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Accreditamento provvisorio: serve il contratto scritto?

Una società finanziaria, dopo aver acquisito un credito da una clinica privata verso un’ASL, ha agito in giudizio per ottenerne il pagamento. I giudici di merito e la Cassazione hanno respinto la richiesta, sottolineando che l’accreditamento provvisorio della struttura sanitaria non è sufficiente. Per fondare il diritto al pagamento è indispensabile la stipula di un apposito contratto scritto con l’ente pubblico, documento che nel caso di specie mancava.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Accreditamento provvisorio e sanità: senza contratto scritto, nessun pagamento

L’accreditamento provvisorio è sufficiente a far nascere un diritto al pagamento per le prestazioni sanitarie erogate da una struttura privata per conto del sistema pubblico? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’accreditamento è solo un presupposto, ma per ottenere il corrispettivo è indispensabile un contratto scritto con l’Azienda Sanitaria Locale competente. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una struttura sanitaria privata, operante in regime di accreditamento provvisorio, erogava prestazioni per conto di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL). Successivamente, la struttura cedeva il proprio credito a una società finanziaria. Quest’ultima, non ricevendo il pagamento, decideva di agire in giudizio contro l’ASL dinanzi al Tribunale.

L’ASL si costituiva in giudizio eccependo la mancanza di un titolo contrattuale valido che giustificasse il credito, in particolare l’assenza di un contratto scritto con la Regione, ente competente in materia. Nel corso del giudizio di primo grado, la società finanziaria otteneva la chiamata in causa della Regione, la quale chiedeva anch’essa il rigetto della domanda.

Il Tribunale respingeva la richiesta della società finanziaria, confermando la necessità di un contratto a fondamento del diritto. La società proponeva appello, ma commetteva un errore procedurale: citava in giudizio solo l’ASL, escludendo la Regione. La Corte d’Appello confermava la sentenza di primo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione

La società finanziaria ricorreva infine in Cassazione, basando il suo ricorso su due motivi principali: uno di natura procedurale e uno di natura sostanziale.

L’Aspetto Procedurale: l’Integrità del Contraddittorio

Il primo motivo di ricorso lamentava la violazione dell’articolo 331 c.p.c., sostenendo che il giudizio d’appello fosse nullo per non aver incluso la Regione, parte necessaria del processo in quanto presente nel primo grado. La ricorrente invocava la nullità rilevabile d’ufficio.

La Cassazione ha respinto questo motivo, chiarendo un punto cruciale: la nullità era stata causata dalla stessa ricorrente, che aveva omesso di citare in appello la Regione. La Corte ha precisato che la regola della nullità rilevabile d’ufficio, che permette anche alla parte che l’ha causata di farla valere, si applica solo in casi di litisconsorzio necessario sin dall’origine (art. 102 c.p.c.) o imposto dal giudice. Nel caso di specie, non si trattava di un’ipotesi del genere, e pertanto la ricorrente non poteva dolersi di una conseguenza del proprio operato.

L’Aspetto Sostanziale e l’Accreditamento Provvisorio

Il secondo e più importante motivo riguardava il merito della questione. La ricorrente sosteneva che, nel regime di accreditamento provvisorio, non fosse richiesta la forma scritta del contratto. Secondo la sua tesi, l’accreditamento stesso, unito all’accettazione delle tariffe regionali, sarebbe stato sufficiente a creare un rapporto contrattuale e a fondare il diritto al pagamento.

Anche questa tesi è stata respinta. La Corte ha ribadito la propria giurisprudenza consolidata: l’accreditamento (sia provvisorio che definitivo) è una condizione indispensabile, ma non sufficiente, per poter stipulare contratti con il Servizio Sanitario. Esso ha la funzione di attestare che una struttura possiede i requisiti di qualità e sicurezza per operare, ma non sostituisce il contratto.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha spiegato che l’accreditamento e il contratto sono due atti con finalità distinte. Il primo è un atto autorizzativo che abilita la struttura a proporsi come erogatore di prestazioni per il sistema pubblico. Il secondo è l’atto negoziale con cui l’ente pubblico (l’ASL) assume l’obbligazione di pagare i corrispettivi per le prestazioni effettivamente erogate, definendo modalità, tempi e limiti di spesa.

Anche durante il regime transitorio dell’accreditamento provvisorio, sussiste l’obbligo per la struttura privata di stipulare un apposito contratto in forma scritta con l’ASL territorialmente competente. Questo contratto è essenziale per definire i termini dell’accordo, come i tetti di spesa e le modalità di erogazione, garantendo così il controllo della spesa pubblica e la trasparenza dei rapporti.

Le Conclusioni

La decisione conferma un principio di rigore formale a tutela delle finanze pubbliche. Per le strutture sanitarie private che operano con il Servizio Sanitario Nazionale, non basta essere accreditati per avere diritto al pagamento. È necessario formalizzare il rapporto attraverso un contratto scritto, che funge da titolo giuridico per la pretesa creditoria. In assenza di tale documento, il rischio è quello di vedersi negato il pagamento, come accaduto nel caso esaminato.

L’accreditamento provvisorio di una struttura sanitaria privata è sufficiente per obbligare l’ASL al pagamento delle prestazioni?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’accreditamento provvisorio è solo un presupposto necessario ma non sufficiente. Per fondare il diritto al pagamento è indispensabile la stipula di un apposito contratto in forma scritta con l’Azienda Sanitaria Locale.

Se una parte del giudizio di primo grado non viene citata in appello, la conseguente nullità è sempre rilevabile d’ufficio?
No. La Corte ha specificato che la parte che ha causato la nullità (omettendo di citare una parte necessaria in appello) non può dolersene, a meno che non si tratti di un’ipotesi di litisconsorzio necessario sin dall’origine (art. 102 c.p.c.) o imposto dal giudice, cosa che non ricorreva in questo caso.

Qual è la funzione dell’accreditamento nel rapporto tra struttura sanitaria privata e Servizio Sanitario Nazionale?
L’accreditamento ha la finalità di attestare che la struttura privata possiede i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi per erogare prestazioni sanitarie per conto del sistema pubblico. È un atto autorizzativo che abilita la struttura a stipulare contratti, ma non sostituisce il contratto stesso, che è l’atto con cui l’ente pubblico si obbliga al pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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