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Accordi di ristrutturazione: procedura concorsuale

Una società creditrice si è vista negare la prededuzione del proprio credito in una liquidazione coatta amministrativa. La Corte di Cassazione, pur correggendo il giudice di merito e affermando che gli accordi di ristrutturazione sono a tutti gli effetti procedure concorsolari, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione risiede nel fatto che la società ricorrente non ha contestato tutte le motivazioni della decisione impugnata, ma solo una parte di esse.

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Accordi di Ristrutturazione: Pienamente Riconosciuti come Procedura Concorsuale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale nel diritto fallimentare: gli accordi di ristrutturazione dei debiti, disciplinati dall’art. 182-bis della legge fallimentare, rientrano a pieno titolo nella categoria delle procedure concorsuali. Questa precisazione, sebbene non abbia cambiato l’esito del caso specifico, offre importanti spunti di riflessione per imprese e professionisti che affrontano situazioni di crisi aziendale.

Il Contesto del Caso: Dalla Richiesta di Prededuzione al Ricorso

La vicenda trae origine dalla richiesta di una società fornitrice (che chiameremo Alfa S.r.l.) di ammettere il proprio credito, derivante da un contratto d’appalto, al passivo di una società cooperativa in liquidazione coatta amministrativa (Beta Soc. Coop.), chiedendone il riconoscimento in prededuzione. La prededuzione avrebbe garantito ad Alfa S.r.l. di essere pagata prima degli altri creditori.

Il commissario liquidatore aveva ammesso il credito, ma senza il privilegio della prededuzione. Alfa S.r.l. si era opposta a questa decisione davanti al Tribunale, sostenendo che il proprio credito fosse sorto in un contesto di continuità tra diverse procedure concorsuali avviate da Beta Soc. Coop., tra cui vari accordi di ristrutturazione e due tentativi di concordato preventivo.

La Decisione del Tribunale e le sue Motivazioni

Il Tribunale di Reggio Emilia aveva rigettato l’opposizione di Alfa S.r.l. basando la sua decisione su una duplice argomentazione (una doppia ratio decidendi):

1. Natura degli accordi: Il Tribunale aveva erroneamente escluso che gli accordi di ristrutturazione potessero essere considerati procedure concorsuali, ritenendoli “estranei” a tale categoria. Di conseguenza, non potevano essere presi in considerazione per stabilire la continuità tra le procedure.
2. Mancanza di prova: Anche limitando l’analisi ai soli due tentativi di concordato preventivo, il Tribunale aveva ritenuto che Alfa S.r.l. non avesse fornito la prova di una “identità della crisi” e di una continuità di fatto tra le diverse fasi, elemento indispensabile per applicare il principio della consecuzione.

L’Ordinanza della Cassazione: Inammissibilità e Correzione

Alfa S.r.l. ha presentato ricorso in Cassazione, contestando però solo il primo punto della motivazione del Tribunale, ovvero l’errata qualificazione degli accordi di ristrutturazione.

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il motivo è prettamente processuale: quando una decisione si fonda su due o più ragioni autonome, ciascuna delle quali è sufficiente a sorreggerla, il ricorrente ha l’onere di contestarle tutte. Non avendolo fatto, e avendo lasciato intatta la seconda motivazione (la mancata prova della continuità della crisi), il ricorso non poteva essere accolto, indipendentemente dalla fondatezza della critica mossa.

La Correzione della Motivazione e il Principio di Diritto

Nonostante l’inammissibilità, la Corte ha colto l’occasione per correggere l’errore di diritto commesso dal Tribunale, riaffermando un principio ormai consolidato nella sua giurisprudenza. Gli accordi di ristrutturazione dei debiti appartengono agli istituti del diritto concorsuale.

le motivazioni

La Corte ha spiegato che la natura concorsuale di tali accordi si desume da vari elementi della loro disciplina: la presenza di forme di controllo e pubblicità (deposito in tribunale, omologazione, iscrizione nel registro delle imprese), nonché l’esistenza di effetti protettivi per il debitore (come la protezione temporanea da azioni esecutive e l’esonero dalla revocatoria per gli atti esecutivi), che sono tipici dei procedimenti concorsuali.

le conclusioni

L’ordinanza offre due importanti lezioni. La prima, di carattere processuale, è che in sede di impugnazione è cruciale attaccare tutte le autonome fondamenta logico-giuridiche della decisione che si contesta. La seconda, di carattere sostanziale, consolida la natura concorsuale degli accordi di ristrutturazione, riconoscendoli come uno strumento flessibile ma pienamente inserito nel sistema di gestione delle crisi d’impresa, con tutte le conseguenze che ne derivano, anche in termini di potenziale consecuzione con altre procedure e di qualificazione dei crediti.

Gli accordi di ristrutturazione dei debiti sono considerati procedure concorsuali?
Sì, la Corte di Cassazione, correggendo la decisione del Tribunale, ha riaffermato il principio consolidato secondo cui l’accordo di ristrutturazione dei debiti (art. 182-bis l.fall.) appartiene a tutti gli effetti agli istituti del diritto concorsuale.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile nonostante la Cassazione abbia corretto la motivazione del Tribunale?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la decisione del Tribunale si basava su due distinte motivazioni, entrambe sufficienti a giustificare il rigetto. La società ricorrente ha criticato solo una di queste (la natura degli accordi di ristrutturazione), tralasciando l’altra (la mancata prova della continuità della crisi), che è rimasta quindi valida e sufficiente a sostenere la decisione impugnata.

Cosa è necessario dimostrare per ottenere la prededuzione di un credito in caso di procedure concorsuali consecutive?
Per ottenere la prededuzione in virtù del principio di consecuzione tra procedure, non è sufficiente che le procedure si susseguano nel tempo, ma è necessario dimostrare l’esistenza di una continuità sostanziale, provando la sussistenza di indici sintomatici dell’identità della crisi d’impresa attraverso le diverse fasi procedurali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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