LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Assegno ad personam: bonus esclusi dal calcolo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14327/2024, ha stabilito che le voci retributive variabili, come i premi di produttività, non possono essere incluse nel calcolo dell’assegno ad personam. Questo assegno, garantito ai dipendenti pubblici in caso di trasferimento tra amministrazioni, serve a proteggere solo le componenti fisse e continuative dello stipendio. La controversia nasceva dalla richiesta di un gruppo di dipendenti, transitati da un ente soppresso a un ministero, di includere nell’assegno il “trattamento migliorativo dei servizi”. La Corte ha chiarito che tale emolumento, essendo legato al raggiungimento di obiettivi e quindi incerto sia nell’esistenza che nell’importo, non possiede i requisiti di fissità e continuità richiesti dalla legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Assegno ad personam: la Cassazione esclude i bonus di produttività

Nel contesto della mobilità nel pubblico impiego, la tutela della retribuzione è un tema centrale. L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 14327/2024 offre un chiarimento fondamentale su quali voci dello stipendio debbano essere salvaguardate tramite l’assegno ad personam. La Corte ha stabilito che le componenti variabili e legate alla performance, come i bonus di produttività, non rientrano in questa tutela, destinata unicamente agli elementi fissi e continuativi della retribuzione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal trasferimento di un gruppo di dipendenti da un ente pubblico, successivamente soppresso, alle dipendenze di un Ministero. La normativa che disciplinava questo passaggio prevedeva la conservazione del trattamento retributivo in godimento attraverso l’istituzione di un assegno ad personam riassorbibile, calcolato sulla base delle “voci fisse e continuative”.

I lavoratori lamentavano che l’Amministrazione, nel calcolare l’assegno, avesse escluso illegittimamente il “trattamento migliorativo dei servizi”, un emolumento che essi ritenevano parte integrante e stabile della loro retribuzione. Mentre i giudici di merito avevano parzialmente accolto le loro istanze, l’Amministrazione ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo la natura variabile e non continuativa di tale voce.

L’Assegno ad Personam e la Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Amministrazione, ribaltando la decisione della Corte d’Appello. Il punto cruciale della decisione risiede nella distinzione tra trattamento economico fondamentale e trattamento economico accessorio.

L’assegno ad personam, spiegano i giudici, ha lo scopo di proteggere il lavoratore dalla perdita economica derivante dal passaggio a un nuovo regime contrattuale, ma questa protezione si estende solo ai compensi che hanno carattere di certezza, stabilità e continuità. Non copre, invece, gli emolumenti la cui erogazione è incerta sia nell’esistenza (an) che nell’importo (quantum), poiché legati a fattori variabili come il raggiungimento di obiettivi o la performance individuale e collettiva.

Le Motivazioni: Perché il Bonus Produttività è Escluso?

La Corte ha analizzato la natura del “trattamento migliorativo dei servizi”, riconducendolo alle politiche di incentivazione della produttività previste dall’art. 25 del CCNL di comparto. Tale emolumento è, per sua natura, variabile. La sua erogazione dipende da una serie di condizioni:

1. Raggiungimento di obiettivi: È collegato a progetti e obiettivi individuali e collettivi, il cui conseguimento deve essere verificato.
2. Valutazione della performance: L’importo effettivamente percepito da ogni dipendente è determinato da una valutazione annuale e dalla sua presenza in servizio.
3. Disponibilità di fondi: L’erogazione è subordinata allo stanziamento annuale delle risorse nel Fondo unico di Amministrazione.

Queste caratteristiche, secondo la Cassazione, privano l’emolumento della natura “fissa e continuativa” richiesta dalla legge (art. 14, comma 26 octies, del D.L. 98/2011) per poter essere incluso nella base di calcolo dell’assegno ad personam. Si tratta di una voce aleatoria, sulla quale il dipendente non può fare un affidamento stabile, a differenza dello stipendio tabellare e di altre indennità fisse.

Le Conclusioni: Implicazioni per i Lavoratori Pubblici

La sentenza consolida un principio di fondamentale importanza per la gestione della mobilità e delle ristrutturazioni nel settore pubblico. L’irriducibilità della retribuzione, garantita dall’assegno ad personam, si applica al nucleo stabile e certo dello stipendio, non alle componenti accessorie e premiali. Questa decisione chiarisce che i lavoratori trasferiti non possono pretendere di “cristallizzare” nel nuovo trattamento economico anche i bonus legati a una performance passata e a un contesto organizzativo precedente. Per i dipendenti pubblici, ciò significa che la garanzia retributiva in caso di trasferimento copre il trattamento economico fondamentale, mentre le componenti variabili dovranno essere rinegoziate o matureranno secondo le regole e i fondi della nuova amministrazione di appartenenza.

Un bonus di produttività può essere incluso nell’assegno ad personam in caso di trasferimento?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che i bonus legati al raggiungimento di obiettivi, essendo di natura variabile e non fissa e continuativa, non rientrano nel calcolo dell’assegno ad personam.

Cosa si intende per voce retributiva “fissa e continuativa”?
Si tratta di quelle componenti dello stipendio che sono corrisposte regolarmente, in misura predeterminata, e che non dipendono da fattori aleatori come la performance individuale, il raggiungimento di obiettivi o la disponibilità di specifici fondi.

Qual è lo scopo dell’assegno ad personam?
Il suo scopo è garantire l’irriducibilità del trattamento economico fondamentale del lavoratore in caso di passaggio a un nuovo inquadramento o a una nuova amministrazione, preservando esclusivamente le componenti stabili e certe della retribuzione percepita in precedenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati