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Accordo tacito: quando il silenzio non vale assenso

Una società di gestione di una discarica aumenta la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti. La ditta di trasporto, pur continuando a usufruire del servizio per alcuni mesi, contesta l’aumento. La Corte di Cassazione ha stabilito che, nei contratti di durata, la semplice prosecuzione del rapporto non è sufficiente a dimostrare un accordo tacito sulla modifica del prezzo. È necessario un comportamento inequivocabile che manifesti la volontà di accettare le nuove condizioni, cosa che in questo caso non è avvenuta.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Accordo tacito e modifica del contratto: il silenzio non sempre è assenso

Nel mondo dei contratti commerciali, specialmente quelli di lunga durata, può capitare che una delle parti proponga una modifica delle condizioni, come un aumento di prezzo. Ma cosa succede se l’altra parte continua a usufruire del servizio senza protestare immediatamente? Si forma un accordo tacito? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su questo punto, stabilendo che la semplice prosecuzione di un rapporto non basta a configurare l’accettazione di nuove e più onerose condizioni.

I fatti di causa: un aumento di prezzo contestato

La vicenda nasce dalla controversia tra una società che gestisce una discarica e un’impresa individuale che si occupa della raccolta e del trasporto di rifiuti. Le due aziende avevano un accordo per lo smaltimento dei rifiuti basato su una tariffa inizialmente concordata. Ad un certo punto, la società di gestione della discarica comunica un significativo aumento della tariffa.

L’impresa di trasporto, pur continuando a conferire i rifiuti presso la discarica per circa quattro mesi, contesta l’aumento. Ne scaturisce un contenzioso legale, con la società gestore che richiede il pagamento delle somme basate sulla nuova tariffa, sostenendo che la prosecuzione del rapporto da parte del cliente costituisse un’accettazione per fatti concludenti.

La decisione della Corte di Cassazione sull’accordo tacito

La Corte di Cassazione, chiamata a decidere sulla questione, ha rigettato il ricorso della società gestore. I giudici hanno chiarito che, per aversi una modifica contrattuale basata su un accordo tacito, è necessario un comportamento della controparte che sia inequivocabilmente interpretabile come una manifestazione di volontà di accettare le nuove condizioni.

Nel caso di un contratto di durata, come quello in esame, la semplice continuazione nell’utilizzo del servizio non possiede quel grado di univocità necessario. La condotta della parte che subisce la modifica unilaterale può essere dettata da altre esigenze, come la necessità di garantire la continuità di un servizio essenziale (in questo caso, lo smaltimento di rifiuti), e non necessariamente dalla volontà di accettare il nuovo prezzo.

La differenza tra costituzione e modifica di un contratto

La Corte ha sottolineato una distinzione fondamentale. Un conto è la prima esecuzione di una prestazione, che può essere interpretata come accettazione tacita per la conclusione di un nuovo contratto. In questo scenario, si verifica un ‘quid novi’, un elemento nuovo nella relazione tra le parti. Tutt’altra cosa è la continuazione di un rapporto già esistente. In quest’ultimo caso, il comportamento deve essere valutato con maggior rigore per poter inferire una volontà di modificare l’accordo originario.

Le motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte si fondano sul principio che l’accettazione tacita deve emergere da un comportamento che sia incompatibile con una volontà diversa. La tolleranza iniziale dell’aumento da parte dell’impresa di trasporto, durata circa quattro mesi, non è stata ritenuta sufficiente a integrare un’accettazione. Anzi, la natura del servizio (smaltimento rifiuti, funzionale a un servizio pubblico) può giustificare una certa inerzia iniziale, per evitare interruzioni immediate potenzialmente dannose. La Corte ha ritenuto che, per dimostrare l’accordo, l’impresa di trasporto avrebbe dovuto tenere un contegno che, secondo criteri di concludenza e univocità, fosse compatibile soltanto con l’intento di accettare l’offerta. Elementi come il pagamento di una singola fattura maggiorata sono stati considerati secondari e non decisivi, a fronte della successiva e chiara contestazione.

Le conclusioni

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica: nei contratti di durata, chi propone una modifica unilaterale delle condizioni non può fare affidamento sul silenzio o sulla mera prosecuzione del rapporto da parte del cliente come prova di un accordo tacito. Per essere sicuri che la modifica sia accettata, è necessaria una manifestazione di volontà chiara e inequivocabile. In assenza di ciò, la parte che subisce la modifica può contestarla anche a distanza di tempo, senza che la sua inerzia iniziale possa essere interpretata come un consenso definitivo.

Continuare a usare un servizio dopo una proposta di aumento del prezzo significa accettare il nuovo importo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, in un contratto di durata, la semplice continuazione nell’utilizzo di un servizio dopo una modifica unilaterale del prezzo non è sufficiente a configurare un’accettazione tacita, specialmente se la natura del servizio (come quello di smaltimento rifiuti) rende difficile un’interruzione immediata.

Cosa distingue l’accettazione tacita all’inizio di un contratto da quella per una modifica successiva?
L’accettazione tacita per la conclusione di un nuovo contratto richiede un grado di univocità del comportamento inferiore rispetto a quella richiesta per modificare un contratto già in essere. La continuazione di un rapporto esistente è un comportamento più ambiguo e deve essere valutato con maggior rigore per poter essere interpretato come accettazione di nuove condizioni.

Il pagamento di una singola fattura con il prezzo maggiorato è una prova sufficiente per dimostrare un accordo tacito?
No, la Corte ha ritenuto questo elemento secondario e non decisivo. Per inferire una modifica tacita del contratto, è necessaria una valutazione complessiva del comportamento delle parti, che deve dimostrare in modo univoco l’intento di accettare le nuove condizioni. Un singolo pagamento può non essere sufficiente, soprattutto se seguito da una contestazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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