LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Assegno non trasferibile: colpa e concorso del mittente

Un’assicurazione spedisce un assegno non trasferibile tramite posta ordinaria, che viene poi incassato da un soggetto non legittimato. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8253/2024, ha stabilito che, sebbene l’intermediario sia responsabile per non aver verificato con adeguata diligenza l’identità del presentatore, anche il mittente è corresponsabile del danno per aver scelto una modalità di spedizione non sicura. Si configura quindi un concorso di colpa che riduce il risarcimento dovuto dall’intermediario.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Assegno non trasferibile spedito per posta: di chi è la colpa se viene pagato alla persona sbagliata?

La gestione di un assegno non trasferibile richiede massima attenzione sia da parte di chi lo emette e spedisce, sia da parte di chi lo paga. Ma cosa succede se il titolo, inviato tramite posta ordinaria, viene sottratto e incassato da un truffatore? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come la responsabilità del danno debba essere ripartita tra la banca (o l’ufficio postale) e il mittente del titolo.

I Fatti di Causa

Una compagnia di assicurazioni conveniva in giudizio un noto operatore di servizi postali, chiedendo il risarcimento di una somma di oltre 6.000 euro. La compagnia aveva richiesto l’emissione di un assegno bancario non trasferibile a favore di un proprio cliente. L’assegno, tuttavia, veniva pagato a un soggetto diverso dall’effettivo beneficiario.

Secondo la compagnia assicurativa, l’operatore postale era responsabile per aver violato le norme sulla negoziazione degli assegni, effettuando il pagamento a una persona non legittimata. L’operatore si difendeva sostenendo di aver correttamente identificato il presentatore, il quale aveva poi richiesto l’apertura di un libretto di risparmio per versare l’importo.

Mentre il Tribunale di primo grado rigettava la domanda dell’assicurazione, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, dichiarando l’operatore postale responsabile per non aver fornito una prova liberatoria sufficiente a dimostrare di aver agito con la dovuta diligenza. La questione giungeva così dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’assegno non trasferibile

La Suprema Corte ha affrontato il caso esaminando due motivi di ricorso. Ha rigettato il primo, confermando la colpa dell’operatore postale, ma ha accolto il secondo, riconoscendo un concorso di colpa da parte della compagnia assicurativa mittente. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è stata cassata con rinvio, affinché un nuovo giudice valuti il caso tenendo conto della corresponsabilità del mittente.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha sviluppato il suo ragionamento su due punti fondamentali.

La Colpa dell’Operatore Postale nella Verifica dell’Identità

Il primo motivo di ricorso, con cui l’operatore postale sosteneva di aver agito con la diligenza richiesta, è stato respinto. La Cassazione ha ribadito che la responsabilità dell’intermediario che paga un assegno non trasferibile a una persona diversa dal beneficiario ha natura contrattuale. Per liberarsi da tale responsabilità, l’intermediario deve provare di aver agito con la diligenza professionale del “bonus argentarius”, ovvero dell’accorto banchiere.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente ritenuto insufficiente la semplice identificazione tramite carta d’identità e codice fiscale. Quest’ultimo, infatti, non è un documento di identificazione valido perché privo di fotografia. Inoltre, l’operatore postale non aveva dimostrato che il presentatore fosse un cliente abituale o che l’operazione rientrasse in un flusso economico conosciuto. Aprire un libretto appositamente per incassare l’assegno non era un elemento sufficiente a escludere la colpa.

Il Concorso di Colpa del Mittente per la Spedizione con Posta Ordinaria

Il secondo motivo di ricorso è stato invece accolto. La Cassazione ha affermato che la spedizione di un assegno non trasferibile tramite posta ordinaria costituisce una condotta negligente da parte del mittente. Questa modalità di invio espone il titolo a un rischio di smarrimento o sottrazione superiore a quello che si avrebbe utilizzando metodi più sicuri, come la posta raccomandata o assicurata.

Richiamando un precedente delle Sezioni Unite (sent. n. 9769/2020), la Corte ha stabilito che tale condotta imprudente è un “antecedente necessario dell’evento dannoso”. In altre parole, la negligenza del mittente concorre con quella dell’intermediario nel causare il danno. La colpa dell’operatore postale nel pagare l’assegno non interrompe il nesso di causalità con la condotta iniziale del mittente. Pertanto, la Corte d’Appello ha sbagliato a escludere il concorso di colpa della compagnia assicurativa.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza pratica: la responsabilità per il pagamento di un assegno a un soggetto non legittimato non ricade esclusivamente sull’intermediario. Anche il mittente ha il dovere di agire con prudenza, scegliendo modalità di spedizione sicure che minimizzino il rischio di furto o smarrimento.

La decisione implica che, in casi simili, il risarcimento del danno dovuto dall’intermediario potrà essere ridotto in proporzione alla colpa del mittente, secondo quanto previsto dall’art. 1227 del Codice Civile. Si tratta di un monito per chiunque utilizzi assegni come strumento di pagamento: la sicurezza nella trasmissione del titolo è un obbligo che non può essere trascurato.

Chi è responsabile se un assegno non trasferibile viene pagato alla persona sbagliata?
La responsabilità è condivisa. L’intermediario (banca o ufficio postale) è responsabile se non ha verificato con la massima diligenza l’identità del presentatore. Tuttavia, anche il mittente è corresponsabile (concorso di colpa) se ha spedito l’assegno con una modalità non sicura come la posta ordinaria.

Spedire un assegno non trasferibile con posta ordinaria è considerato una negligenza?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la spedizione per posta ordinaria di un assegno, anche se non trasferibile, costituisce una condotta imprudente che espone il mittente a un rischio superiore al normale e contribuisce a causare l’eventuale danno da pagamento illegittimo.

Quali controlli deve fare l’operatore postale o bancario prima di pagare un assegno non trasferibile?
L’operatore deve applicare la diligenza professionale qualificata. Non è sufficiente controllare un documento d’identità e il codice fiscale. È necessario valutare tutte le circostanze, come la conoscenza del cliente e la coerenza dell’operazione, per identificare con ragionevole certezza il beneficiario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati