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Annullamento accordo crisi: quando inizia il termine?

Un ente creditore ha richiesto l’annullamento di un accordo di composizione della crisi di una società agricola, sostenendo la presenza di dolo. La Cassazione ha respinto il ricorso, specificando che il termine per l’annullamento accordo crisi decorre dalla scoperta dei fatti fraudolenti. Essendo il creditore a conoscenza del presunto dolo già prima dell’omologa dell’accordo, la sua azione è stata giudicata tardiva e quindi inammissibile.

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Annullamento Accordo Crisi: Quando Scatta il Termine per Impugnare?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nelle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento: la decorrenza del termine per l’annullamento accordo crisi in caso di presunto dolo del debitore. La decisione sottolinea l’importanza della tempestività dell’azione del creditore, chiarendo che la conoscenza di atti fraudolenti, anche se avvenuta prima dell’omologa, determina l’inizio del conto alla rovescia per l’impugnazione.

Il Caso: Un Accordo di Composizione Sotto Accusa

Una società agricola, in stato di crisi, otteneva dal Tribunale l’omologa di un accordo di composizione con i suoi creditori. Successivamente, uno dei principali creditori, un ente pubblico agricolo, chiedeva l’annullamento di tale accordo. La motivazione era grave: il debitore avrebbe dolosamente aumentato il proprio passivo e simulato attività inesistenti, tacendo l’avvenuta risoluzione di un contratto di vendita di terreni. Secondo l’ente creditore, il debito reale era significativamente inferiore a quello dichiarato nel piano.

Il Tribunale di merito rigettava la richiesta di annullamento, ritenendola tardiva. Secondo la legge, l’azione di annullamento deve essere proposta entro sei mesi dalla scoperta dei fatti dolosi. I giudici avevano individuato la data di conoscenza del provvedimento di omologa come punto di partenza del termine, rendendo la successiva richiesta fuori tempo massimo.

La Decisione della Cassazione sul Termine per l’Annullamento Accordo Crisi

L’ente creditore ricorreva in Cassazione, sostenendo che il termine dovesse decorrere da una conoscenza legale formale del provvedimento, non dal semplice deposito dello stesso in un altro procedimento. La Suprema Corte, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettandolo e confermando la tardività dell’azione.

La Corte ha basato la sua decisione su un presupposto logico e giuridico ancora più stringente. La questione non era tanto stabilire il momento di conoscenza del decreto di omologa, quanto il momento della “scoperta” dei fatti fraudolenti.

Le Motivazioni: la “Scoperta” del Dolo Anteriore all’Omologa

Il punto centrale delle motivazioni della Cassazione è che la “scoperta” dei fatti posti a fondamento della richiesta di annullamento era avvenuta in un’epoca ben precedente all’omologa stessa. Dagli atti emergeva infatti che l’ente creditore, mesi prima dell’approvazione del piano, aveva comunicato formalmente di non aderire alla proposta di composizione della crisi, proprio perché il contratto di vendita era già stato risolto di diritto.

La conoscenza dei fatti e l’onere di opposizione

Questo significava che l’ente creditore aveva piena contezza della situazione (minor debito e indisponibilità dei terreni) molto prima che il Tribunale omologasse l’accordo. La Corte ha sottolineato che, in una tale situazione, il creditore avrebbe dovuto denunciare questi fatti durante la procedura di omologazione, ai sensi dell’art. 10, comma 3, della Legge 3/2012, per impedire l’approvazione del piano.

Il principio del ‘dies a quo’ nel caso di annullamento accordo crisi

Poiché la conoscenza dei presunti atti dolosi era anteriore all’omologa, il termine di sei mesi per chiederne l’annullamento non poteva che iniziare a decorrere, al più tardi, dal giorno stesso del deposito del decreto di omologa (il dies a quo). Qualsiasi calcolo successivo risultava errato. L’azione del creditore, proposta molti mesi dopo, era quindi palesemente tardiva.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre un importante monito per i creditori coinvolti in procedure di composizione della crisi. La vigilanza deve essere massima non solo dopo l’omologa, ma soprattutto durante l’intera procedura. Se un creditore viene a conoscenza di atti potenzialmente fraudolenti da parte del debitore, non può attendere l’esito della procedura per poi agire. Ha l’onere di sollevare immediatamente le sue obiezioni per impedire che un accordo viziato venga approvato. L’inerzia in questa fase può precludere la possibilità di un successivo e tardivo annullamento accordo crisi, consolidando gli effetti di un piano potenzialmente iniquo.

Da quale momento decorre il termine di sei mesi per chiedere l’annullamento di un accordo di composizione della crisi?
Il termine di sei mesi decorre dalla “scoperta” dei fatti dolosi o fraudolenti commessi dal debitore. La Corte ha chiarito che se tali fatti erano già noti al creditore prima dell’omologazione dell’accordo, il termine per l’annullamento inizia a decorrere dal giorno del deposito del decreto di omologa stesso.

Un creditore che scopre atti fraudolenti prima dell’approvazione dell’accordo può attendere l’omologa per poi chiederne l’annullamento?
No. Secondo la Corte, il creditore che viene a conoscenza di fatti che potrebbero giustificare la revoca dell’accordo (come l’aumento doloso del passivo) prima che questo venga omologato, ha il dovere di denunciarli durante la procedura di omologazione per impedirla. Non può rimanere inerte per poi agire successivamente per l’annullamento.

Qual è la conseguenza della tardiva proposizione della domanda di annullamento dell’accordo?
La domanda di annullamento proposta oltre il termine di sei mesi dalla scoperta dei fatti è inammissibile e viene rigettata, consolidando definitivamente gli effetti dell’accordo di composizione della crisi, a prescindere dalla fondatezza delle accuse di frode.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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