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Assistenza finanziaria: nullità del patto di opzione

La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un patto di opzione, in quanto parte di una complessa operazione di assistenza finanziaria illecita. La società finanziatrice aveva erogato fondi per consentire a terzi l’acquisto di proprie azioni, in violazione delle norme imperative. La Corte ha stabilito che la nullità del finanziamento si estende a tutti gli atti funzionalmente collegati, compreso il patto di opzione finalizzato al recupero delle somme.

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Assistenza Finanziaria e Nullità a Cascata: il Caso del Patto di Opzione

Nel complesso mondo del diritto societario, le operazioni di assistenza finanziaria rappresentano un terreno delicato, dove la linea tra operazione lecita e illecita è definita da regole precise. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 5264/2024) ha ribadito con forza un principio cruciale: la nullità derivante da un’operazione di assistenza finanziaria illecita non si ferma al solo atto di finanziamento, ma si estende a tutti i patti e contratti ad esso funzionalmente collegati. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti della Causa: La Complessa Operazione Societaria

Una società per azioni (la “Finanziatrice”) aveva agito in giudizio per ottenere il pagamento di 2,5 milioni di euro da due imprenditori. Tale somma era il corrispettivo previsto da un patto di opzione (di tipo pull & call) per l’acquisto del 25% del capitale di una società holding. Se in primo grado il tribunale aveva dato ragione alla Finanziatrice, la Corte d’Appello ha ribaltato completamente la decisione, dichiarando l’invalidità del patto.

La Corte d’Appello ha ricostruito una vicenda ben più articolata: il patto di opzione non era un accordo isolato, ma l’elemento di una complessa operazione. In sostanza, la Finanziatrice aveva erogato un finanziamento per consentire, tramite una società veicolo controllata dagli imprenditori, l’acquisto di un pacchetto di azioni della Finanziatrice stessa. L’operazione, quindi, configurava una violazione del divieto di assistenza finanziaria per l’acquisto di azioni proprie, posta in essere in frode alla legge.

Il Divieto di Assistenza Finanziaria e le Sue Conseguenze

L’articolo 2358 del codice civile pone limiti stringenti alla possibilità per una società di concedere prestiti o fornire garanzie per l’acquisto delle proprie azioni. La ratio della norma è duplice: proteggere l’integrità del capitale sociale e tutelare i creditori e i soci di minoranza da operazioni che potrebbero pregiudicare il patrimonio della società.

Sebbene la normativa consenta tali operazioni a determinate condizioni (come l’autorizzazione dell’assemblea straordinaria e una relazione degli amministratori), la loro assenza rende l’operazione illecita. La violazione di questa norma imperativa comporta la nullità del finanziamento ai sensi dell’art. 1418 c.c.

Le Motivazioni della Cassazione: la Nullità si Estende

La Finanziatrice ha proposto ricorso in Cassazione, contestando la ricostruzione dei fatti e la violazione di legge. Tuttavia, la Suprema Corte ha respinto il ricorso, confermando in toto la decisione d’appello.

Il punto centrale delle motivazioni della Corte è il principio del collegamento funzionale. La Cassazione ha chiarito che quando un’operazione viola una norma imperativa, la nullità colpisce non solo l’atto direttamente vietato (in questo caso, il finanziamento), ma si estende a tutti gli altri negozi giuridici che, sebbene formalmente distinti, sono strettamente collegati e concepiti per realizzare l’operazione illecita nel suo complesso.

Nel caso di specie, il patto di opzione non aveva una causa autonoma, ma era lo strumento attraverso il quale la Finanziatrice avrebbe dovuto recuperare i fondi erogati per l’illecita operazione di acquisto di azioni proprie. Era, in altre parole, funzionale all’espletamento e alla conclusione del disegno vietato dalla legge. Di conseguenza, la nullità del finanziamento ha inevitabilmente “contaminato” anche il patto di opzione, rendendolo nullo.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione è un monito importante per gli operatori del mercato. Sottolinea che la valutazione della liceità di un’operazione societaria non può fermarsi alla forma dei singoli atti, ma deve guardare alla sostanza e allo scopo economico complessivo. Quando un’operazione è architettata per aggirare una norma imperativa, come il divieto di assistenza finanziaria, la sanzione della nullità si propaga a cascata su tutti gli elementi della catena negoziale, anche quelli apparentemente leciti se considerati isolatamente. Questa pronuncia rafforza la tutela dell’integrità del capitale sociale e dei terzi, confermando che i patti funzionali a un’operazione illecita ne condividono inevitabilmente la sorte giuridica.

Quando un’operazione di finanziamento per l’acquisto di azioni proprie è considerata illegale?
Un’operazione di assistenza finanziaria è illegale quando non rispetta le specifiche condizioni previste dall’art. 2358 cod. civ., come l’autorizzazione dell’assemblea straordinaria e la predisposizione di una relazione illustrativa da parte degli amministratori. La violazione di questo divieto comporta la nullità dell’operazione.

La nullità di un finanziamento per assistenza finanziaria si estende anche ad altri contratti collegati?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la nullità, derivante dalla violazione di una norma imperativa, si estende non solo all’atto di finanziamento ma a tutti gli atti e patti funzionalmente collegati all’operazione complessiva, se ne viene dimostrato il collegamento anche tramite presunzioni.

Cos’è un patto di opzione e perché in questo caso è stato dichiarato nullo?
Un patto di opzione è un accordo che vincola una parte a una proposta contrattuale, lasciando l’altra libera di accettarla o meno. In questo caso, è stato dichiarato nullo perché non era un contratto autonomo, ma uno strumento inserito in un’operazione più ampia di assistenza finanziaria illecita, con lo scopo di permettere alla società finanziatrice di recuperare i fondi erogati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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