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Ammortamento alla Francese: Cassazione al bivio

Una società contesta un contratto di leasing, lamentando usura e indeterminatezza dovute al piano di ammortamento alla francese. Dopo due sentenze sfavorevoli, il caso arriva in Cassazione. La Corte Suprema, riconoscendo la cruciale importanza della questione sulla trasparenza di tale piano, sospende il giudizio in attesa di una pronuncia risolutiva delle Sezioni Unite, che chiarirà la validità di innumerevoli contratti bancari.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ammortamento alla Francese: la Cassazione attende le Sezioni Unite

L’ordinanza interlocutoria n. 4297 del 16 febbraio 2024 della Corte di Cassazione pone un freno a una controversia in materia di leasing, evidenziando una questione di cruciale importanza per il diritto bancario: la validità dei contratti con ammortamento alla francese che non esplicitano il regime di capitalizzazione composta. In attesa di un verdetto definitivo da parte delle Sezioni Unite, il giudizio viene sospeso, lasciando con il fiato sospeso sia gli istituti di credito che i loro clienti.

I Fatti di Causa

Una società a responsabilità limitata citava in giudizio un istituto di credito (successivamente incorporato in una grande banca), sostenendo la nullità di un contratto di leasing stipulato nel 2001. Le doglianze principali riguardavano l’applicazione di tassi di mora usurari, l’indeterminatezza del tasso di interesse e la violazione del divieto di anatocismo a causa dell’adozione di un piano di ammortamento cosiddetto “alla francese”.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello rigettavano le domande della società, ritenendo infondate le contestazioni. In particolare, la Corte territoriale, pur riconoscendo l’applicabilità della normativa antiusura agli interessi di mora, concludeva che nel caso specifico il tasso soglia non era stato superato. Inoltre, giudicava generiche le censure sull’anatocismo e infondate quelle relative al piano di ammortamento.

Contro la sentenza d’appello, la società proponeva ricorso in Cassazione, affidandosi a quattro motivi di contestazione.

I Motivi del Ricorso e la Questione dell’Ammortamento alla Francese

I motivi del ricorso vertevano su:
1. Errata applicazione dei principi sull’usura degli interessi moratori, stabiliti dalle Sezioni Unite nel 2020.
2. Motivazione carente riguardo alla nullità del contratto per indeterminatezza, legata proprio all’adozione del piano di ammortamento alla francese e alla mancata esplicitazione del regime di capitalizzazione composta.
3. Violazione di legge per il mancato accoglimento della richiesta di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) per accertare le presunte irregolarità.
4. Errata condanna al pagamento integrale delle spese legali.

Il fulcro della questione, come rilevato dalla stessa Corte di Cassazione, risiede nel secondo motivo. Il dibattito giuridico si concentra sul fatto se un contratto di mutuo o leasing, che adotta un piano di ammortamento alla francese, debba specificare esplicitamente che gli interessi vengono calcolati con un regime di capitalizzazione composta. L’omissione di questa informazione potrebbe violare le norme sulla trasparenza bancaria e rendere l’oggetto del contratto indeterminato, con conseguente nullità parziale della clausola relativa agli interessi.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, investita del caso, ha rilevato che la questione sollevata nel secondo motivo di ricorso è oggetto di un rinvio pregiudiziale già pendente dinanzi alle Sezioni Unite. La questione fondamentale che le Sezioni Unite dovranno risolvere è proprio quella di stabilire quali siano le conseguenze giuridiche della mancata indicazione, in un contratto di mutuo bancario, del regime di capitalizzazione “composto” e della modalità di ammortamento “alla francese”.

In sostanza, si deve decidere se questa carenza informativa comporti una nullità strutturale del contratto per indeterminatezza dell’oggetto (ai sensi degli artt. 1346 e 1418 c.c.) o per violazione delle norme sulla trasparenza bancaria (art. 117 T.U.B.).

Data la pendenza di questa questione di massima importanza e per evitare possibili contrasti giurisprudenziali, la Corte ha ritenuto opportuno sospendere il presente giudizio. La decisione è quindi procedurale: non si entra nel merito della controversia, ma si attende che l’organo supremo della nomofilachia si pronunci, fornendo un principio di diritto che sarà poi applicato per risolvere questo e innumerevoli altri casi simili.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria n. 4297/2024 è un chiaro segnale dell’importanza e della diffusione del contenzioso legato ai piani di ammortamento alla francese. La decisione della Corte di Cassazione di rinviare a nuovo ruolo in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite congela la posizione delle parti in questa specifica causa, ma ha un impatto molto più vasto. La futura sentenza delle Sezioni Unite rappresenterà un punto di svolta, destinato a fare chiarezza definitiva sulla necessità o meno di esplicitare il regime di capitalizzazione composta nei contratti di finanziamento. Le implicazioni pratiche saranno enormi, potendo confermare la validità di milioni di contratti o, al contrario, aprendo la strada a ricalcoli e possibili rimborsi in favore dei clienti.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché una questione centrale del ricorso, relativa alla validità dei contratti con ammortamento alla francese senza esplicita indicazione del regime di capitalizzazione composta, è già stata sottoposta alle Sezioni Unite per una decisione definitiva e vincolante.

Qual è il problema legale principale legato all’ammortamento alla francese?
Il problema consiste nello stabilire se la mancata indicazione esplicita del regime di capitalizzazione composta degli interessi, tipico di questo piano, renda l’oggetto del contratto indeterminato o violi le norme sulla trasparenza bancaria, con conseguente potenziale nullità della clausola sugli interessi.

Cosa accade ora in questa causa?
Il processo è sospeso (‘rinviato a nuovo ruolo’). Sarà ripreso e deciso solo dopo che le Sezioni Unite avranno pubblicato la loro sentenza sulla questione pregiudiziale, fornendo il principio di diritto da applicare al caso concreto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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