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Assegno nucleo familiare: onere della prova del reddito

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un lavoratore straniero per l’ottenimento dell’assegno nucleo familiare per i parenti residenti all’estero. La decisione si fonda sulla mancata allegazione e prova del requisito reddituale dell’intero nucleo, elemento costitutivo del diritto. La Corte ha stabilito che l’onere della prova grava sul richiedente e non costituisce una pratica discriminatoria, essendo un requisito richiesto a tutti i cittadini.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Assegno nucleo familiare: la prova del reddito è un requisito fondamentale

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha ribadito un principio cruciale in materia di assegno nucleo familiare: l’onere di allegare e dimostrare il possesso dei requisiti reddituali grava interamente sul richiedente. La pronuncia chiarisce che la mancata prova del reddito complessivo del nucleo familiare non è un dettaglio formale, ma un difetto che preclude l’accesso stesso alla prestazione, senza che ciò costituisca discriminazione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso di un lavoratore extracomunitario, il quale si era visto negare l’assegno nucleo familiare per i suoi familiari residenti in Senegal. La richiesta era stata respinta sia in primo grado dal Tribunale di Ravenna che in appello dalla Corte d’Appello di Bologna. La motivazione di entrambe le decisioni era la stessa: una totale carenza di allegazioni e prove riguardo al requisito reddituale, non solo del richiedente ma dell’intero nucleo familiare, considerato un elemento costitutivo del diritto.

I Motivi del Ricorso e la questione dell’onere probatorio

Il lavoratore ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due motivi principali. In primo luogo, ha sostenuto che i giudici avessero erroneamente interpretato la normativa, in particolare l’art. 2 della legge n. 153/1988 e la direttiva europea 2003/109/CE. A suo dire, il requisito del reddito sarebbe rilevante solo per quantificare l’importo dell’assegno, non per stabilire il diritto a riceverlo. Richiedere la prova del reddito dei familiari all’estero, inoltre, sarebbe una pratica discriminatoria.

In secondo luogo, il ricorrente lamentava che la Corte d’Appello non avesse esercitato i propri poteri istruttori d’ufficio per acquisire la documentazione mancante, nonostante una sua richiesta specifica.

La Decisione della Corte: l’importanza dell’allegazione dei fatti

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, giudicandolo infondato. La ratio decidendi della sentenza non risiede in una valutazione della prova, ma nel rilievo di un “assoluto difetto di allegazione” fin dal primo grado di giudizio. In altre parole, il richiedente non solo non ha provato, ma non ha nemmeno affermato nel suo ricorso iniziale quali fossero i redditi del suo nucleo familiare.

Le motivazioni

La Corte ha chiarito che il diritto all’assegno nucleo familiare è subordinato a una duplice condizione, la cui prova spetta all’interessato:

1. L’effettivo svolgimento di attività lavorativa.
2. Il possesso di un requisito reddituale specifico: la somma dei redditi da lavoro dipendente o assimilati deve essere pari ad almeno il 70% del reddito complessivo del nucleo familiare.

Questa regola, sottolineano i giudici, si applica a tutti i cittadini, italiani e stranieri, e non può quindi essere considerata discriminatoria. Anzi, consentire a un cittadino extracomunitario di accedere alla prestazione senza fornire tale prova creerebbe un trattamento di favore ingiustificato rispetto ai cittadini italiani.

I giudici hanno inoltre precisato che i poteri istruttori d’ufficio del giudice del lavoro (art. 421 c.p.c.) possono essere esercitati solo se esistono già agli atti delle “piste probatorie” significative. Nel caso di specie, mancando qualsiasi allegazione sul reddito, non vi era alcun elemento su cui il giudice potesse basare un’indagine d’ufficio.

Le conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: chi richiede l’assegno nucleo familiare ha l’onere non solo di provare, ma prima ancora di allegare in modo specifico tutti gli elementi costitutivi del proprio diritto, incluso il reddito complessivo dell’intero nucleo. Una carenza iniziale su questo punto non è sanabile nel corso del giudizio, nemmeno attraverso l’intervento d’ufficio del giudice. Questa decisione sottolinea l’importanza di presentare fin da subito una domanda completa e corredata di tutta la documentazione necessaria, per evitare il rigetto della richiesta.

Per ottenere l’assegno per il nucleo familiare è sufficiente dimostrare di essere un lavoratore?
No, non è sufficiente. La Corte ha chiarito che l’erogazione dell’assegno presuppone una duplice condizione: l’effettivo svolgimento di un’attività lavorativa e il soddisfacimento di uno specifico requisito reddituale relativo all’intero nucleo familiare.

A chi spetta l’onere di provare il requisito reddituale per l’assegno?
L’onere di allegare e provare il requisito reddituale spetta interamente al richiedente. La sentenza sottolinea che la mancanza di queste informazioni fin dall’atto introduttivo del giudizio è un difetto fondamentale che preclude l’accesso alla prestazione.

Richiedere a un cittadino extracomunitario la prova del reddito dei familiari all’estero è una pratica discriminatoria?
No. Secondo la Corte di Cassazione, trattandosi di un onere probatorio richiesto a tutti i cittadini, italiani compresi, non costituisce una discriminazione. Garantire l’accesso alla prestazione senza tale prova equivarrebbe a un trattamento di favore ingiustificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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