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Arbitrato irrituale e lodo nullo: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6140/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di arbitrato. Se le parti hanno concordato un arbitrato irrituale, volto a una composizione negoziale della lite, ma gli arbitri emettono un lodo con le forme e gli effetti di un arbitrato rituale, tale lodo è nullo. La volontà delle parti prevale sulla forma data alla decisione, in quanto gli arbitri hanno agito al di fuori dei limiti del mandato conferito. La Corte ha cassato la decisione d’appello che aveva erroneamente ritenuto valido il lodo, rinviando per un nuovo esame.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Arbitrato Irrituale e Lodo Nullo: La Cassazione Fa Chiarezza

L’ordinanza n. 6140 del 7 marzo 2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla distinzione tra arbitrato rituale e arbitrato irrituale, sottolineando come la volontà delle parti sia sovrana nel determinare la natura del procedimento. Un lodo emesso con le forme di un arbitrato rituale, quando le parti ne avevano pattuito uno irrituale, è da considerarsi nullo. Analizziamo insieme questa pronuncia per comprenderne i dettagli e le implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa: Una Disputa Societaria e la Clausola Arbitrale

La vicenda trae origine da una controversia interna a una società a responsabilità limitata a carattere familiare. Alcuni soci, eredi del fondatore, adivano la Camera Arbitrale per contestare la validità di alcune delibere assembleari relative allo scioglimento e alla liquidazione della società. Essi chiedevano inoltre la condanna dell’amministratore unico e liquidatore al risarcimento dei danni.

Lo statuto sociale conteneva una clausola compromissoria che prevedeva la devoluzione delle controversie a un Collegio Arbitrale, specificando che quest’ultimo avrebbe funzionato con “poteri di amichevole compositore”.

L’Equivoco sull’Arbitrato Irrituale

Nonostante la clausola statutaria e la circostanza che gli stessi soci avessero inizialmente richiesto un arbitrato irrituale, il Collegio Arbitrale procedeva come se si trattasse di un arbitrato rituale, emettendo due lodi (uno parziale e uno definitivo) che accoglievano in parte le domande dei soci e condannavano l’amministratore al risarcimento.

L’amministratore impugnava i lodi davanti alla Corte d’Appello, sostenendo, tra le altre cose, la natura irrituale dell’arbitrato e il conseguente errore procedurale. La Corte d’Appello, tuttavia, rigettava l’impugnazione, ritenendo corretta la qualificazione dell’arbitrato come rituale. Contro questa decisione, l’amministratore proponeva ricorso in Cassazione.

Le Motivazioni della Cassazione: Volontà delle Parti e Nullità del Lodo

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando la decisione della Corte d’Appello. Il ragionamento dei giudici di legittimità si fonda su un principio cardine: per determinare la natura dell’arbitrato, è necessario indagare la reale volontà delle parti, desumibile dalla convenzione arbitrale e dal loro comportamento complessivo.

Nel caso di specie, diversi elementi deponevano inequivocabilmente a favore della natura di arbitrato irrituale:

1. La Clausola Statutaria: Il riferimento ai poteri di “amichevole compositore” è un indice significativo della volontà di affidare agli arbitri una funzione di composizione negoziale della lite, piuttosto che una funzione giurisdizionale.
2. La Domanda Iniziale: Gli stessi soci che avevano avviato il procedimento avevano esplicitamente richiesto un arbitrato di tipo irrituale.
3. Il Contesto: La natura familiare della società e della controversia rafforzava l’idea che le parti cercassero una soluzione negoziale e non una sentenza esecutiva.

La Corte di Cassazione ha quindi stabilito che, a fronte di una chiara volontà delle parti per un arbitrato irrituale, il Collegio Arbitrale non aveva il potere di emettere un lodo rituale. Avendolo fatto, gli arbitri hanno agito “fuori dei limiti della convenzione d’arbitrato”, rendendo il loro lodo nullo ai sensi dell’art. 829, comma 1, n. 4 del codice di procedura civile.

La Corte d’Appello aveva quindi errato nel respingere l’impugnazione. Avrebbe dovuto riconoscere la natura irrituale dell’arbitrato convenuto tra le parti e, di conseguenza, dichiarare la nullità dei lodi emessi in forma rituale.

Conclusioni: L’Importanza di Definire la Natura dell’Arbitrato

Questa pronuncia della Cassazione è di fondamentale importanza pratica. Essa ribadisce che la volontà delle parti è l’elemento decisivo per qualificare un arbitrato. Le parti devono prestare la massima attenzione nella redazione delle clausole compromissorie per evitare ambiguità che possano portare a contenziosi sulla natura stessa del procedimento.

La decisione chiarisce che se le parti intendono dare vita a una composizione contrattuale della lite (arbitrato irrituale), gli arbitri non possono trasformarla in un giudizio con effetti di sentenza. Se lo fanno, la loro decisione è radicalmente nulla, perché travalica il mandato ricevuto. Pertanto, la forma data dagli arbitri alla decisione non può sanare un vizio originario che risiede nella violazione della volontà negoziale delle parti.

Qual è la differenza tra arbitrato rituale e irrituale secondo la Corte?
L’arbitrato rituale produce un lodo che ha l’efficacia di una sentenza giudiziale e può essere reso esecutivo. L’arbitrato irrituale, invece, si conclude con una decisione che ha valore di accordo contrattuale tra le parti, mirando a una composizione negoziale della controversia.

Cosa succede se gli arbitri emettono un lodo rituale quando le parti avevano previsto un arbitrato irrituale?
Secondo la sentenza, il lodo è nullo. La pronuncia di un lodo rituale, in un contesto dove era previsto un arbitrato irrituale, costituisce un eccesso di potere da parte degli arbitri, che agiscono “fuori dei limiti della convenzione d’arbitrato” (art. 829, co. 1, n. 4 c.p.c.).

Nella qualificazione dell’arbitrato, prevale la volontà delle parti o la forma che gli arbitri danno al lodo?
La Corte di Cassazione afferma chiaramente che la volontà delle parti è prevalente e decisiva. Anche se gli arbitri emettono un lodo seguendo le forme dell’arbitrato rituale, la validità di tale lodo dipende dalla conformità alla volontà originaria delle parti. Se questa era per un arbitrato irrituale, il lodo è invalido.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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