LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Aggravamento servitù: il titolo costitutivo prevale

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di presunto aggravamento servitù di passaggio dovuto alla creazione di nuovi varchi e alla posa di tubature. La Corte ha cassato la decisione d’appello, affermando che per determinare l’esistenza di un aggravamento è fondamentale analizzare prioritariamente il titolo costitutivo della servitù. Le norme sul minor aggravio sono solo sussidiarie e si applicano solo se il titolo è poco chiaro. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Aggravamento Servitù di Passaggio: Quando il Titolo Costitutivo è Sovrano

Il concetto di aggravamento servitù è spesso al centro di complesse dispute immobiliari. Ma cosa succede quando il proprietario del fondo che beneficia di un diritto di passaggio decide di aprire nuovi accessi? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: la gerarchia delle fonti che regolano una servitù. La Corte ha stabilito che prima di invocare il principio del ‘minor aggravio’, è indispensabile esaminare attentamente il titolo costitutivo del diritto. Approfondiamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Nuovi Varchi e Tubature su Fondo Altrui

Il proprietario di un fondo citava in giudizio il vicino, titolare di una servitù di passaggio sulla sua strada privata. L’attore lamentava che il vicino avesse aggravato la servitù realizzando due nuovi varchi (uno carrabile e uno pedonale) e installando condotte sotterranee per acqua e gas, chiedendone la rimozione e il risarcimento dei danni. A suo dire, queste opere rendevano più difficile l’uso della sua proprietà, riducendo lo spazio per il parcheggio e ledendo la privacy e la tranquillità.

La Decisione della Corte d’Appello: Un’Interpretazione a Favore del Fondo Servente

Inizialmente, il Tribunale aveva respinto la domanda. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione. I giudici di secondo grado ritenevano che l’apertura di nuovi accessi, in assenza di indicazioni specifiche nel titolo, costituisse un aggravamento servitù. Applicando l’art. 1065 c.c., che prevede l’esercizio della servitù con il minor aggravio possibile per il fondo servente, la Corte ordinava la chiusura dei varchi e la rimozione delle tubature, valorizzando le lamentele relative all’aumento del transito, alla perdita di privacy e al rumore.

L’Aggravamento Servitù secondo la Cassazione: L’Analisi del Titolo è Prioritaria

La questione è giunta dinanzi alla Suprema Corte, che ha accolto i motivi di ricorso del proprietario del fondo dominante, cassando la sentenza d’appello. La Cassazione ha censurato la Corte territoriale per un vizio fondamentale: non aver esaminato il titolo costitutivo della servitù, ovvero l’atto di divisione del 1983 che aveva dato origine al diritto.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di diritti reali: l’art. 1063 c.c. stabilisce una chiara gerarchia delle fonti per regolare estensione ed esercizio delle servitù. La fonte primaria è sempre il titolo costitutivo. Solo se questo presenta lacune o imprecisioni non superabili con i normali criteri interpretativi, si può ricorrere a norme sussidiarie come quelle degli artt. 1064 e 1065 c.c. (tra cui il criterio del minor aggravio).

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva applicato direttamente l’art. 1065 c.c. come una ‘petizione di principio’, senza prima verificare cosa prevedesse l’atto di divisione. Questo errore metodologico ha impedito di accertare l’effettiva estensione della servitù originariamente pattuita tra le parti. L’atto avrebbe potuto, ad esempio, concedere un diritto di passaggio generico su tutta l’area della strada, rendendo legittima l’apertura di nuovi accessi.

Inoltre, la motivazione della Corte d’Appello sull’aggravamento è stata giudicata apparente e apodittica, basata su presunte ricadute negative (privacy, rumore, riduzione parcheggio) senza alcun riscontro probatorio.

Le Conclusioni

La Suprema Corte ha cassato la sentenza e rinviato la causa alla Corte d’Appello di Palermo, in diversa composizione, che dovrà riesaminare la vicenda attenendosi a un principio chiaro: l’analisi deve partire dal titolo costitutivo. Solo dopo averne interpretato la portata sarà possibile valutare se le opere realizzate costituiscano un aggravamento servitù o un legittimo esercizio del diritto. Questa decisione riafferma la centralità della volontà delle parti, espressa nel titolo, come faro per dirimere le controversie sui limiti e le modalità di esercizio delle servitù.

L’apertura di nuovi varchi su una strada soggetta a servitù di passaggio costituisce sempre un aggravamento della servitù?
No, non necessariamente. Secondo la Cassazione, è fondamentale esaminare prima il titolo costitutivo della servitù. Se il titolo non pone limiti specifici al punto di accesso e consente il passaggio su tutta l’area, l’apertura di nuovi varchi potrebbe essere un legittimo esercizio del diritto e non un aggravamento.

Qual è il criterio principale per definire l’estensione e le modalità di una servitù?
Il criterio principale e prioritario è il titolo costitutivo (es. un contratto, un testamento o un atto di divisione). Le norme di legge, come l’art. 1065 c.c. che impone di esercitare la servitù con il minor aggravio per il fondo servente, hanno un ruolo sussidiario e si applicano solo quando il titolo è lacunoso o impreciso.

La richiesta di rimuovere una tubatura, specificata solo dopo una perizia tecnica (c.t.u.), è considerata una domanda nuova e quindi tardiva?
No. La Corte ha stabilito che se l’atto di citazione iniziale conteneva già una richiesta generica di rimozione di ogni manufatto e tubatura, la successiva specificazione del ‘tubo interrato’ emersa dalla perizia rappresenta una mera precisazione della domanda originaria e non una domanda nuova. Pertanto, non è tardiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati