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Assegno di divorzio: quando la convivenza lo annulla?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6111/2024, ha rigettato il ricorso di un ex marito che chiedeva la revoca dell’assegno di divorzio. La Corte ha ribadito che la nuova convivenza dell’ex coniuge beneficiario non comporta l’automatica estinzione dell’assegno. È onere di chi richiede la revoca dimostrare un effettivo e stabile miglioramento economico derivante dalla nuova unione.

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Assegno di divorzio e nuova convivenza: cosa dice la Cassazione?

La fine di un matrimonio porta con sé questioni delicate, tra cui la determinazione dell’assegno di divorzio. Ma cosa succede se l’ex coniuge che lo percepisce inizia una nuova convivenza? Questo fa cessare automaticamente il suo diritto? A questa domanda ha risposto la Corte di Cassazione con la recente ordinanza n. 6111 del 2024, delineando principi chiari sulla revisione delle condizioni di divorzio.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Revoca dell’Assegno

La vicenda giudiziaria nasce dalla richiesta di un ex marito di revocare l’obbligo di versare l’assegno di mantenimento alla sua ex moglie. Inizialmente, il Tribunale gli aveva dato ragione, sospendendo il versamento. La Corte d’Appello, tuttavia, ha ribaltato la decisione, ripristinando l’obbligo. Secondo i giudici d’appello, non erano intervenute modifiche sostanziali nelle condizioni economiche delle parti tali da giustificare la revoca. Anzi, il giudice di primo grado aveva commesso un errore di calcolo, non considerando che le finanze dei due ex coniugi erano rimaste pressoché invariate rispetto al momento del divorzio. L’uomo ha quindi deciso di portare la questione fino in Corte di Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse ignorato elementi cruciali come la nuova convivenza dell’ex moglie e le spese che lui sosteneva per la figlia maggiorenne.

La Decisione della Corte: i presupposti per la revisione dell’assegno di divorzio

La Suprema Corte ha respinto il ricorso dell’ex marito, confermando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire alcuni principi fondamentali in materia di assegno di divorzio.

La Nuova Convivenza Non Basta

Il punto centrale della decisione è che l’instaurazione di una convivenza more uxorio da parte del coniuge beneficiario non comporta, di per sé, la perdita automatica del diritto all’assegno. A differenza di un nuovo matrimonio, che estingue definitivamente tale diritto, la convivenza è considerata una situazione di fatto, potenzialmente neutra dal punto di vista economico. Per ottenere una revisione o la revoca dell’assegno, l’ex coniuge obbligato al versamento deve fornire una prova rigorosa. Deve dimostrare che la nuova relazione ha determinato un mutamento “in melius”, ovvero un miglioramento concreto e stabile delle condizioni economiche del beneficiario. Questo può avvenire tramite un contributo economico diretto del nuovo partner o attraverso un significativo risparmio di spesa derivante dalla vita in comune. La semplice circostanza di convivere non è sufficiente.

Le Spese per i Figli Maggiorenni

La Corte ha anche chiarito un altro aspetto. Le somme versate per il mantenimento di figli maggiorenni, specialmente se erogate per spirito di liberalità (come nel caso di un prestito), non possono essere usate come motivo per ridurre l’assegno di divorzio dovuto all’ex coniuge. Si tratta di obbligazioni distinte, basate su presupposti diversi.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il diritto all’assegno divorzile permane anche in caso di convivenza, a meno che non si verifichino i presupposti per la revisione stabiliti dall’art. 9 della legge sul divorzio. Il principio cardine è che l’onere della prova grava interamente sulla parte che chiede la modifica. Quest’ultima non può limitarsi a provare l’esistenza di una nuova relazione, ma deve dimostrare l’impatto economico positivo e consolidato che tale relazione ha sulla vita dell’ex partner. La valutazione del giudice deve basarsi su un’analisi complessa delle circostanze specifiche del caso, considerando se la convivenza ha effettivamente ridotto o eliminato lo squilibrio economico che giustificava l’assegno in origine.

Le Conclusioni

In conclusione, questa ordinanza rafforza un principio di stabilità e certezza nei rapporti post-coniugali. La revoca dell’assegno di divorzio non è una conseguenza automatica di nuove scelte di vita personali, ma richiede una prova concreta del mutamento delle condizioni economiche. L’ex coniuge che intende chiedere la revisione deve essere pronto a dimostrare, con fatti e documenti, che la nuova unione del beneficiario ha effettivamente alterato in meglio la sua situazione finanziaria, rendendo non più necessario, o necessario in misura ridotta, il supporto economico.

Una nuova convivenza dell’ex coniuge fa perdere automaticamente il diritto all’assegno di divorzio?
No, a differenza di un nuovo matrimonio, la semplice instaurazione di una convivenza “more uxorio” non comporta l’automatica perdita del diritto all’assegno di divorzio. La sua revisione è possibile solo se sussistono i presupposti di legge.

Chi deve dimostrare che la nuova convivenza ha migliorato la situazione economica dell’ex coniuge?
L’onere della prova spetta interamente alla parte che è obbligata a versare l’assegno e che ne chiede la revoca o la riduzione. Deve dimostrare che la convivenza ha determinato un mutamento migliorativo, consolidato e protratto nel tempo, nelle condizioni economiche del beneficiario.

Le spese sostenute per un figlio maggiorenne possono giustificare una riduzione dell’assegno di divorzio dovuto all’ex coniuge?
No, secondo la Corte, le elargizioni fatte al figlio maggiorenne per spirito di liberalità o per soddisfare esigenze ulteriori rispetto a quelle poste a base dell’assegno di mantenimento per il figlio, non possono giustificare una riduzione o detrazione dall’assegno dovuto all’ex coniuge, trattandosi di obbligazioni con titoli diversi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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