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Assegno per posta: concorso di colpa tra chi invia e la banca

Una società assicuratrice inviava un assegno non trasferibile tramite posta ordinaria. Il titolo veniva rubato e incassato da un truffatore presso un istituto di credito. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo un concorso di colpa. La spedizione di un assegno per posta ordinaria è stata ritenuta una condotta negligente che ha contribuito a causare il danno, riducendo così il diritto al risarcimento integrale nei confronti della banca negoziatrice, a sua volta responsabile per la mancata corretta identificazione del presentatore.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Assegno per posta: quando la colpa è anche di chi spedisce

L’invio di un assegno per posta è una pratica ancora diffusa, ma nasconde insidie significative. Cosa succede se l’assegno viene rubato e incassato da un truffatore? La responsabilità è interamente della banca che ha pagato senza le dovute verifiche? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: chi sceglie un metodo di spedizione insicuro come la posta ordinaria concorre nella colpa e vedrà ridotto il proprio diritto al risarcimento. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Una compagnia di assicurazioni emetteva un assegno circolare non trasferibile di importo considerevole (13.700,00 EUR) a favore di un proprio cliente. Per la consegna, la società sceglieva il servizio di posta ordinaria.

Come purtroppo accade in questi casi, il titolo non è mai giunto a destinazione. Veniva invece intercettato da un soggetto terzo che, utilizzando documenti falsi a nome del legittimo beneficiario, riusciva ad aprire un conto corrente presso un istituto di credito e a versare l’assegno, prelevando successivamente l’intera somma.

La società assicuratrice, emittente dell’assegno, citava quindi in giudizio la banca, ritenendola unica responsabile del danno per aver violato gli obblighi di diligenza nell’identificazione del cliente e nel consentire l’operazione. I giudici di primo grado e la Corte d’Appello, tuttavia, accoglievano solo parzialmente la richiesta, riconoscendo un concorso di colpa da parte della stessa società emittente.

Il concorso di colpa per l’invio di un assegno per posta

La questione centrale del ricorso in Cassazione verteva proprio sul concetto di concorso di colpa (art. 1227 c.c.). La compagnia assicuratrice sosteneva che l’unico comportamento illecito e causa del danno fosse quello della banca negoziatrice, che non aveva identificato correttamente il presentatore del titolo.

Secondo la ricorrente, la scelta di spedire l’assegno per posta ordinaria non poteva essere considerata una concausa del danno. La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, confermando le decisioni dei gradi precedenti e consolidando un principio ormai ben radicato nella giurisprudenza.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ribadito che la responsabilità della banca negoziatrice per il pagamento di un assegno non trasferibile a un soggetto non legittimato è pacifica e di natura contrattuale. Tuttavia, ciò non esclude che altri soggetti possano concorrere, con la loro condotta, alla causazione del danno.

Richiamando anche una precedente pronuncia delle Sezioni Unite (n. 9769/2020), la Corte ha affermato il seguente principio: la spedizione di un assegno, seppur non trasferibile, tramite posta ordinaria costituisce una condotta idonea a giustificare un’affermazione di concorso di colpa del mittente.

Il ragionamento è lineare: il servizio di posta ordinaria non garantisce la consegna sicura e tracciata del plico. Il mittente, scegliendo questo metodo, si espone volontariamente a un rischio di smarrimento o sottrazione superiore a quello che deriverebbe dall’uso di strumenti più sicuri (come la posta raccomandata o, ancora meglio, il bonifico bancario). Tale comportamento negligente costituisce un “antecedente necessario dell’evento dannoso”. In altre parole, se l’assegno non fosse stato spedito in modo così insicuro, il furto e il successivo incasso fraudolento non si sarebbero verificati.

La Corte sottolinea che chi spedisce il titolo ha un dovere di agire con comune prudenza per preservare gli interessi di tutti i soggetti coinvolti, inclusa la banca che si troverà poi a dover pagare l’assegno.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione è un monito importante per chiunque, privato o azienda, utilizzi ancora gli assegni come metodo di pagamento a distanza. La scelta del mezzo di spedizione non è neutrale: optare per la posta ordinaria significa accettare un rischio che, in caso di problemi, si tradurrà in una corresponsabilità. La conseguenza pratica è una riduzione del risarcimento ottenibile dalla banca, in proporzione alla colpa attribuita al mittente. Per evitare queste situazioni, è sempre preferibile utilizzare metodi di pagamento tracciabili e sicuri, come il bonifico bancario, che eliminano alla radice il rischio di furto e di incasso fraudolento.

Spedire un assegno non trasferibile per posta ordinaria è considerato un comportamento negligente?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che la spedizione per posta ordinaria di un assegno costituisce una condotta negligente che espone volontariamente il mittente a un rischio elevato di sottrazione del titolo, giustificando l’affermazione di un suo concorso di colpa.

Se la banca paga un assegno rubato a una persona non autorizzata, la responsabilità è solo sua?
No. Sebbene la banca sia responsabile per la violazione degli obblighi di corretta identificazione, la sua responsabilità può essere attenuata dal concorso di colpa del mittente che ha scelto una modalità di spedizione insicura come la posta ordinaria, contribuendo a creare le condizioni per il danno.

Quale principio stabilisce la Corte Suprema riguardo alla spedizione di assegni?
La Corte stabilisce che la spedizione via posta ordinaria di un assegno è una condotta che, in caso di furto e incasso fraudolento, costituisce un antecedente necessario dell’evento dannoso. Questo giustifica l’attribuzione di una parte della colpa al mittente per aver violato le regole di comune prudenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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