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Accreditamento provvisorio: serve il contratto scritto

La Cassazione nega il pagamento a una clinica in regime di accreditamento provvisorio per prestazioni sanitarie fornite a un’ASL. La Corte ha stabilito che, anche in fase transitoria, è indispensabile un contratto scritto che definisca tariffe e limiti di spesa per far sorgere il diritto al corrispettivo.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Accreditamento Provvisorio Sanità: Senza Contratto Scritto Niente Pagamenti

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale per i rapporti tra strutture sanitarie private e Servizio Sanitario Nazionale: l’accreditamento provvisorio, da solo, non è sufficiente per garantire il pagamento delle prestazioni erogate. È sempre necessaria la stipula di un contratto scritto con l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) competente. Analizziamo questa importante decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un istituto di credito, in qualità di cessionario del credito di una clinica privata, aveva richiesto a un’ASL il pagamento di una serie di fatture per prestazioni sanitarie (dialisi) effettuate in un periodo in cui la clinica operava in regime di accreditamento provvisorio. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto la richiesta, sostenendo che l’assenza di un contratto scritto tra la clinica e l’ASL impediva il sorgere del diritto al compenso. La banca ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la linea dei giudici di merito. La decisione si fonda su un orientamento giurisprudenziale consolidato, secondo cui il passaggio dal vecchio sistema di convenzionamento al nuovo sistema di accreditamento ha cambiato la natura del rapporto tra ente pubblico e struttura privata. Anche nella fase transitoria dell’accreditamento provvisorio, non è più sufficiente la sola autorizzazione per poter erogare prestazioni a carico del SSN e pretenderne il pagamento. È indispensabile un accordo contrattuale formale.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito in modo inequivocabile le ragioni giuridiche alla base della sua decisione, smontando le argomentazioni della ricorrente.

Il Contratto come Fonte dell’Obbligazione

Il punto centrale della motivazione è che la fonte dell’obbligazione di pagamento da parte dell’ASL non è l’accreditamento in sé, ma il contratto stipulato con la struttura sanitaria. Questo contratto non è una mera formalità, ma un atto sostanziale con cui le parti definiscono elementi essenziali del rapporto. Con la sua sottoscrizione, la struttura privata accetta di rispettare le tariffe regionali, le condizioni per eventuali regressioni tariffarie e, soprattutto, i tetti massimi di spesa (budget) fissati per l’anno di esercizio. A sua volta, l’ente pubblico si impegna a pagare i corrispettivi secondo le modalità e i tempi concordati.

L’Accreditamento Provvisorio non Genera Obblighi Automatici

La Corte ha specificato che l’accreditamento provvisorio consente la prosecuzione dell’attività sanitaria in attesa dei provvedimenti definitivi, ma sempre a condizione che venga stipulato il relativo contratto. Non genera, quindi, obbligazioni ex lege (cioè per semplice effetto di legge) a carico della Pubblica Amministrazione. Senza il contratto, viene a mancare il collegamento giuridico che fonda la pretesa creditoria della struttura. Il solo fatto di aver erogato prestazioni, anche se rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza, non è sufficiente a creare un diritto al compenso.

A Chi Spetta il Diritto al Rimborso?

Un altro aspetto cruciale toccato dalla Corte riguarda le prestazioni urgenti. Se un cittadino riceve prestazioni necessarie e urgenti da una struttura non convenzionata (o, come in questo caso, senza un contratto valido), il diritto al rimborso da parte del SSN spetta al cittadino stesso, non alla struttura erogatrice. La clinica, pertanto, non può agire direttamente contro l’ASL per farsi pagare, poiché non è titolare di quel diritto.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un monito per tutte le strutture sanitarie private che operano o intendono operare per conto del Servizio Sanitario Nazionale. La decisione conferma che l’accreditamento è solo il primo passo, un presupposto necessario ma non sufficiente. Per avere la certezza del pagamento e per formalizzare il rapporto con l’ente pubblico, è imprescindibile la stipula di un contratto scritto. Questo documento definisce i confini economici e normativi della collaborazione, tutelando sia l’equilibrio della spesa sanitaria pubblica sia gli interessi della struttura privata. Agire in assenza di tale accordo significa esporsi al concreto rischio di non vedere remunerato il proprio lavoro.

Una clinica in regime di accreditamento provvisorio ha diritto al pagamento delle prestazioni sanitarie anche senza un contratto scritto con l’ASL?
No. Secondo la Corte di Cassazione, anche durante il regime di accreditamento provvisorio o transitorio, è indispensabile la stipula di un apposito contratto in forma scritta con l’ASL. Senza tale contratto, la struttura non ha un diritto di credito proprio nei confronti dell’ente pubblico.

L’accreditamento provvisorio crea automaticamente obblighi di pagamento per la Pubblica Amministrazione?
No. La sentenza chiarisce che l’accreditamento provvisorio non genera obbligazioni ex lege (cioè per forza di legge) a carico della Pubblica Amministrazione, poiché manca il collegamento fondamentale rappresentato dal contratto, che definisce tariffe, limiti di spesa e modalità di erogazione.

Se una prestazione è urgente e rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza, la clinica può chiederne il rimborso direttamente all’ASL?
No. Il diritto al rimborso per prestazioni urgenti e necessarie, rese in assenza di convenzione, spetta eventualmente al cittadino/paziente, non alla struttura che le ha erogate. La clinica non può agire per far valere un diritto che non è suo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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