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Appello per permesso di soggiorno: notifica o deposito?

La Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale nella procedura di appello per permesso di soggiorno per motivi familiari. Con l’ordinanza n. 4405/2025, ha stabilito che, quando l’appello è proposto con atto di citazione, la sua tempestività si valuta al momento della notifica all’altra parte, e non al successivo deposito in cancelleria. La Corte ha cassato la decisione del giudice d’appello che aveva erroneamente dichiarato inammissibile un gravame notificato entro i termini ma depositato successivamente, applicando in modo errato le regole previste per il ricorso.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Appello per Permesso di Soggiorno: la Notifica Salva i Termini

Nel complesso mondo della giustizia, il rispetto delle scadenze è un pilastro fondamentale. Un solo giorno di ritardo può compromettere irrimediabilmente l’esito di una causa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 4405/2025, fa luce su un aspetto tecnico ma decisivo: come si calcola la tempestività di un appello per permesso di soggiorno? La risposta distingue nettamente tra due atti processuali: l’atto di citazione e il ricorso, chiarendo che per le controversie sui permessi per motivi familiari, è il momento della notifica a determinare se si è agito in tempo.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un cittadino straniero che si era visto negare il permesso di soggiorno per motivi familiari prima dal Questore e poi dal Tribunale di Milano. Deciso a far valere le proprie ragioni, ha presentato appello alla Corte d’Appello di Milano. L’atto di appello è stato notificato alla controparte (il Ministero dell’Interno) il 29 settembre 2023, un giorno prima della scadenza del termine di 30 giorni, fissata al 30 settembre 2023. Tuttavia, l’atto è stato depositato nella cancelleria del tribunale solo il 6 ottobre 2023, quindi dopo la scadenza.

La Corte d’Appello ha considerato questo ritardo nel deposito fatale, dichiarando l’appello inammissibile perché tardivo. Secondo i giudici di merito, la tempestività andava verificata non solo con la notifica, ma anche con il deposito entro il termine. Contro questa decisione, il cittadino ha proposto ricorso in Cassazione.

La Distinzione tra Appello con Citazione e con Ricorso

Il cuore della questione giuridica risiede nella differenza tra due modi di introdurre un giudizio d’appello:

1. Atto di Citazione: È la forma ordinaria. L’atto viene prima notificato alla controparte e poi depositato in tribunale. La legge (art. 39 c.p.c.) stabilisce che il procedimento si considera avviato per l’appellante al momento della notificazione.
2. Ricorso: È una forma speciale, prevista per specifiche materie. L’atto viene prima depositato in tribunale e poi notificato alla controparte. In questo caso, la tempestività si valuta al momento del deposito.

La Corte d’Appello, pur riconoscendo che la forma corretta fosse l’atto di citazione, ha applicato erroneamente la regola del ricorso, creando una contraddizione che si è rivelata decisiva.

Le Motivazioni della Cassazione sull’Appello per Permesso di Soggiorno

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ribaltando la decisione dei giudici d’appello. I giudici supremi hanno chiarito che le controversie relative al ‘permesso di soggiorno per motivi familiari’, secondo l’art. 20 del D.Lgs. 150/2011, sono regolate dal rito semplificato di cognizione. Per l’appello, in assenza di disposizioni speciali, si applicano le ‘forme ordinarie’, ovvero l’atto di citazione.

La Cassazione ha sottolineato che un’eccezione, che prevedeva la forma del ricorso per l’appello, esisteva solo per le controversie in materia di ‘protezione internazionale’, ma non è estensibile ad altre cause in materia di immigrazione. Pertanto, nel caso di specie, la procedura corretta era quella dell’atto di citazione.

Di conseguenza, la tempestività dell’impugnazione doveva essere valutata esclusivamente con riferimento alla data di notificazione dell’atto. Essendo l’atto stato notificato il 29 settembre 2023, entro la scadenza del 30 settembre, l’appello era da considerarsi tempestivo. Il successivo deposito in cancelleria, sebbene obbligatorio, attiene alla corretta instaurazione del rapporto processuale ma non incide sulla tempestività dell’azione.

Le Conclusioni

La sentenza della Cassazione riafferma un principio procedurale fondamentale: a ogni rito corrispondono le sue regole, e confonderle può portare a gravi errori. Per chi si occupa di diritto dell’immigrazione, questa ordinanza è un vademecum essenziale: l’appello per permesso di soggiorno per motivi familiari si propone con atto di citazione, e per non incorrere in decadenze, ciò che conta è notificare l’atto entro i termini di legge. La decisione della Corte d’Appello è stata dunque cassata, e il caso è stato rinviato allo stesso tribunale, in diversa composizione, per essere finalmente deciso nel merito.

Qual è la forma corretta per presentare un appello contro una sentenza che nega un permesso di soggiorno per motivi familiari?
La forma corretta è l’atto di citazione, che rappresenta la modalità ordinaria di impugnazione, salvo diverse specifiche previsioni di legge.

Per un appello per permesso di soggiorno, cosa ne determina la tempestività: la notifica dell’atto o il suo deposito in cancelleria?
La tempestività è determinata dalla data di notificazione dell’atto di citazione alla controparte. Il successivo deposito in cancelleria è un adempimento necessario, ma non incide sulla valutazione della tempestività dell’impugnazione.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello?
La Corte di Cassazione ha annullato la decisione perché il giudice d’appello è caduto in contraddizione: pur riconoscendo che la forma corretta era l’atto di citazione, ha erroneamente applicato le regole sulla tempestività previste per il ricorso (che richiedono il deposito entro i termini), dichiarando inammissibile un appello che invece era stato tempestivamente notificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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