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Acquisizione Sanante: Stop al Giudizio in Cassazione

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un caso di occupazione illegittima di un terreno da parte di un Comune, protrattasi per decenni. La sospensione è dovuta alla sopravvenuta notizia di un’acquisizione sanante del bene da parte dell’ente pubblico. La Corte ha rinviato la causa per consentire alle parti di produrre il provvedimento e discutere le sue conseguenze giuridiche, che potrebbero trasformare la richiesta di risarcimento del danno in un diritto a un indennizzo specifico.

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Acquisizione Sanante: la Cassazione Ferma il Processo e Chiede Chiarimenti

Una lunga controversia tra un Comune e i proprietari di un terreno, iniziata con un’occupazione d’urgenza nel 1986, arriva al suo culmine in Corte di Cassazione. Tuttavia, un colpo di scena procedurale ferma tutto: la notizia di una possibile acquisizione sanante da parte dell’ente pubblico. Con un’ordinanza interlocutoria, la Suprema Corte ha deciso di sospendere il giudizio per fare luce su questo nuovo, decisivo elemento.

I Fatti: Una Lunga Battaglia per un Terreno Occupato

La vicenda ha origine nel 1986, quando un Comune dispone l’occupazione d’urgenza di un terreno di proprietà privata per la realizzazione di un piano di edilizia popolare. L’occupazione avviene, ma la procedura espropriativa non viene mai portata a termine. Passano gli anni e, nel 1995, i proprietari del terreno avviano un’azione legale per ottenere la restituzione del bene e il risarcimento dei danni subiti, lamentando che sul terreno non era stata costruita alcuna opera.

Il Percorso Giudiziario: Dalla Restituzione alla Quantificazione del Danno

Il Tribunale di primo grado, nel 2007, accoglie la domanda, ordina la restituzione del terreno e condanna il Comune a un cospicuo risarcimento per la mancata disponibilità del bene a partire dal 1993, data di scadenza del periodo di occupazione legittima. La Corte d’Appello, successivamente, conferma la qualifica dell’occupazione come ‘usurpativa’ e, dopo una complessa fase istruttoria, quantifica in via definitiva il danno nel 2017.

Contro questa decisione, sia il Comune che i proprietari propongono ricorso in Cassazione. Il Comune contesta l’obbligo di restituzione, invocando l’istituto dell’accessione invertita, mentre i proprietari lamentano un’errata quantificazione del valore del bene e del danno risarcibile.

Il Provvedimento di Acquisizione Sanante e lo Stop della Cassazione

Quando il caso sembrava pronto per la decisione finale, i legali dei proprietari hanno informato la Corte che, nelle more del giudizio, il Comune avrebbe adottato un provvedimento di acquisizione sanante ai sensi dell’art. 42-bis del Testo Unico Espropriazioni. Questo atto amministrativo è uno strumento eccezionale che consente alla Pubblica Amministrazione di acquisire, in modo retroattivo, la proprietà di un immobile che ha occupato e trasformato illegittimamente, a fronte del pagamento di un indennizzo al proprietario.

La notizia ha cambiato completamente le carte in tavola. La Corte di Cassazione, rilevando di non avere agli atti il suddetto provvedimento, ha ritenuto indispensabile fare chiarezza.

Le Motivazioni della Sospensione

L’ordinanza interlocutoria della Suprema Corte si fonda sulla necessità di valutare le conseguenze giuridiche di questo nuovo atto. L’eventuale esistenza di un provvedimento di acquisizione sanante efficace modificherebbe la natura stessa del contenzioso. La pretesa dei privati, originariamente basata su un illecito (l’occupazione usurpativa) e finalizzata alla restituzione e al risarcimento del danno, si trasformerebbe in un diritto a percepire l’indennizzo previsto specificamente dalla legge per questa procedura.

In sostanza, la causa non verterebbe più su un danno da fatto illecito, ma sulla corretta applicazione delle norme sull’indennizzo da esproprio sanato. Per questo motivo, la Corte ha rinviato la causa a nuovo ruolo, assegnando alle parti un termine di trenta giorni per produrre il provvedimento e prendere posizione sulle sue implicazioni.

Conclusioni: L’Impatto del Provvedimento di Acquisizione Sanante

Questa decisione dimostra in modo emblematico come un atto amministrativo sopravvenuto possa incidere profondamente su un giudizio civile, anche quando questo è giunto al suo ultimo grado. La Corte di Cassazione, agendo con prudenza, ha sospeso la decisione per assicurarsi di giudicare sulla base di un quadro fattuale e giuridico completo e aggiornato. Il destino di questa lunga controversia non dipenderà più solo dall’interpretazione delle norme sul risarcimento del danno, ma dalla validità e dagli effetti del provvedimento di acquisizione sanante che il Comune avrebbe emanato.

Cosa succede se una Pubblica Amministrazione occupa un terreno senza completare l’esproprio?
L’occupazione diventa illegittima (o ‘usurpativa’) e il proprietario ha diritto alla restituzione del bene e al risarcimento del danno per il mancato godimento, a meno che l’Amministrazione non adotti un provvedimento di acquisizione sanante.

Cos’è un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione?
È una decisione non definitiva con cui la Corte non decide il merito del ricorso, ma regola lo svolgimento del processo. In questo caso, ha disposto il rinvio della causa per acquisire un documento fondamentale e permettere alle parti di discutere le sue implicazioni.

In che modo un’acquisizione sanante può influenzare una causa già in corso?
Può trasformare radicalmente l’oggetto della controversia. La richiesta di risarcimento per un fatto illecito viene sostituita dal diritto a ricevere un indennizzo specifico previsto dalla legge (art. 42-bis D.P.R. 327/2001), costringendo il giudice a valutare la questione sotto una luce giuridica completamente diversa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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