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Ammissione al passivo: basta l’estratto di ruolo

Un agente della riscossione ha richiesto l’ammissione al passivo in un fallimento, ma parte del credito è stata esclusa per mancata notifica della cartella di pagamento. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: per l’ammissione al passivo dei crediti tributari, l’estratto di ruolo è documento sufficiente e non è necessaria la preventiva notifica della cartella di pagamento al debitore.

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Ammissione al passivo dei crediti tributari: la Cassazione fa chiarezza

Con l’ordinanza n. 9233 del 2024, la Corte di Cassazione interviene su un tema cruciale che interseca diritto fallimentare e tributario: i requisiti per l’ammissione al passivo dei crediti vantati dall’agente della riscossione. La Corte ha stabilito che la preventiva notifica della cartella di pagamento non è un presupposto necessario, essendo sufficiente la produzione dell’estratto di ruolo. Questa decisione semplifica le procedure e rafforza la posizione dell’ente creditore nelle procedure concorsuali.

I fatti di causa

Un agente della riscossione presentava domanda di insinuazione al passivo di una società fallita per un credito di oltre 400.000 euro, basato su diversi estratti di ruolo. Il giudice delegato ammetteva il credito solo in parte, escludendo una porzione significativa per due motivi principali:
1. Per una cartella, si riteneva mancante la prova della notifica alla società prima della dichiarazione di fallimento.
2. Per altre cartelle, si riteneva maturata la prescrizione del credito.

L’agente della riscossione proponeva opposizione, ma il Tribunale la rigettava, confermando la decisione del giudice delegato. Secondo il Tribunale, l’estratto di ruolo non è un documento idoneo a provare il credito in assenza di una rituale e preventiva notifica al contribuente, in quanto non riporta tutti i dati della pretesa impositiva. Contro questa decisione, l’agente della riscossione ricorreva in Cassazione.

L’importanza della notifica per l’ammissione al passivo

Il cuore della controversia verteva sulla necessità o meno della notifica della cartella di pagamento come condizione per l’ammissione al passivo del credito tributario. L’agente ricorrente sosteneva che, in sede fallimentare, il diritto di credito sorge con l’inadempimento del contribuente e non con la notifica dell’atto. Di conseguenza, l’estratto di ruolo, come riproduzione fedele del ruolo, sarebbe un documento sufficiente a dimostrare l’esistenza e l’entità del credito.

La Corte di Cassazione ha accolto questa tesi, ribaltando l’orientamento dei giudici di merito e consolidando un principio già espresso in precedenza dalle Sezioni Unite.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha cassato il decreto del Tribunale, accogliendo i motivi di ricorso relativi alla sufficienza dell’estratto di ruolo. I giudici hanno chiarito che la funzione del ruolo e del relativo estratto in una procedura concorsuale è diversa da quella che hanno nell’esecuzione forzata individuale. Nel fallimento, non si compie un’attività espropriativa, ma si mira a un accertamento dei crediti opponibili alla massa dei creditori.

Le motivazioni della sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su una distinzione fondamentale tra la funzione del titolo esecutivo e quella del documento probatorio in sede di accertamento del passivo. Ecco i punti salienti:

Irrilevanza della funzione di titolo esecutivo

La Corte, richiamando le Sezioni Unite (sent. n. 33408/21), ha spiegato che in sede concorsuale il ruolo non rileva come titolo esecutivo, poiché non deve essere intrapresa alcuna azione esecutiva. La sua funzione è quella di individuare i crediti e i relativi privilegi da far valere nei confronti della massa fallimentare. L’estratto di ruolo, pur non essendo un atto impositivo, documenta gli elementi del ruolo e serve a questo scopo.

Sufficienza dell’estratto di ruolo per l’ammissione al passivo

Il credito tributario non sorge con la notifica della cartella, ma con il verificarsi dei presupposti impositivi previsti dalla legge (es. la presentazione della dichiarazione dei redditi). La notifica ha una funzione informativa e serve a rendere il credito esigibile per l’esecuzione forzata. In ambito fallimentare, questa funzione informativa è assolta dal deposito stesso della domanda di insinuazione al passivo, corredata dall’estratto di ruolo. Questo documento consente al curatore e agli altri organi della procedura di verificare la pretesa creditoria ed, eventualmente, di contestarla nelle sedi opportune.

Pertanto, ai sensi dell’art. 87, comma 2, del d.P.R. n. 602/73, è sufficiente che l’agente della riscossione produca l’estratto di ruolo per documentare il proprio credito e chiederne l’ammissione al passivo.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione stabilisce che la notificazione della cartella di pagamento non è un presupposto necessario per l’ammissione al passivo del credito tributario nel fallimento. È sufficiente che l’agente della riscossione presenti istanza di insinuazione corredata dall’estratto di ruolo. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: semplifica l’onere probatorio per gli agenti della riscossione nelle procedure concorsuali e assicura una maggiore celerità nell’accertamento dei crediti erariali, garantendo comunque al curatore fallimentare la possibilità di contestare la pretesa creditoria.

Per l’ammissione al passivo di un credito tributario è necessaria la notifica della cartella di pagamento?
No, secondo la Corte di Cassazione la notificazione della cartella di pagamento non è un presupposto necessario per l’ammissione del credito allo stato passivo del fallimento.

L’estratto di ruolo è un documento sufficiente a provare il credito in un fallimento?
Sì, la Corte ha stabilito che è sufficiente che l’agente della riscossione corredi l’istanza di insinuazione al passivo con l’estratto di ruolo, il quale documenta l’esistenza dell’atto che ne è alla base e permette l’ammissione del credito.

Qual è la funzione della notifica della cartella se non è necessaria per l’ammissione al passivo?
La notifica ha principalmente una funzione informativa verso il debitore e serve a rendere il credito esigibile per un’eventuale esecuzione forzata individuale. Nel contesto fallimentare, tale funzione informativa viene assolta dal deposito della domanda di insinuazione stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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