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Assegno circolare: la consegna estingue l’obbligo?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21053/2024, ribadisce un principio fondamentale in materia di obbligazioni pecuniarie. La consegna di un assegno circolare al creditore è sufficiente per estinguere il debito, poiché conferisce al creditore la disponibilità giuridica immediata della somma, a prescindere dal momento dell’effettivo incasso. Tuttavia, la Corte ha cassato la sentenza d’appello per un vizio di ‘motivazione apparente’ riguardo a questioni connesse alla gestione di un mandato, sottolineando la necessità per i giudici di fornire un ragionamento logico e comprensibile a fondamento delle proprie decisioni.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Assegno Circolare: la Semplice Consegna Libera dal Debito?

Il pagamento tramite assegno circolare è una pratica comune, considerata sicura e affidabile. Ma cosa succede se il creditore, pur ricevendo l’assegno, non lo incassa? Il debito può considerarsi estinto? A questa domanda cruciale ha dato una risposta chiara e definitiva la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 21053 del 27 luglio 2024, consolidando un principio fondamentale in materia di obbligazioni pecuniarie.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria trae origine dalla cessione della nuda proprietà di una partecipazione societaria. Il prezzo della vendita, pari a 375.000 euro, era stato corrisposto all’alienante mediante la consegna di un assegno circolare. Successivamente, però, sorgeva una controversia: l’erede della venditrice sosteneva che il debito non fosse stato estinto, in quanto la somma, pur essendo stata formalmente incassata, era stata immediatamente trasferita su un conto intestato all’avvocato che aveva curato l’operazione. Di conseguenza, veniva richiesta in giudizio la risoluzione del contratto per inadempimento.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto tale domanda, affermando che la consegna del titolo di credito fosse di per sé sufficiente a estinguere l’obbligazione di pagamento. La questione è quindi giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato il caso sotto due profili distinti, giungendo a una decisione composita. Da un lato, ha dichiarato inammissibile il motivo di ricorso relativo alla presunta violazione delle norme sul pagamento. Dall’altro, ha accolto i motivi relativi a un vizio di motivazione della sentenza d’appello su un aspetto diverso della causa, ossia la richiesta di rendiconto del mandato professionale.

In sintesi, la Corte ha:
1. Confermato il principio secondo cui la consegna di un assegno circolare estingue l’obbligazione.
2. Annullato la sentenza d’appello per ‘motivazione apparente’, in quanto i giudici non avevano spiegato in modo logico e comprensibile le ragioni per cui alcune operazioni fossero state escluse dal rapporto di mandato tra la parte e il suo legale.

Di conseguenza, il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per un nuovo esame limitatamente ai punti oggetto di annullamento.

Le Motivazioni

Analizziamo nel dettaglio il ragionamento seguito dai giudici di legittimità, che tocca due temi di grande rilevanza pratica.

Validità del Pagamento con Assegno Circolare

La Corte ha ribadito con forza l’orientamento, già espresso dalle Sezioni Unite nel 2007 (sent. n. 26617), secondo cui nelle obbligazioni pecuniarie, il pagamento tramite assegno circolare è un mezzo di estinzione del debito pienamente valido ed efficace. L’effetto liberatorio per il debitore non si produce al momento dell’effettivo incasso da parte del creditore, ma nel momento in cui quest’ultimo acquista la concreta disponibilità giuridica della somma.

La consegna del titolo è il momento chiave: da quell’istante, il creditore può disporre liberamente della somma, presentandolo per l’incasso. L’assegno circolare, essendo emesso da una banca che ne garantisce la copertura, offre una sicurezza quasi pari a quella del denaro contante. Il rischio di ‘inconvertibilità’ (cioè il rarissimo caso in cui la banca emittente non onori il titolo) rimane a carico del debitore, ma questa eventualità rappresenta un’eccezione che non inficia la regola generale. Pertanto, la pretesa del ricorrente di subordinare l’estinzione del debito all’effettivo incasso è stata respinta, in quanto contraria a un principio ormai consolidato.

Il Vizio di Motivazione Apparente

Se sul tema dell’assegno circolare la Corte ha confermato la decisione di merito, ha invece censurato aspramente la motivazione della sentenza d’appello su un altro punto. La Corte d’Appello aveva escluso che la gestione della cessione e del relativo pagamento rientrasse nel mandato professionale conferito al legale, sostenendo che si trattasse di ‘un’operazione condotta direttamente’ dalla cliente per ‘ragioni di fondo che non rilevano, ma che ben possono essere ipotizzate nell’ambito della conflittualità allora in atto’.

Secondo la Cassazione, questa non è una vera motivazione, ma una ‘motivazione apparente’. Affermazioni così generiche, elusive e basate su mere ipotesi non consentono di comprendere l’iter logico-giuridico seguito dal giudice per arrivare a quella conclusione. Una sentenza deve spiegare le sue ragioni in modo chiaro e controllabile. Quando ciò non avviene, la motivazione è solo una facciata vuota, e la sentenza è nulla. Questo vizio ha portato alla cassazione della decisione e al rinvio per un nuovo giudizio.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre due importanti lezioni. La prima, di carattere sostanziale, è la conferma che la consegna di un assegno circolare è un metodo di pagamento sicuro che libera il debitore, poiché trasferisce immediatamente al creditore il potere di disporre della somma. La seconda, di natura processuale, è un monito per i giudici di merito: le sentenze devono essere fondate su un ragionamento trasparente e comprensibile. Una motivazione vaga o basata su congetture non è sufficiente e può portare all’annullamento della decisione, garantendo il diritto delle parti a una giustizia le cui ragioni siano sempre chiare e verificabili.

La semplice consegna di un assegno circolare è sufficiente a estinguere un debito?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’obbligazione si estingue con la consegna del titolo, perché da quel momento il creditore acquisisce la disponibilità giuridica della somma e può procedere all’incasso. L’effettivo accredito del denaro è un momento successivo che non incide sull’avvenuto pagamento.

Cosa si intende per ‘motivazione apparente’ di una sentenza?
Si ha una ‘motivazione apparente’ quando il giudice, pur scrivendo delle ragioni a sostegno della sua decisione, usa frasi talmente generiche, contraddittorie, illogiche o basate su mere ipotesi da rendere impossibile comprendere il percorso logico seguito. È un vizio che determina la nullità della sentenza.

In caso di pagamento con assegno circolare, chi sopporta il rischio che la banca emittente non paghi?
Il rischio di inconvertibilità dell’assegno (cioè il mancato pagamento da parte della banca) rimane a carico del debitore. Il debitore si libera solo con il ‘buon fine’ dell’operazione, ovvero quando il titolo viene regolarmente onorato. Tuttavia, questo non cambia il principio che l’effetto liberatorio, in condizioni normali, si produce con la consegna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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