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Acquisizione sanante blocca la demolizione di opere

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9448/2024, ha stabilito che un provvedimento di acquisizione sanante, emesso dalla Pubblica Amministrazione durante un processo civile, rende improcedibile la domanda di demolizione di un’opera di pubblica utilità costruita in violazione delle distanze legali. Sebbene la giurisdizione resti del giudice ordinario, il diritto del proprietario danneggiato viene convertito da una richiesta di ripristino e risarcimento a un diritto all’indennizzo omnicomprensivo.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Acquisizione Sanante: Quando la Pubblica Amministrazione Salva un’Opera Illegittima

Una recente ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (n. 9448 del 9 aprile 2024) ha fatto luce su un complesso conflitto tra diritti di proprietà privata e interesse pubblico. Il caso riguarda una torre eolica costruita in violazione delle distanze legali e l’impatto di un provvedimento di acquisizione sanante emesso a processo in corso. La decisione chiarisce che tale atto amministrativo, pur non alterando la giurisdizione del giudice ordinario, paralizza la richiesta di demolizione e converte il diritto del privato in una pretesa indennitaria.

I Fatti del Caso: Una Torre Eolica Contesa

Due proprietari di fondi agricoli citavano in giudizio una società energetica che aveva installato una torre per la produzione di energia eolica su un terreno confinante. Secondo gli attori, l’aerogeneratore era stato costruito a una distanza inferiore a quella prescritta dalla legge, con le pale che invadevano la loro proprietà durante la rotazione. Chiedevano quindi la demolizione dell’opera (tecnicamente, l’arretramento) e il risarcimento dei danni subiti.

La società energetica si difendeva sostenendo, tra le altre cose, il difetto di giurisdizione del giudice ordinario, in favore di quello amministrativo, data la natura di pubblica utilità dell’impianto.

Il Percorso Giudiziario e la Svolta Amministrativa

Il Tribunale di primo grado si dichiarava parzialmente carente di giurisdizione. La Corte d’Appello, invece, ribaltava la decisione, affermando la piena giurisdizione del giudice ordinario e condannando la società all’arretramento della torre e al risarcimento dei danni.

La svolta avveniva durante il processo. La Pubblica Amministrazione, per regolarizzare la situazione, emetteva un decreto di acquisizione sanante ai sensi dell’art. 42-bis del Testo Unico Espropriazioni. Con questo atto, veniva imposta una servitù coattiva sui fondi dei proprietari, sanando di fatto la violazione delle distanze a fronte del pagamento di un indennizzo.

L’Impatto dell’Acquisizione Sanante sul Processo Civile

La società energetica ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Cassazione, sostenendo che il decreto di acquisizione sanante, divenuto definitivo, avesse privato il giudice ordinario del potere di ordinare la demolizione. Secondo la ricorrente, l’atto amministrativo aveva regolarizzato l’opera, trasformando la posizione dei proprietari da un diritto al ripristino a un mero diritto all’indennizzo, di competenza di altre sedi.

Le Motivazioni della Cassazione

Le Sezioni Unite hanno risolto la complessa questione con un’articolata motivazione.

In primo luogo, hanno confermato la giurisdizione del giudice ordinario. In base al principio della perpetuatio jurisdictionis (art. 5 c.p.c.), la giurisdizione si determina al momento dell’inizio della causa. Poiché la controversia era nata tra privati per la violazione di norme sulle distanze, la competenza era e rimaneva del giudice civile, indipendentemente dal successivo provvedimento amministrativo.

Tuttavia, la Corte ha dato pieno peso al decreto di acquisizione sanante. Questo provvedimento, volto a ripristinare la legalità amministrativa, ha l’effetto di consolidare la situazione di fatto, rendendo legittima l’opera così com’è. Di conseguenza, le domande originarie di demolizione (riduzione in pristino) e di risarcimento del danno diventano improcedibili. L’intervento della Pubblica Amministrazione ha “paralizzato” l’azione civile, sostituendo il diritto del privato alla tutela reale (la rimozione dell’opera) con una tutela per equivalente (l’indennizzo).

La Cassazione ha chiarito che l’indennizzo previsto dall’art. 42-bis copre sia il pregiudizio patrimoniale per l’asservimento del fondo sia il danno per il periodo di occupazione illegittima precedente al decreto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La decisione stabilisce un punto fermo nel rapporto tra giustizia civile e potere amministrativo. Anche se un privato avvia correttamente una causa per tutelare la sua proprietà, l’intervento della Pubblica Amministrazione tramite un’acquisizione sanante può neutralizzare le richieste di demolizione.

In sintesi:
1. Giurisdizione Stabile: La giurisdizione del giudice ordinario per le violazioni delle distanze tra privati non viene meno, anche se l’opera è di pubblica utilità.
2. Effetto Paralizzante dell’Atto Amministrativo: Un valido decreto di acquisizione sanante rende improcedibili le domande di demolizione e risarcimento del danno.
3. Conversione del Diritto: Il diritto soggettivo del proprietario a veder rispettate le distanze si trasforma in un diritto di credito, ovvero il diritto a percepire l’indennizzo stabilito dalla legge.

La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello nella parte in cui accoglieva le domande di demolizione e risarcimento, dichiarandole improcedibili per la sopravvenienza del decreto amministrativo.

A quale giudice spetta decidere una causa per violazione delle distanze da parte di un’opera di pubblica utilità?
La controversia appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario, poiché riguarda la violazione di diritti soggettivi tra privati, anche se l’opera è qualificata di pubblico interesse.

Un provvedimento amministrativo emesso durante una causa civile può cambiarne l’esito?
Sì. Un decreto di acquisizione sanante (ai sensi dell’art. 42-bis d.P.R. 327/2001), pur non alterando la giurisdizione del giudice, può rendere improcedibili le domande di demolizione e risarcimento del danno, perché regolarizza l’opera e converte il diritto del privato in un diritto a un indennizzo.

Il proprietario di un terreno può sempre ottenere la demolizione di una costruzione vicina che viola le distanze legali?
No. Se la costruzione è un’opera di pubblica utilità, la tutela del proprietario è limitata al risarcimento o all’indennità e non può consistere nella demolizione. Inoltre, se interviene un provvedimento di acquisizione sanante che impone una servitù, la pretesa di demolizione diventa definitivamente improcedibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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