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Arbitrato irrituale: come impugnare il lodo

Un lavoratore, licenziato per motivo soggettivo, ha attivato un arbitrato irrituale che ha convertito il licenziamento in una sanzione pecuniaria. Di fronte all’inadempimento della società, il Tribunale ha ordinato l’esecuzione del lodo. La società ha impugnato la decisione in Corte d’Appello, ma la Cassazione ha dichiarato tale appello inammissibile. La Suprema Corte ha stabilito che le sentenze su lodi da arbitrato irrituale in materia di lavoro privato si impugnano esclusivamente con ricorso diretto in Cassazione, rendendo definitiva la decisione del Tribunale.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Arbitrato irrituale: la via corretta per l’impugnazione

L’arbitrato irrituale rappresenta uno strumento alternativo per la risoluzione delle controversie, specialmente nel diritto del lavoro. Tuttavia, le sue particolarità procedurali possono generare dubbi, soprattutto riguardo alle modalità di impugnazione delle decisioni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: la corretta via per contestare una sentenza del tribunale che decide su un lodo arbitrale. Analizziamo insieme il caso e le importanti conclusioni dei giudici.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dal licenziamento per giustificato motivo soggettivo di un dipendente di una nota catena della grande distribuzione. Il lavoratore, contestando il provvedimento, ha richiesto l’attivazione di un collegio di conciliazione e arbitrato, come previsto dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori. Il collegio arbitrale, con un lodo, ha derubricato il licenziamento a una sanzione più lieve: una multa corrispondente a quattro ore di retribuzione.

Nonostante la decisione arbitrale, la società non ha reintegrato il lavoratore. Quest’ultimo si è quindi rivolto al Tribunale, che ha condannato l’azienda a dare esecuzione al lodo. Insoddisfatta, la società ha impugnato questa decisione davanti alla Corte d’Appello. I giudici di secondo grado hanno accolto il gravame della società, riformando la sentenza del Tribunale e rigettando la domanda del lavoratore.

A questo punto, il dipendente ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello non fosse il giudice competente per decidere sull’impugnazione.

La disciplina dell’impugnazione dell’arbitrato irrituale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del lavoratore, cassando la sentenza d’appello senza rinvio. La decisione si fonda su un principio procedurale consolidato ma fondamentale. Secondo la Suprema Corte, l’arbitrato irrituale, come quello previsto dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori, genera un lodo che ha natura contrattuale e non di sentenza.

Quando questo lodo viene contestato in tribunale, la sentenza che ne deriva, pur essendo di primo grado, segue un percorso di impugnazione speciale. L’art. 412 quater del codice di procedura civile stabilisce che il lodo emesso in un arbitrato irrituale in materia di lavoro privato può essere impugnato in unico grado davanti al tribunale in funzione di giudice del lavoro. La sentenza emessa dal tribunale è, a sua volta, ricorribile esclusivamente per cassazione.

L’errore della società e le sue conseguenze

L’errore commesso dalla società è stato quello di proporre appello anziché ricorrere direttamente in Cassazione. La Corte ha chiarito che questa non è una semplice questione di competenza territoriale, ma di ‘incompetenza per grado’. In questi casi, non si applica il principio della translatio iudicii, ovvero il meccanismo che permette di ‘salvare’ l’atto trasferendolo al giudice corretto.

Di conseguenza, l’appello proposto era inammissibile. L’inammissibilità dell’appello ha reso definitiva la sentenza del Tribunale, che aveva dato piena esecuzione al lodo arbitrale favorevole al lavoratore. Il processo non poteva proseguire in appello e la sentenza di secondo grado è stata annullata senza che fosse necessario riesaminare il merito della questione.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha ribadito che la procedura di impugnazione prevista dall’art. 412 quater c.p.c. per l’arbitrato irrituale è speciale e derogatoria rispetto alle regole ordinarie. Le Sezioni Unite avevano già chiarito (sentenza n. 25253/2009) che l’arbitrato ex art. 7, comma 6, L. 300/1970 ha natura irrituale. Ne consegue che il lodo non è impugnabile con i mezzi ordinari, ma solo davanti al tribunale in unico grado. La sentenza del tribunale, a sua volta, è soggetta unicamente a ricorso per cassazione.

Questa specificità procedurale risponde a una logica di celerità e definitività delle decisioni in materia di lavoro. Permettere un doppio grado di giudizio di merito (Tribunale e Appello) snaturerebbe la funzione deflattiva dell’arbitrato. La Corte ha sottolineato che l’errata proposizione del gravame a un giudice incompetente per grado (la Corte d’Appello invece della Cassazione) determina l’inammissibilità dell’impugnazione e la conseguente formazione del giudicato sulla sentenza di primo grado.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica per lavoratori e datori di lavoro. Quando si sceglie la via dell’arbitrato irrituale per risolvere una controversia, è fondamentale conoscere non solo le regole della procedura arbitrale, ma anche e soprattutto le specifiche modalità di impugnazione del lodo e delle successive sentenze. Impugnare una decisione davanti al giudice sbagliato può avere conseguenze drastiche, come la definitività di una sentenza sfavorevole. La consulenza di un legale esperto in diritto del lavoro e procedura civile diventa quindi essenziale per evitare errori procedurali che possono compromettere l’esito di una controversia.

Che natura ha l’arbitrato previsto dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori per contestare le sanzioni disciplinari?
Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, l’arbitrato in questione ha natura di ‘arbitrato irrituale’. Ciò significa che la decisione degli arbitri (il lodo) non ha valore di sentenza ma di accordo contrattuale tra le parti.

Come si impugna la sentenza di un Tribunale che decide sulla validità di un lodo da arbitrato irrituale in materia di lavoro?
La sentenza emessa in primo (e unico) grado dal Tribunale del lavoro può essere impugnata esclusivamente con ricorso diretto alla Corte di Cassazione, come previsto dall’art. 412 quater del codice di procedura civile. Non è ammesso l’appello.

Cosa succede se si impugna la sentenza del Tribunale davanti alla Corte d’Appello invece che in Cassazione?
L’impugnazione proposta davanti a un giudice incompetente per grado, come la Corte d’Appello in questo caso, è inammissibile. Tale inammissibilità comporta che la sentenza di primo grado diventi definitiva e non possa più essere contestata. Non è possibile ‘trasferire’ la causa al giudice corretto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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