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Assegno nucleo familiare: onere della prova del reddito

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un cittadino extracomunitario a cui era stato negato l’assegno nucleo familiare per i parenti residenti all’estero. La Corte ha stabilito che la prova del reddito complessivo di tutto il nucleo familiare è un requisito essenziale per ottenere il beneficio e che l’onere di fornire tale prova spetta interamente al richiedente, anche se la documentazione è difficile da reperire dall’estero. La sola certificazione del reddito del lavoratore in Italia non è stata ritenuta sufficiente.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Assegno nucleo familiare: l’onere della prova del reddito familiare è sempre del richiedente

L’ordinanza in commento della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per i lavoratori stranieri residenti in Italia: la richiesta dell’assegno nucleo familiare per i parenti che vivono nel paese d’origine. La Corte ha chiarito che la dimostrazione del reddito complessivo di tutti i componenti della famiglia è un requisito fondamentale e non aggirabile, ponendo l’onere della prova interamente a carico del richiedente.

I Fatti di Causa: La Richiesta dell’Assegno per i Familiari all’Estero

Il caso riguarda un lavoratore di nazionalità senegalese, titolare di un permesso di soggiorno di lungo periodo in Italia, che aveva richiesto all’INPS l’erogazione dell’assegno per il proprio nucleo familiare, residente in Senegal. La sua domanda era stata respinta sia dal Tribunale di primo grado sia dalla Corte d’Appello. Entrambi i giudici di merito avevano motivato il rigetto sulla base della mancata prova del requisito reddituale: il lavoratore non aveva fornito un’adeguata documentazione attestante i redditi di tutti i componenti del suo nucleo familiare residente all’estero.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Di fronte alla Suprema Corte, il lavoratore ha sollevato diverse questioni. In primo luogo, ha chiesto un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sostenendo che la prassi italiana violasse il principio di parità di trattamento sancito dalla direttiva 2003/109/CE. A suo avviso, richiedere una prova del reddito familiare estero, spesso difficile da ottenere, costituiva una discriminazione.

In secondo luogo, ha lamentato l’errata interpretazione della normativa italiana (legge 153/1988), sostenendo che il reddito familiare dovesse essere considerato solo come base di calcolo per determinare l’importo dell’assegno, e non come un requisito essenziale per il riconoscimento del diritto stesso.

L’onere della prova per l’assegno nucleo familiare

Il ricorrente contestava il fatto che i giudici di merito non avessero considerato sufficiente la documentazione prodotta, come la certificazione dei suoi soli redditi percepiti in Italia. Secondo la sua tesi, questa documentazione avrebbe dovuto bastare, data l’oggettiva difficoltà di dimostrare i redditi percepiti all’estero dai suoi familiari.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo chiarimenti definitivi sulla questione. Gli Ermellini hanno stabilito che, contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, il possesso di un determinato requisito reddituale da parte dell’intero nucleo familiare è un elemento costitutivo del diritto a percepire l’assegno. Non si tratta, quindi, di una mera base di calcolo, ma di una condizione imprescindibile per accedere alla prestazione.

La funzione dell’assegno, ricorda la Corte, non è quella di integrare lo stipendio del lavoratore, ma di fornire un sostegno concreto al nucleo familiare in base al suo reale fabbisogno economico, determinato dal rapporto tra il reddito complessivo e il numero dei componenti.

Di conseguenza, l’onere della prova della sussistenza di tale requisito grava interamente sul richiedente. La Corte ha sottolineato che la legge non fa alcuna distinzione tra lavoratori italiani, europei o extraeuropei. L’obbligo di dimostrare il reddito familiare si applica a tutti indistintamente, anche quando la prova riguarda redditi prodotti all’estero. La difficoltà nel reperire tale documentazione non può snaturare la funzione dell’istituto e trasformare l’onere probatorio.

La Cassazione ha inoltre dichiarato inammissibile il motivo di ricorso relativo alla presunta mancata valutazione dei documenti, poiché il ricorrente non aveva trascritto nell’atto il contenuto specifico dei documenti stessi, violando il principio di autosufficienza del ricorso.

Conclusioni

La decisione consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso: per ottenere l’assegno per il nucleo familiare, è indispensabile fornire la prova completa e documentata del reddito di tutti i componenti della famiglia, anche se residenti all’estero. La sola certificazione del reddito del lavoratore in Italia è insufficiente. Questa pronuncia rappresenta un importante monito per i lavoratori stranieri e per chi li assiste, evidenziando la necessità di raccogliere e produrre una documentazione reddituale esaustiva proveniente dai paesi di origine per poter accedere a questa importante prestazione sociale.

La prova del reddito dell’intero nucleo familiare è un requisito obbligatorio per ottenere l’assegno nucleo familiare?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la dimostrazione del reddito complessivo di tutto il nucleo familiare è un elemento costitutivo del diritto. Non è solo una base per calcolare l’importo, ma un presupposto essenziale per poter ricevere la prestazione.

Su chi ricade l’onere di provare il reddito familiare?
L’onere della prova ricade interamente sul richiedente. Questo principio si applica a tutti i lavoratori, siano essi italiani, cittadini dell’UE o extracomunitari, anche nel caso in cui i familiari risiedano all’estero e la documentazione sia di difficile reperimento.

La sola presentazione della Certificazione Unica (ex CUD) del lavoratore è sufficiente a dimostrare il requisito reddituale?
No, la Certificazione Unica non è sufficiente. Essa attesta unicamente il reddito percepito in Italia dal singolo lavoratore e non fornisce alcuna indicazione sul reddito complessivo dell’intero nucleo familiare, che è il dato richiesto dalla legge per il riconoscimento del diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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