LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Assegno non trasferibile: deposito su conto altrui

La Cassazione ha stabilito la legittimità del deposito di un assegno non trasferibile su un conto corrente intestato a terzi, a condizione che l’operazione sia richiesta dal beneficiario stesso, che in questo caso aveva anche delega ad operare su tale conto. La banca non è responsabile della scelta del beneficiario su come disporre delle somme.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Assegno non Trasferibile: Legittimo il Deposito sul Conto di un Altro?

Un assegno non trasferibile rappresenta una garanzia fondamentale: la somma può essere incassata solo dal beneficiario. Ma cosa succede se il beneficiario chiede alla banca di versare l’importo su un conto corrente intestato a un’altra persona? L’istituto di credito è responsabile se acconsente? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1642/2024, ha fornito un chiarimento decisivo, distinguendo tra l’atto di riscossione e il successivo atto di disposizione della somma.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dall’azione legale intrapresa dall’erede di un uomo che, in vita, aveva ricevuto alcuni assegni non trasferibili a lui intestati. Invece di incassarli o versarli sul proprio conto, l’uomo aveva chiesto alla banca di accreditare le somme sul conto corrente della sua compagna, sul quale egli stesso aveva una delega a operare. Dopo il suo decesso, la figlia ha citato in giudizio la banca, sostenendo che l’operazione fosse illegittima e che l’istituto fosse responsabile per aver violato le norme sull’assegno non trasferibile.

Sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto la richiesta, ritenendo corretto l’operato della banca. La questione è quindi giunta all’esame della Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica sull’Assegno non Trasferibile

Il nucleo del ricorso si basava sulla presunta violazione dell’articolo 43 della Legge Assegni, secondo cui l’assegno non trasferibile può essere pagato solo al prenditore o, su sua richiesta, accreditato “nel suo conto corrente”. La ricorrente sosteneva che, accreditando la somma su un conto intestato a un’altra persona, la banca avesse agito illegittimamente. Si contestava inoltre che la semplice delega a operare sul conto della compagna potesse giustificare tale operazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, definendo infondati i motivi principali e inammissibili quelli relativi alla presunta donazione. Il ragionamento dei giudici si è sviluppato su alcuni punti chiave.

Distinzione tra Riscossione e Disposizione

Il punto centrale della decisione è la distinzione tra il momento della riscossione del titolo e quello della disposizione della somma. La Corte ha chiarito che, nel momento in cui il beneficiario legittimo presenta l’assegno per l’incasso, egli acquisisce la piena disponibilità del denaro.

La richiesta di versare tale somma su un conto diverso dal proprio non è un’operazione di incasso anomala, ma un legittimo atto di disposizione del proprio patrimonio. In altre parole, il beneficiario ha di fatto “incassato” la somma e ha contestualmente dato istruzioni alla banca su come utilizzarla, ovvero versandola sul conto della compagna.

La Corte afferma che la banca non è responsabile per la scelta del titolare del credito, così come non lo sarebbe se il beneficiario avesse prelevato i soldi in contanti e li avesse poi versati su un altro conto.

La Funzione della Clausola “Non Trasferibile”

I giudici hanno ribadito che la finalità della clausola “non trasferibile” è quella di impedire la circolazione del titolo a soggetti non legittimati. Essa garantisce che solo il beneficiario indicato possa riscuotere la somma. Una volta che il beneficiario è stato identificato e ha presentato l’assegno, lo scopo della clausola è stato raggiunto. La legge non intende limitare il modo in cui il beneficiario, una volta entrato in possesso virtuale della somma, decide di disporne.

Inammissibilità delle Questioni sulla Donazione

La ricorrente aveva anche sollevato, per la prima volta in appello, la questione che l’operazione costituisse una donazione nulla per vizio di forma. La Cassazione ha dichiarato questo motivo inammissibile. La nullità di un atto può essere rilevata d’ufficio dal giudice solo se quell’atto è il fondamento della domanda. In questo caso, la domanda era basata sulla responsabilità della banca, non sulla validità della presunta donazione tra il padre e la sua compagna, che costituiva un rapporto del tutto estraneo al giudizio.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione stabilisce un principio di grande rilevanza pratica: la banca che, su espressa richiesta del beneficiario di un assegno non trasferibile, accredita la somma su un conto intestato a un terzo agisce legittimamente. La responsabilità dell’istituto di credito si ferma all’identificazione del legittimo prenditore del titolo. Le scelte successive su come disporre del denaro rientrano nella sfera di autonomia del cliente, e la banca non ha il ruolo di controllore o tutore delle sue decisioni patrimoniali.

È possibile versare un assegno non trasferibile su un conto corrente non intestato al beneficiario?
Sì, è possibile a condizione che sia lo stesso beneficiario a richiederlo. La Corte di Cassazione ha chiarito che questa operazione equivale a un atto di disposizione della somma legittimamente riscossa, non a una violazione delle regole di incasso.

Qual è la responsabilità della banca in caso di versamento di un assegno non trasferibile su conto di terzi?
La banca non è responsabile se ha correttamente identificato il beneficiario dell’assegno e ha agito su sua esplicita istruzione. La sua responsabilità è limitata a garantire che il pagamento sia effettuato al soggetto legittimato, non a controllare come quest’ultimo decida di utilizzare il denaro.

A cosa serve la clausola “non trasferibile” su un assegno?
La clausola “non trasferibile” serve a impedire che l’assegno venga ceduto o girato a persone diverse dal beneficiario originale. Il suo scopo è garantire che solo la persona o l’entità indicata come prenditore possa incassare la somma, aumentando la sicurezza del titolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati