diritto soggettivo del medico, non soggetto alla disciplina generale sugli incarichi extra-istituzionali (art. 53 D.Lgs. 165/2001). Di conseguenza, la mancata autorizzazione non comporta l’automatica perdita del compenso, ma la questione deve essere riesaminata alla luce della specifica normativa di settore e dei regolamenti interni.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Attività Intra Moenia: Diritto al Compenso Anche Senza Autorizzazione Preventiva?

L’esercizio dell’attività intra moenia da parte dei medici del Servizio Sanitario Nazionale rappresenta un tema complesso, al confine tra il diritto del professionista e gli obblighi verso la struttura pubblica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale: la spettanza del compenso al medico qualora l’attività sia stata svolta senza una preventiva autorizzazione formale. La Corte ha stabilito un principio fondamentale, differenziando nettamente la natura di questa attività da altri incarichi svolti dai dipendenti pubblici.

I Fatti del Caso

Un medico chirurgo, dipendente di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) in regime di esclusività, aveva svolto nove interventi chirurgici in attività intra moenia. Non avendo ricevuto il relativo compenso di quasi 12.000 euro, otteneva un decreto ingiuntivo nei confronti dell’ASL. L’azienda sanitaria si opponeva, chiedendo non solo la revoca del decreto ma anche, in via riconvenzionale, la restituzione dell’indennità di esclusività percepita dal medico in quei mesi. Il motivo della contestazione era la presunta mancanza di autorizzazione preventiva per l’esecuzione degli interventi.

Il Tribunale di primo grado accoglieva le ragioni dell’ASL, revocando il decreto ingiuntivo e ordinando la restituzione dell’indennità. La Corte d’Appello, invece, riformava parzialmente la decisione: pur confermando che il compenso per gli interventi non fosse dovuto per mancanza di autorizzazione, stabiliva che il medico avesse diritto a trattenere l’indennità di esclusività, in quanto legata alla scelta del rapporto di lavoro esclusivo e non al numero di prestazioni private effettuate.

La Questione Giuridica sull’Attività Intra Moenia

Il cuore della controversia, giunta all’esame della Corte di Cassazione, riguardava la qualificazione giuridica dell’attività intra moenia. Si tratta di una mera concessione dell’amministrazione, soggetta a un’autorizzazione discrezionale, la cui assenza determina la perdita del compenso? Oppure è un vero e proprio diritto soggettivo del medico, la cui disciplina sfugge alle regole generali previste per gli incarichi dei pubblici dipendenti?

La Corte d’Appello aveva basato la sua decisione sull’articolo 53, comma 7, del D.Lgs. 165/2001 (Testo Unico sul Pubblico Impiego), che prevede l’obbligo per l’amministrazione di trattenere il compenso relativo a un incarico svolto senza autorizzazione. Tuttavia, il medico ricorrente sosteneva che tale norma non fosse applicabile al suo caso, in quanto l’attività intra moenia è regolata da una normativa speciale e costituisce un diritto contrattuale del dirigente medico.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il motivo di ricorso del medico, ribaltando l’impostazione dei giudici di merito. I giudici hanno chiarito che l’esercizio dell’attività intra moenia è configurato dal legislatore come un vero e proprio diritto soggettivo del dirigente medico che opta per il rapporto di lavoro esclusivo. Questo diritto è disciplinato da un complesso di norme speciali (tra cui la L. 412/1991, il D.Lgs. 502/1992 e la contrattazione collettiva) che prevalgono sulla disciplina generale del pubblico impiego.

Di conseguenza, la Corte ha stabilito che l’articolo 53 del D.Lgs. 165/2001, che regola gli incarichi extra-istituzionali dei dipendenti pubblici, non si applica all’attività libero-professionale dei medici. Il comma 6 dello stesso articolo esclude esplicitamente dall’applicazione dei commi successivi (incluso il comma 7, che prevede la trattenuta del compenso) le categorie di dipendenti pubblici per cui disposizioni speciali consentono l’esercizio di attività libero-professionali. I dirigenti medici rientrano pienamente in questa eccezione.

La Cassazione ha quindi cassato la sentenza d’appello, rinviando la causa a un nuovo esame. Il nuovo giudice dovrà valutare la vicenda non alla luce della norma generale erroneamente applicata, ma sulla base della specifica disciplina di settore e del regolamento aziendale sull’attività intra moenia. Dovrà verificare se la violazione delle procedure interne (come il mancato rispetto di un preavviso di 15 giorni per la richiesta) possa, secondo quelle specifiche regole, comportare la perdita del compenso.

Conclusioni

L’ordinanza in esame fissa un principio di notevole importanza pratica: l’attività intra moenia non è una semplice concessione, ma un diritto del medico in rapporto di esclusività. La sua gestione non è soggetta alle sanzioni previste per gli incarichi non autorizzati dei generici dipendenti pubblici. La violazione di norme procedurali interne, come la mancata autorizzazione preventiva, non comporta automaticamente la perdita del diritto al compenso. Tale conseguenza deve essere espressamente prevista dalla normativa speciale di settore o dai regolamenti interni che disciplinano l’esercizio di tale attività. La decisione riafferma la specificità del rapporto di lavoro della dirigenza medica e la natura contrattuale del diritto a svolgere la libera professione ‘entro le mura’ della struttura sanitaria.

L’attività libero-professionale intra moenia di un medico del Servizio Sanitario Nazionale è un diritto?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’esercizio dell’attività intra moenia è configurato dal legislatore come un diritto soggettivo del medico che ha optato per il rapporto di lavoro in regime di esclusività.

Se un medico esegue interventi in regime intra moenia senza l’autorizzazione preventiva dell’ASL, perde automaticamente il diritto al compenso?
No, la mancata applicazione della disciplina generale sugli incarichi dei pubblici dipendenti (art. 53, comma 7, D.Lgs. 165/2001) implica che la violazione di una regola procedurale, come la mancata autorizzazione, non comporta l’automatica perdita del compenso. Le conseguenze di tale violazione devono essere valutate alla luce della specifica normativa di settore e dei regolamenti aziendali.

Quale norma generale non si applica alla gestione dei compensi per l’attività intra moenia dei medici?
Non si applica l’art. 53, comma 7, del D.Lgs. 165/2001 (Testo Unico sul Pubblico Impiego), il quale prevede l’obbligo per l’amministrazione di trattenere il compenso relativo a un incarico svolto da un dipendente pubblico senza la prescritta autorizzazione. Questa attività è infatti regolata da una normativa speciale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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