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Assegno familiare: prova del reddito è essenziale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un cittadino extracomunitario per l’ottenimento dell’assegno familiare, confermando che la mancata prova del requisito reddituale sin dal primo grado di giudizio impedisce il riconoscimento del diritto. La Corte ha sottolineato che l’onere della prova grava sul richiedente e che la produzione di nuovi documenti in appello è ammessa solo in circostanze eccezionali, non riscontrate nel caso di specie.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Assegno Familiare: La Prova del Reddito è un Onere Indispensabile

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 5804 del 2025, ribadisce un principio fondamentale per chi richiede l’assegno familiare: la dimostrazione del possesso dei requisiti di legge, in particolare quello reddituale, è un onere che spetta interamente al cittadino. Questa pronuncia chiarisce che le omissioni probatorie nel primo grado di giudizio non possono essere sanate facilmente in appello, delineando confini precisi per l’ammissione di nuove prove.

I Fatti del Caso

Un lavoratore di origine extracomunitaria si era visto negare, sia in primo grado che in appello, il diritto a percepire l’assegno familiare per i suoi familiari residenti nel paese d’origine. La motivazione del rigetto era netta: il richiedente non aveva fornito alcuna prova documentale del reddito complessivo del suo nucleo familiare, un requisito essenziale per la concessione del beneficio. In sede di appello, il lavoratore aveva tentato di rimediare chiedendo di poter depositare la Certificazione Unica (CUD), ma la Corte territoriale aveva respinto la richiesta, giudicandola tardiva.

La Decisione della Cassazione e l’onere della prova per l’assegno familiare

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso del lavoratore. La Suprema Corte ha colto l’occasione per riaffermare due principi cardine del diritto previdenziale e processuale.

Il Requisito Reddituale come Elemento Costitutivo

Contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, il requisito reddituale non è un mero parametro per calcolare l’importo dell’assegno, ma un elemento costitutivo del diritto stesso. La legge (art. 2, d.l. n. 69/1988) stabilisce che l’erogazione dell’assegno familiare è subordinata a una duplice condizione: lo svolgimento effettivo di un’attività lavorativa e il rispetto di una specifica composizione del reddito familiare (la somma dei redditi da lavoro dipendente, pensione o altre prestazioni previdenziali deve essere superiore al 70% del reddito complessivo del nucleo). La mancanza di prova su questo punto impedisce la nascita stessa del diritto.

La Produzione di Nuovi Documenti in Appello

Il secondo punto cruciale riguarda le regole processuali. La Cassazione ha spiegato che la possibilità di produrre nuovi documenti in appello non è una facoltà illimitata. Sebbene non vi sia una preclusione assoluta, l’ammissione di nuove prove è subordinata alla loro indispensabilità ai fini della decisione e, soprattutto, alla presenza di “significative piste probatorie” già emerse nel corso del primo grado. Nel caso specifico, il ricorrente non aveva fornito alcun elemento, nemmeno indiziario, riguardo alla propria situazione reddituale, rendendo la richiesta di deposito del CUD in appello un tentativo tardivo e inammissibile di colmare una lacuna probatoria originaria.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su un orientamento giurisprudenziale consolidato. I giudici hanno ribadito che l’onere della prova, secondo l’art. 2697 del Codice Civile, grava su chi afferma un diritto. Non spetta al giudice ricercare d’ufficio le prove che la parte aveva l’obbligo di fornire. Tale principio, sottolinea la Corte, si applica indistintamente a cittadini italiani ed extracomunitari, escludendo qualsiasi profilo di discriminazione. La richiesta di dimostrare il proprio reddito è un dovere che incombe su chiunque chieda un beneficio economico allo Stato. L’appello non può trasformarsi in una seconda occasione per costruire da zero un quadro probatorio che doveva essere definito sin dall’inizio del giudizio.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza lancia un messaggio chiaro: le domande per ottenere prestazioni sociali come l’assegno familiare devono essere preparate con la massima cura e completezza fin dalla fase iniziale. È fondamentale allegare immediatamente tutta la documentazione necessaria a dimostrare il possesso dei requisiti richiesti dalla legge, in particolare quelli reddituali. Affidarsi alla possibilità di integrare le prove in un secondo momento è una strategia rischiosa e, come dimostra questo caso, spesso perdente. Per i lavoratori e i loro consulenti, la lezione è di non sottovalutare mai l’importanza di un fascicolo completo sin dal primo atto del processo.

Il requisito reddituale è un elemento fondamentale per ottenere l’assegno familiare?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che il rispetto dei limiti e della composizione del reddito familiare è una condizione costitutiva del diritto, la cui prova è necessaria per ottenere il beneficio.

Su chi ricade l’onere di dimostrare il possesso dei requisiti per l’assegno familiare?
L’onere della prova grava interamente sul richiedente. È sua responsabilità fornire tutti i documenti necessari per dimostrare di avere diritto alla prestazione, senza che il giudice debba attivarsi per ricercare d’ufficio tali prove.

È possibile presentare nuovi documenti, come una certificazione dei redditi, per la prima volta in appello?
No, di norma non è possibile. La produzione di nuovi documenti in appello è un’eccezione ammessa solo se tali documenti sono indispensabili per la decisione e se nel processo di primo grado erano già emersi elementi o indizi (piste probatorie) che ne giustificassero l’acquisizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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