LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Acquisizione sanante: come si calcola l’indennizzo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18669/2024, ha respinto il ricorso di un privato contro un Comune in un caso di acquisizione sanante. La Corte ha stabilito che, per calcolare l’indennizzo, il valore del bene va determinato alla data del decreto di acquisizione e non al momento della precedente occupazione. Inoltre, ha confermato che l’uso dei Valori Agricoli Medi (VAM) è un parametro legittimo per determinare il valore venale di un terreno non edificabile, quando non esistono altre possibilità legali di utilizzo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Acquisizione Sanante: la Cassazione Definisce i Criteri per l’Indennizzo

L’acquisizione sanante prevista dall’art. 42-bis del Testo Unico Espropriazioni è uno strumento cruciale che permette alla Pubblica Amministrazione di regolarizzare l’occupazione illegittima di un bene privato. Ma come si calcola il giusto indennizzo per il proprietario? Con la recente ordinanza n. 18669/2024, la Corte di Cassazione fornisce chiarimenti fondamentali su due aspetti centrali: il momento esatto a cui riferire la valutazione del bene e la legittimità dell’uso dei Valori Agricoli Medi (VAM) per i terreni non edificabili.

I Fatti di Causa: L’Acquisizione di un Terreno per Viabilità Pubblica

Il caso riguarda un proprietario di un fondo che si è visto espropriato di una porzione di terreno da parte di un Comune per la realizzazione di opere di viabilità pubblica. Poiché l’occupazione era avvenuta senza un titolo valido, l’amministrazione ha attivato la procedura di acquisizione sanante per regolarizzare la situazione. La Corte d’Appello, chiamata a determinare l’indennizzo, lo ha liquidato considerando il terreno come non edificabile e basandosi sui Valori Agricoli Medi (VAM), in assenza di altri parametri applicabili. Il proprietario, ritenendo la valutazione ingiusta, ha presentato ricorso in Cassazione.

Il Ricorso in Cassazione: Due Punti Chiave

Il ricorrente ha basato le sue censure su due argomenti principali:

1. Errore nella determinazione del momento valutativo: Secondo il proprietario, la Corte d’Appello avrebbe dovuto valutare il terreno in base alla sua destinazione urbanistica al momento dell’originaria occupazione e non a quella successiva, al tempo del decreto di acquisizione, quando ormai il bene era stato trasformato in strada pubblica. Inoltre, contestava la qualificazione del vincolo urbanistico come “conformativo” anziché “espropriativo”.
2. Applicazione illegittima dei VAM: Il ricorrente sosteneva che l’uso dei VAM fosse illegittimo, in quanto la Corte Costituzionale ne aveva dichiarato l’incostituzionalità, privilegiando il criterio del valore di mercato.

Le Motivazioni della Corte sulla Acquisizione Sanante

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, offrendo motivazioni dettagliate che chiariscono la corretta applicazione dell’art. 42-bis.

Il Momento Rilevante per la Valutazione

Il punto centrale della decisione riguarda il tempo della valutazione. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: nell’acquisizione sanante, il momento rilevante per determinare il valore del bene ai fini dell’indennizzo è la data di adozione del provvedimento di acquisizione. Questo perché l’atto ha un’efficacia ex nunc (da ora), sanando la situazione dal momento della sua emanazione, e non ex tunc (retroattivamente). Pertanto, la Corte d’Appello ha agito correttamente nel considerare la situazione urbanistica del terreno al momento del decreto del 2015, e non a quello della trasformazione irreversibile avvenuta nel 2012. L’indagine deve essere condotta alla data in cui si realizza l’effetto traslativo della proprietà.

L’Utilizzo dei VAM e il Valore di Mercato nell’Acquisizione Sanante

Sul secondo motivo, la Corte ha precisato la portata della sentenza n. 181/2011 della Corte Costituzionale. Tale pronuncia non ha eliminato del tutto i VAM dal sistema, ma ha stabilito che l’indennizzo deve avere un “rapporto ragionevole con il valore del bene”.
La Cassazione ha spiegato che, quando un terreno è classificato come agricolo e non edificabile, e non esistono possibilità legali di un utilizzo intermedio, il valore di mercato coincide sostanzialmente con il suo valore agricolo. In tale contesto, il giudice di merito può legittimamente utilizzare i VAM come “utile parametro di riferimento” nell’esercizio della sua discrezionalità valutativa per determinare il valore venale del bene. La Corte d’Appello non ha quindi violato la legge, ma ha correttamente interpretato i principi costituzionali, usando i VAM come uno strumento per arrivare a una stima del valore di mercato in assenza di alternative concrete.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida due principi fondamentali in materia di acquisizione sanante:

1. Tempistica della stima: L’indennizzo patrimoniale deve essere calcolato sulla base del valore venale del bene al momento dell’adozione del decreto di acquisizione, non in un momento precedente.
2. Criteri di valutazione: Per i terreni non edificabili e privi di altre potenzialità legali, i VAM restano un parametro valido e utilizzabile dal giudice per determinare il valore di mercato, purché l’obiettivo finale resti quello di assicurare un serio ristoro al proprietario espropriato.

Questa decisione offre certezza giuridica sia alle pubbliche amministrazioni, che sanno come procedere per sanare le occupazioni illegittime, sia ai proprietari, che vedono definiti con chiarezza i criteri per la determinazione del giusto indennizzo.

In caso di acquisizione sanante, a quale momento bisogna fare riferimento per calcolare il valore dell’immobile?
La Corte di Cassazione ha stabilito che il valore del bene deve essere calcolato con riferimento alla data di adozione del decreto di acquisizione, poiché è in quel momento che si perfeziona il trasferimento della proprietà, con effetto non retroattivo (ex nunc).

È ancora possibile utilizzare i VAM (Valori Agricoli Medi) per calcolare l’indennizzo di un’area non edificabile?
Sì. La Corte ha chiarito che, sebbene l’indennizzo debba basarsi sul valore di mercato, i VAM possono essere utilizzati come un utile parametro di riferimento dal giudice quando non esistono altre possibilità legali di utilizzo dell’area diverse da quella agricola.

Può la Corte di Cassazione riesaminare la natura di un vincolo urbanistico (espropriativo o conformativo) decisa dal giudice di merito?
No. La Corte ha affermato che la valutazione sulla natura del vincolo e il conseguente calcolo dell’indennità costituiscono un apprezzamento di fatto riservato al giudice di merito. Tale valutazione non può essere riesaminata in sede di legittimità, a meno che non sia viziata da errori logici o giuridici, cosa non riscontrata nel caso specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati