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Appello incidentale: quando non è necessario

Una società di leasing ha agito contro un utilizzatore per il mancato pagamento dei canoni. La Corte d’Appello ha negato sia la condanna al pagamento, per carenza di prova, sia la restituzione dei beni, ritenendo necessario un appello incidentale. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione sulla richiesta economica ma l’ha riformata sulla restituzione. Ha chiarito che, se una domanda non viene esaminata in primo grado pur essendo la parte vittoriosa nel complesso, non serve un appello incidentale, ma è sufficiente riproporre la domanda in appello.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Appello incidentale: quando non è necessario per le domande non esaminate

L’ordinanza n. 9589/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento su un aspetto cruciale del processo civile: la necessità dell’appello incidentale. Spesso si crede che ogni punto sfavorevole di una sentenza di primo grado debba essere contestato con un appello formale. Tuttavia, la Suprema Corte, richiamando un principio consolidato delle Sezioni Unite, ribadisce che per le domande semplicemente “dimenticate” dal giudice, ma proposte da una parte risultata comunque vittoriosa, è sufficiente una semplice riproposizione.

I Fatti di Causa: un Contratto di Leasing non Rispettato

Una società operante nel settore del leasing concedeva in uso a un imprenditore due distributori automatici. A seguito del mancato pagamento dei canoni, la società si rivolgeva al Tribunale per ottenere la risoluzione del contratto, il pagamento delle somme dovute e la restituzione dei beni.

Il Tribunale accoglieva la domanda, dichiarando la risoluzione del contratto per grave inadempimento e condannando l’utilizzatore al pagamento dei canoni scaduti, di quelli futuri e del prezzo di opzione. Tuttavia, il giudice di primo grado ometteva di pronunciarsi sulla domanda di restituzione dei distributori.

L’utilizzatore proponeva appello, e la Corte d’Appello riformava parzialmente la sentenza. Da un lato, rigettava la condanna al pagamento delle somme, ritenendo che la società di leasing non avesse specificato e provato in modo adeguato la composizione del credito richiesto. Dall’altro, negava anche la restituzione dei beni, sostenendo che la società, per ottenere una pronuncia su quel punto, avrebbe dovuto proporre un formale appello incidentale, cosa che non aveva fatto.

La Necessità dell’Appello Incidentale secondo la Cassazione

La società di leasing ricorreva in Cassazione, lamentando principalmente due errori della Corte d’Appello: il rigetto della sua pretesa economica e, soprattutto, il diniego alla restituzione dei beni per la mancata proposizione dell’appello incidentale.

La Suprema Corte ha respinto le censure relative alla condanna pecuniaria, affermando che la valutazione sulla carenza di prova è una questione di merito, non sindacabile in sede di legittimità. La Corte d’Appello aveva motivato la sua decisione sulla base del fatto che la società non aveva dettagliato le voci che componevano la richiesta economica, rendendola indeterminata.

Il punto cruciale della decisione, però, riguarda il terzo motivo di ricorso. La Cassazione ha accolto la doglianza della società, affermando che la Corte d’Appello aveva commesso un errore di diritto nel richiedere l’appello incidentale per la domanda di restituzione dei beni.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione su un principio fondamentale stabilito dalle Sezioni Unite (sent. n. 7940/2019). Secondo questo orientamento, la parte che è risultata totalmente vittoriosa nel giudizio di primo grado non ha l’onere di proporre un appello incidentale per far valere le domande o le eccezioni che il primo giudice ha assorbito o, come in questo caso, ha omesso di esaminare.

Il ragionamento è il seguente: l’appello incidentale serve a contestare una decisione sfavorevole. Ma se una domanda non è stata decisa affatto (omessa pronuncia), non c’è una statuizione negativa da impugnare. In tale scenario, per evitare la presunzione di rinuncia, è sufficiente che la parte interessata riproponga espressamente la domanda nel giudizio di secondo grado, con il primo atto difensivo utile.

Nel caso di specie, il Tribunale aveva accolto la domanda principale di risoluzione del contratto, rendendo la società di leasing la parte vittoriosa. L’omessa pronuncia sulla restituzione dei beni era un vizio della sentenza che non trasformava la società in parte soccombente. Di conseguenza, la Corte d’Appello avrebbe dovuto semplicemente prendere atto della riproposizione della domanda di restituzione e decidere su di essa, senza pretendere un formale appello incidentale.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha rigettato i motivi relativi alla pretesa economica, ma ha accolto quello sulla restituzione dei beni. Ha quindi cassato la sentenza impugnata su questo punto e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Bologna, in diversa composizione, affinché si pronunci nuovamente sulla domanda di restituzione, applicando il corretto principio di diritto. Questa ordinanza rafforza un importante principio di economia processuale e di autoresponsabilità delle parti, chiarendo i confini tra l’onere di impugnazione e la semplice riproposizione delle domande non esaminate.

È sempre necessario l’appello incidentale per una domanda non accolta in primo grado?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se una parte è risultata totalmente vittoriosa in primo grado, non è necessario proporre appello incidentale per le domande che il giudice ha semplicemente omesso di esaminare (cd. omessa pronuncia). È sufficiente riproporre tali domande nel giudizio d’appello.

Perché la Cassazione ha respinto la richiesta di pagamento della società di leasing?
La Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello perché quest’ultima aveva motivato il rigetto sulla base di una carenza di prova. La società non aveva specificato e provato in modo dettagliato la composizione della somma richiesta, rendendo la pretesa indeterminata. Tale valutazione è considerata un accertamento di fatto, non riesaminabile in sede di Cassazione.

Cosa significa “cassare con rinvio” una sentenza?
Significa che la Corte di Cassazione ha annullato (“cassato”) in parte la decisione della Corte d’Appello perché viziata da un errore di diritto. La causa viene quindi rinviata a un’altra sezione della stessa Corte d’Appello, che dovrà decidere di nuovo sulla questione specifica (in questo caso, la restituzione dei beni), attenendosi al principio di diritto indicato dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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