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Alterità del giudice e nullità della sentenza di rinvio

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello emessa in sede di rinvio, poiché il collegio giudicante era parzialmente composto dagli stessi magistrati che avevano emesso la precedente decisione cassata. Questa violazione del principio di alterità del giudice, una garanzia fondamentale di imparzialità, ha comportato la nullità insanabile della pronuncia per vizio di costituzione del giudice. La causa è stata nuovamente rinviata alla Corte d’Appello per essere decisa da un collegio in composizione completamente diversa.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Alterità del Giudice: Sentenza Annullata se Decisa dagli Stessi Magistrati

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato con forza un principio cardine del nostro sistema processuale: il principio di alterità del giudice nel giudizio di rinvio. La vicenda, nata da una controversia su una servitù di passaggio, si è trasformata in una lezione di diritto processuale, dimostrando come le garanzie di imparzialità del giudice prevalgano su ogni valutazione di merito. La Corte ha stabilito che una sentenza emessa in sede di rinvio è irrimediabilmente nulla se anche solo un membro del collegio giudicante aveva già partecipato alla decisione precedentemente annullata.

I Fatti di Causa: una Lunga Vicenda Giudiziaria

La controversia ha origine nel 2005, quando un proprietario terriero cita in giudizio un vicino e l’ente provinciale per far dichiarare l’inesistenza di una servitù di passaggio sul proprio fondo. Il Tribunale accoglie la domanda, ma la successiva sentenza della Corte d’Appello viene dichiarata inammissibile per tardività.

Il caso arriva per la prima volta in Cassazione, che accoglie il ricorso e rinvia la causa alla stessa Corte d’Appello, ma in “diversa composizione”. A seguito del giudizio di rinvio, la Corte d’Appello rigetta nel merito il gravame, ritenendo che mancasse un atto formale di concessione del passaggio da parte dell’ente.

Contro questa nuova decisione, il soccombente propone un nuovo ricorso in Cassazione, basato su tre motivi. È il primo di questi a rivelarsi decisivo.

La Decisione della Cassazione e il Principio di Alterità del Giudice

Il ricorrente lamenta la nullità della sentenza per violazione del principio di alterità del giudice. Egli sostiene, e la Corte lo conferma, che due magistrati componenti il collegio che ha deciso in sede di rinvio erano gli stessi che avevano composto il collegio della prima sentenza d’appello, poi cassata.

La Corte di Cassazione ha ritenuto questo motivo non solo fondato, ma anche assorbente rispetto a tutti gli altri. Ciò significa che la violazione era così grave da rendere superfluo l’esame delle altre questioni sollevate, relative al merito della controversia sulla servitù.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha richiamato il suo consolidato orientamento, basato sull’articolo 383 del Codice di procedura civile. La norma che dispone il rinvio a un giudice di pari grado impone una duplice statuizione:
1. Competenza funzionale: individua l’ufficio giudiziario che dovrà trattare la causa.
2. Alterità fisica dei magistrati: stabilisce che le persone fisiche dei giudici che decideranno in sede di rinvio devono essere diverse da quelle che hanno pronunciato il provvedimento cassato.

La violazione di questa seconda regola non è un semplice problema di competenza interna tra sezioni dello stesso ufficio, ma un vizio che attiene alla costituzione del giudice, come previsto dall’art. 158 c.p.c. La presenza nel collegio di rinvio anche di un solo magistrato che aveva partecipato alla decisione annullata determina una nullità insanabile della sentenza, senza che sia nemmeno necessario un atto di ricusazione da parte della difesa.

La Cassazione ha chiarito che questa garanzia è fondamentale per assicurare che la nuova decisione sia priva di qualsiasi preconcetto derivante dal precedente giudizio. La sentenza cassatoria, disponendo il rinvio, ha già implicitamente statuito sull’alterità, e questo vincolo non può essere disatteso.

Conclusioni: L’Impatto della Decisione

Accogliendo il primo motivo, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello e ha rinviato per la seconda volta la causa alla Corte d’Appello di Salerno, specificando nuovamente che dovrà essere decisa in “diversa composizione”.

Questa pronuncia ribadisce l’importanza cruciale delle garanzie procedurali per un giusto processo. Il principio di alterità del giudice non è una mera formalità, ma una tutela sostanziale dell’imparzialità e della terzietà del giudicante. La decisione assicura che il nuovo esame della controversia sia genuinamente nuovo e non influenzato, neppure potenzialmente, dalla precedente valutazione che la Cassazione ha già ritenuto errata. Per le parti in causa, questo significa un ulteriore prolungamento dei tempi processuali, ma anche la certezza che il loro caso sarà infine giudicato da un organo che offre le massime garanzie di un giudizio equo.

Cosa significa il principio di “alterità del giudice” nel giudizio di rinvio?
Significa che i giudici (intesi come persone fisiche) che decidono una causa dopo che questa è stata rinviata dalla Corte di Cassazione devono essere diversi da quelli che avevano emesso la sentenza precedentemente annullata. È una garanzia di imparzialità.

Qual è la conseguenza se il principio di alterità del giudice non viene rispettato?
La sentenza emessa in sede di rinvio da un collegio non correttamente composto è affetta da nullità per vizio di costituzione del giudice, ai sensi dell’art. 158 c.p.c. Di conseguenza, la sentenza deve essere cassata.

Perché la Corte di Cassazione ha “assorbito” gli altri motivi di ricorso?
La Corte ha applicato il principio dell’assorbimento perché il primo motivo, relativo alla violazione dell’alterità del giudice, era di per sé sufficiente a determinare l’annullamento completo della sentenza impugnata. L’esame degli altri motivi, relativi al merito della causa, è diventato quindi superfluo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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