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Affidamento legittimo e TFR: Cassazione n. 13244/2024

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13244/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di TFR per i dipendenti pubblici con contratti a termine. Il caso riguarda una lavoratrice che non aveva richiesto il TFR alla scadenza di ogni contratto, fidandosi di una circolare dell’ente previdenziale che ne posticipava l’esigibilità. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva dichiarato prescritto il diritto, affermando che il giudice deve valutare l’affidamento legittimo generato dalla condotta dell’ente stesso, che non può poi contraddirsi eccependo la prescrizione.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Affidamento Legittimo e TFR: Come una Circolare INPS Può Sospendere la Prescrizione

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 13244 del 14 maggio 2024 affronta un tema cruciale nel diritto del lavoro pubblico: il diritto al Trattamento di Fine Rapporto (TFR) in caso di contratti a termine successivi e l’impatto del principio di affidamento legittimo sulla prescrizione. La decisione chiarisce che la Pubblica Amministrazione non può prima indurre il cittadino a un certo comportamento con le proprie circolari e poi avvantaggiarsene eccependo la prescrizione del diritto.

I Fatti del Caso: Contratti a Termine e TFR Negato

Una lavoratrice, impiegata come maestra d’infanzia presso un Comune con una serie di contratti a tempo determinato consecutivi dal 2001 al 2008, non aveva mai ricevuto il TFR alla scadenza di ciascun contratto. L’ente previdenziale, all’epoca INPDAP (ora INPS), sosteneva, sulla base di una propria circolare del 2002, che i vari rapporti di lavoro costituissero un’unica ‘unità previdenziale’. Di conseguenza, il TFR sarebbe stato esigibile solo alla cessazione definitiva del rapporto con l’amministrazione, e non al termine di ogni singolo contratto.

Quando la lavoratrice, anni dopo, ha agito in giudizio per ottenere le somme maturate, l’ente previdenziale si è difeso sollevando l’eccezione di prescrizione, sostenendo che il diritto per i singoli ratei di TFR si fosse estinto per il decorso di cinque anni dalla cessazione di ogni contratto.

Il Percorso Giudiziario e l’Eccezione di Prescrizione

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla lavoratrice, respingendo l’eccezione di prescrizione proprio perché la condotta dell’ente previdenziale era stata quella di riconoscere il diritto, seppur differendone il pagamento. La Corte d’Appello, invece, aveva riformato la decisione, accogliendo l’eccezione di prescrizione dell’INPS e applicando rigorosamente il termine quinquennale a partire dalla fine di ogni contratto, in linea con un orientamento consolidato delle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 24280/2014).

La lavoratrice ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando, tra le altre cose, la violazione del principio di affidamento legittimo: non poteva esserle imputata un’inerzia colpevole, dato che il suo comportamento era stato una diretta conseguenza delle indicazioni fornite dalla stessa circolare dell’ente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione: la Tutela dell’Affidamento Legittimo

La Suprema Corte ha accolto i motivi di ricorso della lavoratrice, pur confermando che, in linea di principio, il termine di prescrizione del TFR decorre dalla cessazione di ogni singolo rapporto di lavoro. Il punto focale della decisione, tuttavia, è un altro.

I giudici hanno stabilito che la Corte d’Appello ha commesso un errore omettendo di valutare un elemento decisivo: l’affidamento legittimo che la circolare dell’INPDAP aveva ingenerato nella lavoratrice. Tale circolare, affermando l’inesigibilità del TFR fino alla cessazione dell’ ‘unità previdenziale’, aveva di fatto indotto la lavoratrice a non attivarsi per richiederne il pagamento alla scadenza di ogni contratto. Questo affidamento era stato persino rafforzato dalla linea difensiva iniziale dell’ente nel giudizio di primo grado.

Secondo la Cassazione, la condotta dell’ente previdenziale è incompatibile con la successiva eccezione di prescrizione. Un ente pubblico non può adottare un comportamento che induce il cittadino a ritenere che un proprio diritto sia esistente ma semplicemente differito nel tempo, per poi, una volta che il cittadino agisce, eccepire che quel diritto si è estinto proprio a causa del tempo trascorso.

La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello con rinvio, incaricando la Corte d’Appello, in diversa composizione, di riesaminare la questione tenendo conto del legittimo affidamento della lavoratrice, quale potenziale causa ostativa all’eccezione di prescrizione.

Le Conclusioni: l’Importanza della Buona Fede della Pubblica Amministrazione

Questa ordinanza ribadisce un principio di civiltà giuridica: il rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione deve essere improntato ai canoni di correttezza e buona fede. L’affidamento del privato sulla coerenza e prevedibilità dell’azione amministrativa è un valore da tutelare. La decisione implica che la Pubblica Amministrazione non può trarre vantaggio da proprie indicazioni che si sono poi rivelate errate, specialmente quando queste hanno condizionato le scelte del cittadino, inducendolo a un’inerzia che altrimenti non ci sarebbe stata. Per i lavoratori con contratti a termine nel settore pubblico, si tratta di una pronuncia di grande importanza, che offre uno strumento di tutela contro comportamenti contraddittori degli enti previdenziali.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il TFR nei contratti a termine del pubblico impiego?
In base alla normativa e alla giurisprudenza consolidata, il termine di prescrizione del diritto al TFR per i contratti a tempo determinato nel pubblico impiego inizia a decorrere dalla cessazione di ogni singolo contratto di lavoro.

Una circolare di un ente pubblico può impedire che un diritto si prescriva?
Secondo questa ordinanza, se una circolare di un ente pubblico ingenera nel cittadino un legittimo affidamento sul fatto che un diritto è esistente anche se non immediatamente esigibile, l’ente non può successivamente eccepire la prescrizione. Il giudice deve valutare tale affidamento come un comportamento incompatibile con la volontà di avvalersi della prescrizione.

Cos’è l’affidamento legittimo e perché è stato decisivo in questo caso?
L’affidamento legittimo è la fiducia che un soggetto ripone nella coerenza e stabilità di un comportamento della Pubblica Amministrazione. È stato decisivo perché la lavoratrice si è astenuta dal richiedere il TFR proprio perché si fidava della circolare dell’ente previdenziale, che ne posticipava il pagamento. La Corte ha ritenuto che questa fiducia, indotta dall’ente stesso, debba essere tutelata, impedendo all’ente di beneficiare dell’inerzia che esso stesso ha causato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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