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Acquisizione sanante: la giurisdizione del giudice

Una cittadina si oppone a un’occupazione di un suo terreno da parte del Comune, che vi costruisce un parcheggio e poi ne dispone l’acquisizione sanante. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11650/2025, ha stabilito che la giurisdizione per determinare l’intera indennità spetta al giudice ordinario (civile), anche se il giudice amministrativo si è già pronunciato su una singola voce di danno, come quella per l’occupazione illegittima. La Corte ha chiarito che l’indennità è un concetto unitario e un giudicato parziale non può impedire al giudice competente di valutare l’intera questione.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Acquisizione Sanante: la Cassazione definisce i confini della giurisdizione

L’istituto dell’acquisizione sanante, previsto dall’art. 42-bis del Testo Unico Espropri, rappresenta uno strumento complesso con cui la Pubblica Amministrazione può regolarizzare l’acquisizione di un bene privato occupato senza titolo. Tuttavia, le procedure possono generare contenziosi complessi, specialmente riguardo alla ripartizione delle competenze tra giudice amministrativo e giudice ordinario. Con la recente ordinanza n. 11650 del 2025, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale su questo punto, stabilendo che la giurisdizione sulla determinazione dell’indennità spetta al giudice civile, anche in presenza di una precedente pronuncia parziale del TAR.

I Fatti del Caso

Una cittadina era proprietaria di un terreno che un Comune aveva occupato d’urgenza nel 2002 per costruirvi un parcheggio. L’opera era stata effettivamente realizzata, ma senza che il procedimento di esproprio venisse mai perfezionato. Anni dopo, a seguito di un contenzioso amministrativo, il Comune ha emesso un provvedimento di acquisizione sanante per regolarizzare la situazione. La proprietaria ha impugnato tale provvedimento davanti alla Corte d’Appello, chiedendo la rideterminazione della giusta somma da corrisponderle. Parallelamente, in un altro giudizio, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) aveva annullato il decreto di acquisizione limitatamente ai criteri di quantificazione del danno patrimoniale, accogliendo in parte le ragioni della proprietaria. La Corte d’Appello ha però dichiarato inammissibile il ricorso della cittadina, sostenendo che le sentenze del TAR fossero ormai definitive (passate in giudicato) e che il credito indennitario non potesse essere suddiviso.

La Decisione della Corte sull’Acquisizione Sanante

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la decisione della Corte d’Appello, accogliendo il ricorso della proprietaria. Il punto centrale della controversia era stabilire se la decisione parziale del giudice amministrativo sul risarcimento per l’occupazione illegittima creasse un “giudicato esterno” tale da precludere al giudice ordinario di pronunciarsi sull’intera indennità dovuta per l’acquisizione sanante. Secondo la Cassazione, la risposta è negativa. La giurisdizione per la determinazione dell’indennità da esproprio (e quindi anche quella ex art. 42-bis) è del giudice ordinario.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su due argomenti principali. In primo luogo, ha sottolineato che l’indennità prevista dall’art. 42-bis ha una natura unitaria e non è scomponibile nelle diverse voci che la compongono (valore venale del bene, danno per il periodo di occupazione, ecc.). La pronuncia del TAR, che riguardava solo il danno da occupazione illegittima, si è limitata a giudicare un singolo elemento del fatto, non l’intera sequenza giuridica “fatto-norma-effetto” che costituisce la statuizione su cui si forma il giudicato. Pertanto, quella del TAR non era una pronuncia di merito sull’intera indennità che potesse vincolare il giudice ordinario. In secondo luogo, il giudicato esterno si forma sulla giurisdizione solo quando vi è una pronuncia esplicita sul merito. In questo caso, il giudice amministrativo si era occupato solo di un aspetto parziale (il danno da occupazione), senza mai entrare nel merito della quantificazione dell’indennità complessiva, materia che lo stesso TAR aveva riconosciuto come appartenente alla giurisdizione del giudice ordinario. Di conseguenza, non si è formato alcun giudicato opponibile sulla giurisdizione.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Corte di Cassazione riafferma un principio cruciale a tutela del cittadino: la competenza a determinare l’intera indennità per l’acquisizione sanante spetta al giudice ordinario. Una sentenza parziale del giudice amministrativo su una singola componente del danno non può precludere al proprietario del bene di adire il giudice competente per ottenere una valutazione completa e unitaria di quanto gli spetta. Questa decisione garantisce che la valutazione dell’indennità avvenga in un’unica sede, quella civile, evitando frammentazioni del giudizio e assicurando una tutela più completa dei diritti dei proprietari espropriati.

Che cos’è l’acquisizione sanante?
È un provvedimento con cui una pubblica amministrazione può acquisire, a posteriori, la proprietà di un terreno che ha occupato e trasformato in modo irreversibile senza un regolare decreto di esproprio, pagando al proprietario un’indennità per il pregiudizio subito.

Una sentenza del TAR su una parte dell’indennità impedisce al giudice civile di decidere sul resto?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la pronuncia del giudice amministrativo su una singola voce di danno (come quella per l’occupazione illegittima) non crea un giudicato che impedisca al giudice civile di determinare l’intera e unitaria indennità prevista dall’art. 42-bis.

Quale giudice è competente a decidere sull’indennità per l’acquisizione sanante?
La giurisdizione per la determinazione e la liquidazione dell’indennità dovuta in conseguenza di un’acquisizione sanante appartiene al giudice ordinario, ovvero alla Corte d’Appello in unico grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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