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Assegni nucleo familiare: la prova del reddito è onere

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un lavoratore straniero per gli assegni nucleo familiare, confermando che la prova del requisito reddituale è un onere del richiedente. La semplice attestazione di famiglia non è sufficiente e la mancata allegazione specifica dei fatti reddituali in primo grado impedisce la produzione di nuovi documenti in appello.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Assegni nucleo familiare: la prova del reddito è onere del lavoratore

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di assegni nucleo familiare: la responsabilità di dimostrare il possesso dei requisiti, in particolare quello reddituale, ricade interamente sul richiedente. La decisione chiarisce che la semplice presentazione di un certificato di stato di famiglia non è sufficiente e che le omissioni in primo grado non possono essere sanate facilmente in appello. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Assegni per il Nucleo Familiare

Il caso ha origine dalla domanda di un lavoratore straniero volta a ottenere gli assegni per il proprio nucleo familiare, residente in Senegal. La sua richiesta era stata respinta sia in primo grado sia dalla Corte d’Appello. La ragione del rigetto era univoca: il lavoratore non aveva fornito una prova adeguata del requisito reddituale, un elemento essenziale per l’erogazione del beneficio. Secondo i giudici di merito, l’unico documento prodotto, un’attestazione dello stato di famiglia, era insufficiente a dimostrare la composizione del reddito complessivo del nucleo.

Contro la decisione d’appello, il lavoratore ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo due motivi principali:
1. Una violazione di legge, affermando che il requisito reddituale non fosse un elemento costitutivo del diritto, ma solo un parametro per quantificare l’importo dell’assegno.
2. Un errore procedurale, lamentando che la Corte d’Appello non avesse autorizzato il deposito di nuova documentazione reddituale (come il CUD) durante il secondo grado di giudizio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato entrambi i motivi di ricorso, confermando le sentenze precedenti e condannando il ricorrente al pagamento delle spese legali. La Suprema Corte ha colto l’occasione per riaffermare alcuni principi consolidati in materia di onere della prova per l’accesso agli assegni familiari.

Le Motivazioni: L’Onere della Prova per gli assegni nucleo familiare

Le motivazioni della Corte si basano su due pilastri fondamentali: la natura del diritto all’assegno e le regole processuali sull’allegazione e la prova dei fatti.

La Duplice Condizione per il Diritto all’Assegno

Contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, la Cassazione ha ribadito che l’erogazione degli assegni nucleo familiare è subordinata a una duplice condizione, la cui prova spetta all’interessato:
1. L’effettivo svolgimento di un’attività lavorativa.
2. Il rispetto del requisito reddituale previsto dalla legge (art. 2, comma 10, L. 153/1988), secondo cui l’assegno non spetta se la somma dei redditi da lavoro dipendente o assimilati è inferiore al 70% del reddito complessivo del nucleo familiare.

Questo onere probatorio, sottolinea la Corte, non costituisce una discriminazione nei confronti dei cittadini extracomunitari, poiché è richiesto a tutti i lavoratori, italiani e stranieri, e può essere soddisfatto con qualsiasi mezzo di prova idoneo.

Allegazione dei Fatti e Limiti alla Produzione di Nuovi Documenti

Il punto cruciale della decisione riguarda l’aspetto processuale. La Corte ha evidenziato che il ricorrente non solo non aveva provato, ma non aveva nemmeno allegato in modo specifico, nei suoi atti difensivi, i dati relativi al proprio reddito e a quello dei componenti del suo nucleo familiare.

Il solo certificato di famiglia è stato giudicato del tutto inadeguato perché:
* Non conteneva alcun dato reddituale.
* Non specificava il periodo temporale di riferimento.
* Non chiariva se si riferisse a redditi prodotti in Italia o all’estero.

Questa mancanza di allegazione iniziale è stata fatale. La Corte ha spiegato che il potere del giudice d’appello di ammettere nuovi documenti indispensabili per la decisione presuppone che i fatti che tali documenti intendono provare siano stati quantomeno allegati fin dal primo grado. In assenza di una specifica affermazione sul reddito familiare nell’atto introduttivo, il giudice non può esercitare i suoi poteri istruttori d’ufficio per colmare una lacuna che è onere della parte riempire.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Lavoratori

La pronuncia è un monito chiaro per chiunque intenda richiedere gli assegni per il nucleo familiare. È fondamentale non solo raccogliere la documentazione necessaria, ma anche e soprattutto curare con attenzione la fase di allegazione dei fatti nel primo atto del giudizio. Bisogna descrivere in modo specifico e dettagliato la propria situazione reddituale e quella del nucleo familiare, fornendo tutti gli elementi necessari a dimostrare il diritto. Affidarsi a documenti generici come lo stato di famiglia, senza un’adeguata contestualizzazione e allegazione fattuale, espone al rischio concreto di vedersi rigettare la domanda, senza possibilità di rimediare nelle fasi successive del processo.

Per ottenere gli assegni per il nucleo familiare è sufficiente dimostrare di avere un lavoro e una famiglia a carico?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il diritto all’assegno presuppone la prova di una duplice condizione: lo svolgimento di un’attività lavorativa e il rispetto di un preciso requisito reddituale. In particolare, il reddito da lavoro dipendente del nucleo deve essere pari o superiore al 70% del reddito complessivo del nucleo stesso.

Se non ho presentato i documenti sul reddito in primo grado, posso farlo in appello?
Generalmente no, se il fatto non è stato adeguatamente allegato. La Corte ha chiarito che la produzione di nuovi documenti in appello, anche se ritenuti indispensabili dal giudice, è possibile solo se i fatti che si intendono provare (in questo caso, l’ammontare del reddito) sono stati specificamente affermati e descritti negli atti del primo grado di giudizio. La mancanza di allegazione iniziale preclude questa possibilità.

Il certificato di stato di famiglia è una prova sufficiente del requisito reddituale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’attestato di famiglia è insufficiente a fini probatori perché, di norma, non contiene alcun dato reddituale sui componenti del nucleo, non indica l’arco temporale di riferimento e non specifica se i redditi siano prodotti in Italia o all’estero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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