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Accordo verbale: quando è vincolante per l’azienda?

Un’azienda si opponeva a un decreto ingiuntivo per il mancato pagamento di borse di studio promesse verbalmente a una scuola di formazione. Il Tribunale ha confermato che l’accordo verbale era un contratto vincolante, poiché sostenuto da un preciso interesse commerciale dell’azienda e non da semplice spirito di liberalità, rigettando quindi l’opposizione.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Accordo Verbale: Quando la Parola Data Diventa un Contratto Vincolante

Un accordo verbale può avere lo stesso valore di un contratto scritto? Molti imprenditori sottovalutano la forza legale di una stretta di mano o di un impegno preso a voce. Una recente sentenza del Tribunale di Brescia chiarisce che, in presenza di specifici presupposti, un impegno orale può trasformarsi in un’obbligazione giuridica a tutti gli effetti, con conseguenze economiche significative. Il caso analizza la controversia tra un’azienda che aveva promesso di finanziare borse di studio e una scuola di formazione, dimostrando come l’interesse commerciale sottostante a un accordo possa renderlo pienamente vincolante.

I Fatti del Caso: La Promessa di Borse di Studio

Una scuola di formazione professionale, accreditata presso l’autorità regionale, organizzava un corso per “Tossicologo Ambientale”. Per promuovere le iscrizioni, la scuola aveva ottenuto da un’azienda operante nel settore della disinfezione un impegno verbale a finanziare borse di studio per gli studenti. Inizialmente, l’azienda aveva onorato parte dell’impegno, versando una somma considerevole per coprire le rette di alcuni corsisti.

Successivamente, però, l’azienda si rifiutava di corrispondere un’ulteriore somma richiesta dalla scuola per un’altra borsa di studio, portando la scuola a ottenere un decreto ingiuntivo per il pagamento di circa 5.000 euro.

L’azienda si opponeva al decreto, sostenendo l’inesistenza di un accordo vincolante. A suo dire, l’impegno era al massimo una “res inter alios acta”, ovvero un fatto riguardante altri soggetti dal quale non poteva derivare alcun obbligo a suo carico. La scuola, al contrario, insisteva sull’esistenza di un patto verbale che obbligava l’azienda a finanziare le borse di studio.

La Decisione del Tribunale sull’Accordo Verbale

Il Tribunale di Brescia ha rigettato l’opposizione dell’azienda e ha confermato il decreto ingiuntivo, dichiarandolo definitivamente esecutivo. La decisione si fonda sulla prova, emersa durante il processo, dell’esistenza di un valido ed efficace accordo verbale tra le parti.

Il giudice ha ritenuto che l’impegno dell’azienda non fosse una semplice promessa o un atto di liberalità, ma un vero e proprio contratto atipico di finanziamento, sorretto da un evidente interesse economico e strategico. Di conseguenza, il mancato pagamento costituiva un inadempimento contrattuale.

Le Motivazioni della Sentenza

La sentenza si basa su un’analisi approfondita delle prove raccolte, in particolare le testimonianze e la documentazione prodotta.

L’Accordo Verbale e le Prove Testimoniali

Il Tribunale ha dato pieno credito alle testimonianze che confermavano l’impegno preso dal legale rappresentante dell’azienda. Un testimone chiave ha dichiarato che l’azienda “si era impegnata a concedere una borsa di studio di euro 6.000,00 per ogni studente che si sarebbe iscritto al corso, mediante versamento diretto della citata somma alla [scuola]”. Ulteriori deposizioni e documenti, come le email scambiate tra le parti e le causali dei bonifici già effettuati, hanno corroborato questa versione, dimostrando che l’accordo non era limitato a specifici studenti ma era un incentivo generale per attrarre il maggior numero possibile di iscritti.

Interesse Commerciale vs. Spirito di Liberalità

Il punto cruciale della motivazione risiede nella distinzione tra una donazione (caratterizzata da animus donandi, ovvero l’intenzione di donare) e un accordo basato su un interesse patrimoniale. Il giudice ha stabilito che l’impegno dell’azienda non era dettato da puro spirito di liberalità. Al contrario, era un investimento strategico. L’azienda, operando nel settore della disinfezione, aveva un interesse diretto a formare professionisti specializzati (i Tossicologi Ambientali), che potevano diventare futuri collaboratori o partner. Come affermato da un testimone, ex socio dell’azienda, l’obiettivo era “promuovere la diffusione su scala internazionale dell’idea di sviluppo eco sostenibile” e “attivare le attività di biosicurezza”. Questo interesse specifico esclude la natura della donazione e qualifica l’accordo come un contratto a prestazioni corrispettive, seppur atipico, pienamente valido ed efficace.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Aziende

Questa sentenza offre un importante monito per le imprese: un accordo verbale, specialmente se supportato da prove testimoniali e documentali e motivato da un chiaro interesse commerciale, è legalmente vincolante. Non è possibile sottrarsi agli impegni presi a voce sostenendo l’assenza di un contratto scritto, soprattutto quando la controparte ha fatto affidamento su tali promesse. Le aziende devono quindi agire con cautela nelle loro negoziazioni, consapevoli che anche una promessa verbale può creare obbligazioni giuridiche esigibili in tribunale. È sempre consigliabile formalizzare per iscritto accordi di una certa rilevanza economica per evitare future controversie.

Un accordo verbale per finanziare delle borse di studio è legalmente vincolante?
Sì, secondo la sentenza in esame, un accordo verbale di questo tipo è vincolante se è possibile provarne l’esistenza e se è sostenuto da un interesse economico specifico della parte che si impegna a pagare. Non è considerato una donazione, ma un vero e proprio contratto.

Come si può provare l’esistenza di un accordo verbale in tribunale?
L’esistenza di un accordo verbale può essere provata attraverso vari mezzi, come testimonianze dirette di chi era presente al momento del patto, documenti scritti (come email) che vi fanno riferimento, e comportamenti concludenti delle parti (come l’aver già effettuato pagamenti parziali in esecuzione dell’accordo).

Qual è la differenza tra un finanziamento per interesse commerciale e una donazione?
La differenza fondamentale risiede nell’intenzione (animus). Una donazione è mossa dallo spirito di liberalità (animus donandi), ovvero il desiderio di arricchire un altro soggetto senza ottenere un vantaggio diretto. Un finanziamento per interesse commerciale, invece, è un investimento strategico dal quale l’azienda si aspetta un ritorno, anche indiretto, come la formazione di futuri collaboratori o la promozione della propria attività.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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