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Accettazione tacita eredità: il preliminare di vendita

Una società acquirente si rifiutava di concludere un acquisto immobiliare, sostenendo che i venditori, in qualità di eredi, non avessero formalmente accettato l’eredità. La Corte di Cassazione ha stabilito che la stipula stessa del contratto preliminare di vendita costituisce un’accettazione tacita eredità, rendendo i venditori legittimi proprietari e infondato il rifiuto dell’acquirente.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Preliminare di vendita e accettazione tacita eredità: la Cassazione fa chiarezza

Quando si tratta di compravendita di immobili provenienti da una successione, sorgono spesso dubbi sulla validità degli atti compiuti dagli eredi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale: la stipula di un contratto preliminare di vendita di un bene ereditato può essere considerata un’accettazione tacita eredità? La risposta affermativa della Corte ha importanti implicazioni pratiche per acquirenti e venditori.

I fatti del caso

Una società costruttrice stipulava due contratti preliminari per l’acquisto di un immobile di proprietà di alcuni eredi. Successivamente, la società si rifiutava di procedere al contratto definitivo, sostenendo che i promittenti venditori non fossero pienamente titolari del bene. La loro tesi si basava su due punti principali:

1. I venditori non avevano formalmente accettato l’eredità, limitandosi a presentare la denuncia di successione, un atto con valenza puramente fiscale.
2. Non era stata effettuata la trascrizione dell’accettazione dell’eredità, un passaggio ritenuto essenziale per garantire l’acquirente da possibili pretese di terzi.

Di fronte al rifiuto dell’acquirente, gli eredi agivano in giudizio per la risoluzione del contratto per inadempimento della società, chiedendo di poter trattenere la cospicua caparra confirmatoria versata. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione agli eredi, sebbene con motivazioni diverse sulla quantificazione della somma da trattenere. La questione giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

La questione dell’accettazione tacita eredità nel preliminare

Il cuore della controversia verteva sulla validità del preliminare e sulla legittimità della posizione degli eredi. L’acquirente sosteneva che, senza un’accettazione formale e trascritta, i venditori non avevano il potere di disporre del bene, rendendo giustificato il proprio rifiuto di adempiere.

La Corte di Cassazione, rigettando il ricorso della società, ha fornito una spiegazione chiara e netta, basata sull’articolo 476 del Codice Civile. Questo articolo definisce l’accettazione tacita come il compimento, da parte del chiamato all’eredità, di un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe il diritto di compiere se non nella qualità di erede.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

Secondo i giudici, la stipulazione di un contratto preliminare di vendita di un bene ereditato rientra perfettamente in questa casistica. Promettere di vendere un immobile facente parte di un’eredità è un atto di disposizione del bene stesso. È un’azione che un soggetto può compiere legittimamente solo se si considera e agisce come proprietario, e quindi come erede.

La Corte ha specificato che atti come la denuncia di successione o il pagamento delle relative imposte hanno una finalità meramente fiscale e conservativa, e non equivalgono ad accettazione. Al contrario, un atto dispositivo come la promessa di vendita manifesta in modo inequivocabile la volontà di appropriarsi dei diritti successori.

Di conseguenza, la questione della presunta ‘mancanza di titolarità’ sollevata dall’acquirente è stata ritenuta infondata. Gli eredi, firmando il preliminare, avevano a tutti gli effetti accettato tacitamente l’eredità, diventando proprietari a pieno titolo del bene promesso in vendita.

In merito alla mancata trascrizione dell’accettazione, la Corte ha chiarito che non costituisce un inadempimento del venditore. Ha richiamato un precedente orientamento secondo cui il promissario acquirente, ottenendo una sentenza di trasferimento coattivo (ex art. 2932 c.c.), può egli stesso provvedere alla trascrizione dell’acquisto ‘mortis causa’ a favore degli eredi e, contestualmente, del successivo trasferimento in proprio favore, garantendo così la continuità delle trascrizioni e la sicurezza del suo acquisto.

Le conclusioni e le implicazioni pratiche

L’ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza nel diritto immobiliare e successorio. Chi è chiamato a un’eredità deve essere consapevole che compiere atti di disposizione sui beni ereditati, come la firma di un contratto preliminare di vendita, comporta l’accettazione tacita dell’eredità, con tutte le conseguenze giuridiche che ne derivano, inclusa la responsabilità per i debiti ereditari.

Per gli acquirenti, questa decisione chiarisce che la mancanza di un’accettazione espressa e formale non è, di per sé, un motivo valido per rifiutare di adempiere al contratto preliminare, se l’erede ha compiuto atti che ne manifestano inequivocabilmente la volontà. Resta fermo, ovviamente, il diritto dell’acquirente di pretendere che, al momento del rogito definitivo, la continuità delle trascrizioni sia garantita per la piena sicurezza del suo acquisto.

La firma di un contratto preliminare di vendita di un bene ereditato vale come accettazione dell’eredità?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la stipulazione di un contratto preliminare di vendita di un bene relitto da parte dei chiamati all’eredità costituisce in sé accettazione tacita dell’eredità, poiché è un atto che presuppone la volontà di accettare e che non si avrebbe il diritto di compiere se non in qualità di erede.

La sola presentazione della denuncia di successione è sufficiente per dimostrare di aver accettato l’eredità?
No, la denuncia di successione e il pagamento della relativa imposta sono considerati adempimenti fiscali con scopo meramente conservativo e non comportano accettazione tacita dell’eredità.

La mancata trascrizione dell’accettazione dell’eredità costituisce un inadempimento da parte del venditore che giustifica il rifiuto del compratore di stipulare il contratto definitivo?
No, secondo la Corte la mancata trascrizione dell’accettazione dell’eredità non costituisce inadempimento. Il promissario acquirente ha gli strumenti per tutelarsi, potendo egli stesso procedere alla trascrizione dell’acquisto mortis causa a favore degli eredi contestualmente al trasferimento in suo favore, garantendo così la continuità delle trascrizioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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