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Accordi SSN: la forma scritta è un requisito essenziale

Una struttura sanitaria privata ha richiesto il pagamento di prestazioni fornite a un’Azienda Sanitaria Locale. Le corti di merito hanno respinto la richiesta per l’assenza di un contratto scritto. Giunta in Cassazione, la struttura ha rinunciato al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato estinto il processo, condannando la rinunciante alle spese e confermando, implicitamente, la necessità della forma scritta per gli accordi SSN.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Accordi SSN: la Cassazione Conferma la Necessità della Forma Scritta

Quando una struttura sanitaria privata fornisce prestazioni per conto del Servizio Sanitario Nazionale, può pretendere il pagamento anche in assenza di un contratto scritto? La risposta, ribadita in una recente ordinanza della Corte di Cassazione, è negativa. L’analisi del caso evidenzia come la formalizzazione degli accordi SSN sia un requisito imprescindibile, la cui mancanza può avere conseguenze economiche significative per gli operatori del settore.

I Fatti del Caso: Prestazioni Sanitarie Senza Contratto Scritto

Una società che gestisce una struttura sanitaria privata otteneva un decreto ingiuntivo per oltre 160.000 euro nei confronti di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) a titolo di corrispettivo per prestazioni di radiologia e medicina nucleare erogate diversi anni prima.
L’ASL si opponeva al pagamento, sostenendo, tra le varie ragioni, il superamento dei tetti di spesa e, soprattutto, l’assenza di un accordo contrattuale in forma scritta, requisito previsto dalla legge per la validità di tali rapporti.
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione all’ASL, rigettando la richiesta di pagamento della struttura sanitaria proprio sulla base della mancanza del contratto scritto, considerato un elemento costitutivo del diritto al credito.
Di fronte alla duplice sconfitta, la società sanitaria decideva di portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione. Tuttavia, prima della discussione, la stessa società presentava un atto di rinuncia al ricorso.

La Questione Giuridica: Accordi SSN e Obbligo di Forma

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione della normativa che regola i rapporti tra le strutture private accreditate e il Servizio Sanitario Nazionale. La struttura ricorrente sosteneva che, data la natura imprenditoriale delle ASL e l’avvenuto accreditamento, il rapporto contrattuale potesse desumersi anche da comportamenti concludenti, senza la necessità di un atto formale scritto.
Al contrario, l’ASL e i giudici di merito hanno sempre affermato la necessità della cosiddetta “forma scritta ad substantiam”, ovvero un requisito di validità essenziale del contratto. Senza un documento scritto, il rapporto giuridico è considerato nullo e, di conseguenza, non sorge alcun obbligo di pagamento a carico dell’ente pubblico.

La Decisione della Corte di Cassazione: Estinzione per Rinuncia

La Corte di Cassazione non è entrata nel merito della vicenda, poiché la rinuncia al ricorso da parte della struttura sanitaria ha comportato l’immediata estinzione del processo. Questo atto, probabilmente, è stato motivato dalla consapevolezza della ricorrente di un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato e a lei sfavorevole.
La Corte ha quindi dichiarato estinto il giudizio e, in assenza di adesione alla rinuncia da parte dell’ASL, ha condannato la società ricorrente al pagamento delle spese processuali, liquidate in 3.000 euro, oltre accessori.

Le Motivazioni

Pur non pronunciandosi sul fondo, la Corte, nel motivare la condanna alle spese, ha richiamato la propria giurisprudenza pregressa (in particolare la sentenza n. 17588/2018). Tale giurisprudenza ha stabilito in modo chiaro che gli accordi SSN tra erogatori privati e amministrazione pubblica devono avere forma scritta a pena di nullità. Questo principio non ammette deroghe, neanche per le prestazioni rese durante il periodo di transizione dal vecchio regime di convenzionamento a quello dell’accreditamento. La forma scritta non è una mera formalità burocratica, ma uno strumento fondamentale a garanzia della trasparenza, della corretta gestione delle risorse pubbliche e della certezza dei rapporti giuridici. L’accreditamento, di per sé, abilita una struttura a operare per conto del SSN, ma non sostituisce il necessario accordo contrattuale che definisce l’oggetto, le modalità e i limiti economici delle prestazioni da erogare.

Conclusioni

L’ordinanza, sebbene definisca il processo per una questione procedurale, invia un messaggio inequivocabile agli operatori sanitari privati: non è possibile erogare prestazioni per il Servizio Sanitario Nazionale senza aver prima stipulato un formale contratto scritto con l’ASL di riferimento. Affidarsi a prassi consolidate o ad accordi verbali espone al rischio concreto di non vedersi riconosciuto alcun compenso. Per le strutture sanitarie, la formalizzazione preventiva degli accordi SSN non è solo una buona prassi, ma una condizione essenziale per la tutela dei propri diritti economici.

Una struttura sanitaria accreditata ha diritto al pagamento dall’ASL anche senza un contratto scritto?
No. L’ordinanza, richiamando un orientamento consolidato, conferma che la forma scritta del contratto è un requisito essenziale per la validità del rapporto e il sorgere del diritto al compenso. Il solo accreditamento non è sufficiente.

Cosa comporta la rinuncia al ricorso in Cassazione?
La rinuncia al ricorso determina l’estinzione del processo. La parte che rinuncia, tuttavia, viene di norma condannata a pagare le spese legali sostenute dalla controparte nel giudizio di cassazione, a meno che quest’ultima non aderisca alla rinuncia.

Perché la forma scritta è così importante per gli accordi SSN?
La forma scritta è richiesta a pena di nullità (ad substantiam) per garantire la trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche, definire con certezza i termini dell’accordo (prestazioni, tariffe, tetti di spesa) e tutelare sia l’ente pubblico che l’operatore privato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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