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Adeguamento borse specializzandi: La Cassazione nega

Un gruppo di medici specializzandi ha richiesto l’adeguamento delle borse di studio percepite tra il 1995 e il 2007, sia per l’inflazione che per l’evoluzione contrattuale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che il blocco degli adeguamenti, disposto da varie leggi in quel periodo, era legittimo e non violava le direttive europee sulla remunerazione. La Corte ha stabilito che non sussiste il diritto all’aumento delle borse di studio per gli anni in questione.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Adeguamento borse specializzandi: la Cassazione mette un punto fermo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su una questione che ha interessato per anni migliaia di medici: il diritto all’adeguamento delle borse di studio per i corsi di specializzazione frequentati tra il 1995 e il 2007. La decisione conferma un orientamento ormai consolidato, rigettando le pretese dei medici e chiarendo la legittimità del blocco degli aumenti disposto dalla normativa nazionale in quel periodo.

I fatti del caso

Un nutrito gruppo di medici, che aveva frequentato corsi di specializzazione post-laurea presso un’università italiana tra il 1995 e il 2007, aveva intrapreso un’azione legale contro diverse istituzioni pubbliche. La loro richiesta era semplice: ottenere il riconoscimento del diritto all’adeguamento della borsa di studio, che non era mai stato corrisposto.

Nello specifico, i medici chiedevano due tipi di adeguamento previsti dal d.lgs. 257 del 1991:
1. Un incremento annuale basato sul tasso di inflazione.
2. Una rideterminazione triennale dell’importo basata sull’evoluzione della contrattazione collettiva del settore.

Il Tribunale di primo grado aveva parzialmente accolto le loro domande, riconoscendo il solo adeguamento triennale. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, respingendo integralmente le richieste dei medici. Contro questa sentenza, i professionisti hanno proposto ricorso in Cassazione.

La questione dell’adeguamento borse specializzandi e il blocco normativo

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione di una serie di leggi che, a partire dal 1992, hanno di fatto “congelato” i meccanismi di adeguamento previsti dalla normativa originaria del 1991. I ricorrenti sostenevano che tale blocco fosse illegittimo e in contrasto con le direttive europee che impongono una “adeguata remunerazione” per i medici in formazione specialistica.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha disatteso completamente le tesi dei ricorrenti, rigettando entrambi i ricorsi (il principale e quello incidentale successivo). La decisione si fonda su un orientamento giurisprudenziale solido, recentemente ribadito anche dalle Sezioni Unite. Secondo la Corte, il rapporto tra i medici specializzandi e l’università non è configurabile come un rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato, bensì come un rapporto formativo speciale, regolato da una propria disciplina legale.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si articolano su due piani principali: quello del diritto interno e quello del diritto eurounitario.

1. Diritto Interno: La Cassazione ha confermato che una serie ininterrotta di disposizioni legislative, a partire dal D.L. 384/1992, ha legittimamente sospeso l’applicazione dei meccanismi di adeguamento annuale e triennale per gli anni accademici compresi tra il 1992/1993 e il 2005/2006. Questa “sterilizzazione” degli aumenti rientrava nella piena discrezionalità del legislatore nazionale, dettata da esigenze di contenimento della spesa pubblica.

2. Diritto Eurounitario: La Corte ha escluso una violazione del diritto dell’Unione Europea. Si è stabilito che lo Stato italiano aveva già adempiuto all’obbligo di garantire un'”adeguata rimunerazione” con l’emanazione del d.lgs. 257/1991. Le successive modifiche normative, incluso il blocco degli adeguamenti e l’introduzione di un nuovo sistema a partire dal 2006/2007, sono state il frutto di scelte discrezionali del legislatore nazionale e non una tardiva o errata attuazione delle direttive comunitarie. Di conseguenza, non sussiste alcun diritto al risarcimento del danno per violazione del diritto UE.

Le conclusioni

L’ordinanza pone un punto fermo sulla questione dell’adeguamento borse specializzandi per il periodo antecedente alla riforma del 2006/2007. La Corte ha chiarito che il blocco degli aumenti è stato una scelta legislativa legittima e non sindacabile in sede giudiziaria né sul piano interno né su quello europeo. Per i medici che hanno frequentato la specializzazione in quegli anni, viene quindi esclusa la possibilità di ottenere gli adeguamenti economici richiesti. La complessità del quadro normativo ha tuttavia indotto la Corte a compensare integralmente le spese legali tra le parti.

I medici specializzandi degli anni accademici 1992-2006 hanno diritto all’adeguamento della borsa di studio?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una serie di leggi nazionali ha legittimamente bloccato sia l’incremento annuale legato all’inflazione sia la rideterminazione triennale per tutto il periodo in questione, escludendo quindi il diritto a tali aumenti.

Il blocco degli adeguamenti delle borse di studio ha violato il diritto dell’Unione Europea?
No. La Corte ha stabilito che l’Italia aveva già adempiuto al suo obbligo di prevedere una “adeguata remunerazione” con il d.lgs. 257/1991. Il successivo blocco degli adeguamenti è stata una scelta di politica economica interna rientrante nella discrezionalità del legislatore nazionale e non una violazione delle direttive europee.

Perché il nuovo sistema di retribuzione, più favorevole e introdotto dal 1999, non è stato applicato retroattivamente?
La Corte ha chiarito che l’introduzione di una normativa migliorativa (come quella del d.lgs. 368/1999, applicata dal 2006/2007) è una scelta discrezionale del legislatore. Quest’ultimo ha la facoltà di decidere il momento dell’entrata in vigore di una legge più favorevole, senza che ciò crei una situazione di illegittimità o violazione di diritti acquisiti per il passato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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