LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Arricchimento senza causa: PA, Sezioni Unite decidono

Un professionista, dopo aver eseguito una prestazione per un Ente Locale senza un contratto scritto valido, si oppone alla restituzione delle somme ricevute eccependo un controcredito per arricchimento senza causa. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul ricorso, rinviando la causa a nuovo ruolo in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite sulla questione fondamentale dell’ammissibilità di tale azione nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratti con la PA: l’Azione di Arricchimento Senza Causa al Vaglio delle Sezioni Unite

L’azione di arricchimento senza causa rappresenta uno strumento cruciale quando un soggetto subisce un danno economico a vantaggio di un altro, senza che vi sia una valida giustificazione legale. La sua applicazione diventa particolarmente complessa nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, specialmente quando un contratto è nullo per difetto di forma. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha messo in pausa un caso emblematico, decidendo di attendere una pronuncia delle Sezioni Unite che farà chiarezza su questo tema fondamentale.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da una prestazione professionale svolta da un tecnico a favore di un Ente Locale. Il professionista, non avendo ricevuto il compenso, aveva ottenuto un decreto ingiuntivo. Successivamente, l’Ente si era opposto, ottenendo la revoca del decreto in quanto il contratto d’opera professionale era nullo per mancanza della necessaria forma scritta, requisito imposto per i contratti della Pubblica Amministrazione.

Il problema sorgeva perché il professionista aveva già incassato la somma. L’Ente, forte della sentenza di revoca, avviava un’azione esecutiva per recuperare l’importo. A questo punto, il professionista proponeva opposizione all’esecuzione, sostenendo che il suo debito di restituzione si era estinto per compensazione con il proprio controcredito, derivante dall’arricchimento senza causa che l’Ente aveva conseguito ricevendo la prestazione professionale senza corrisponderne il valore.

Sia in primo grado che in appello, le corti di merito avevano respinto la tesi del professionista, pur accogliendo la domanda riconvenzionale dell’Ente e condannando il tecnico alla restituzione della somma. La questione è così approdata in Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Arricchimento Senza Causa e Contratti Pubblici

Il cuore del problema è un dilemma giuridico ricorrente: se un contratto con la Pubblica Amministrazione è nullo per vizio di forma, come può essere tutelato il privato che ha comunque eseguito la sua prestazione in buona fede? L’Ente riceve un vantaggio (la prestazione professionale), mentre il privato subisce un danno (il mancato pagamento).

L’azione di arricchimento senza causa, prevista dall’art. 2041 del codice civile, sembrerebbe la via maestra per riequilibrare la situazione. Tuttavia, la sua applicabilità nei confronti della PA è da tempo oggetto di un acceso dibattito giurisprudenziale. Alcuni orientamenti sono più restrittivi, altri più aperti, creando incertezza nel diritto.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con un’ordinanza interlocutoria, la Terza Sezione Civile della Cassazione non ha deciso il merito della controversia. I giudici hanno invece rilevato che la questione fondamentale alla base del ricorso – ovvero l’ammissibilità dell’azione di arricchimento senza causa in caso di nullità dei contratti della PA per carenza di forma scritta – è già stata rimessa al vaglio delle Sezioni Unite.

Le Sezioni Unite rappresentano il massimo organo nomofilattico della Corte di Cassazione, con il compito di garantire l’uniforme interpretazione della legge e risolvere i contrasti tra le diverse sezioni. Di fronte a una questione così rilevante e dibattuta, la Terza Sezione ha ritenuto opportuno e necessario sospendere il giudizio.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è improntata a un principio di economia processuale e di certezza del diritto. Proseguire con il giudizio avrebbe significato rischiare di emettere una decisione potenzialmente in contrasto con quella, di lì a poco, delle Sezioni Unite. Per evitare tale eventualità e garantire una soluzione coerente e definitiva, i giudici hanno disposto il “rinvio a nuovo ruolo” della causa. In pratica, il processo viene messo in attesa fino a quando le Sezioni Unite non avranno sciolto il nodo interpretativo.

Le Conclusioni

Questa ordinanza, pur non risolvendo il caso specifico, ha un’importante valenza sistemica. Sottolinea la centralità della questione dell’arricchimento senza causa nei rapporti con la PA e la necessità di un intervento chiarificatore da parte delle Sezioni Unite. La futura decisione vincolerà non solo il giudizio in esame, ma fornirà un principio di diritto stabile per tutti i casi simili, offrendo finalmente una risposta chiara a professionisti e imprese che si confrontano con la nullità dei contratti pubblici. L’esito di questa attesa pronuncia avrà, dunque, un impatto significativo sulla tutela dei privati nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Cosa succede se un professionista esegue una prestazione per la Pubblica Amministrazione senza un contratto scritto valido?
Il contratto è considerato nullo e l’Ente non è obbligato a pagare il compenso sulla base di tale accordo. Il professionista potrebbe però agire con un’azione diversa, come quella di arricchimento senza causa, per ottenere un indennizzo.

Perché la Corte di Cassazione ha deciso di non pronunciarsi subito sul caso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché la questione giuridica fondamentale, cioè l’ammissibilità dell’azione per arricchimento senza causa contro la PA in questi casi, è già all’esame delle Sezioni Unite, il cui compito è fornire un’interpretazione definitiva e uniforme della legge.

Che cos’è un’azione per arricchimento senza causa?
È un’azione legale che consente a chi ha subito una perdita economica, che ha contemporaneamente arricchito un’altra persona senza una valida ragione giuridica, di chiedere a quest’ultima un indennizzo pari alla diminuzione patrimoniale subita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati