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Accettazione eredità: termine fissato dal Giudice

Un soggetto interessato ha chiesto al Tribunale di fissare un termine per l’accettazione eredità da parte di un chiamato. Il Giudice, ai sensi dell’art. 481 c.c., ha concesso un termine definitivo, avvisando che la mancata dichiarazione entro tale data comporterà la perdita del diritto di accettare.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Accettazione Eredità: Cosa Succede se il Giudice Fissa un Termine?

L’apertura di una successione ereditaria può creare periodi di incertezza, specialmente quando uno dei chiamati all’eredità non si esprime sulla sua volontà di accettare o meno. Per risolvere queste situazioni di stallo, la legge mette a disposizione uno strumento specifico: l’accettazione eredità su istanza di parte, nota come actio interrogatoria. Un’ordinanza del Tribunale di Monza delinea chiaramente il funzionamento di questa procedura e le sue irrevocabili conseguenze.

I Fatti del Caso

La vicenda analizzata nasce dal ricorso di un soggetto che, avendo un interesse concreto, si è rivolto al Tribunale per chiedere la fissazione di un termine a un’altra persona, chiamata a un’eredità, affinché dichiarasse la sua intenzione. Il ricorrente lamentava una situazione di incertezza giuridica che gli impediva di procedere con la gestione dei beni ereditari. La notifica del ricorso al chiamato all’eredità si è rivelata complessa, tanto da dover ricorrere alla procedura per persone irreperibili prevista dall’art. 143 del codice di procedura civile.

La Decisione e il Termine per l’Accettazione Eredità

Il Giudice del Tribunale di Monza, esaminati gli atti, ha accolto la richiesta del ricorrente. Richiamando l’articolo 481 del codice civile, il magistrato ha stabilito un termine definitivo, fissato al 15 gennaio 2026, entro il quale il chiamato all’eredità dovrà esprimersi.
La decisione non si limita a fissare una data, ma specifica in modo inequivocabile le conseguenze del silenzio:
1. Avviso perentorio: Il chiamato è avvisato che, se non effettuerà la dichiarazione di accettazione nelle forme previste dalla legge entro il termine stabilito, il suo diritto di accettare l’eredità verrà definitivamente meno.
2. Perdita del diritto: L’eredità si considererà come mai offerta a quella persona, che non potrà più avanzare alcuna pretesa sui beni del defunto.
3. Tutela per i debiti: Il giudice ha inoltre ricordato al chiamato che, in caso di dubbi sull’esistenza di debiti, è possibile ricorrere all’accettazione con beneficio di inventario, uno strumento che protegge il patrimonio personale dell’erede.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione alla base del provvedimento risiede nella necessità di garantire la certezza dei rapporti giuridici. L’articolo 481 del codice civile è stato concepito proprio per evitare che lo stato di incertezza legato alla delazione dell’eredità si protragga indefinitamente, danneggiando gli altri coeredi, i creditori del defunto o i legatari. Fissando un termine, l’autorità giudiziaria bilancia il diritto del chiamato a decidere con l’interesse degli altri soggetti coinvolti a veder definita la compagine ereditaria. L’inerzia del chiamato, una volta trascorso il termine, viene interpretata dalla legge come una rinuncia, risolvendo così la situazione di stallo.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche del Provvedimento

Questa ordinanza è un chiaro esempio del potere del giudice di intervenire per dare impulso e certezza alle vicende successorie. Per chi è chiamato a un’eredità, il messaggio è inequivocabile: l’inerzia ha un costo molto alto, ovvero la perdita definitiva del diritto. È fondamentale, quindi, non ignorare le notifiche giudiziarie e agire tempestivamente, se necessario con il supporto di un legale. Per chi, invece, si trova bloccato dall’indecisione altrui, il provvedimento conferma l’esistenza di un efficace strumento legale per ottenere una risposta definitiva e sbloccare la gestione del patrimonio ereditario.

Cosa succede se il chiamato all’eredità non dichiara nulla entro il termine fissato dal giudice?
Secondo il provvedimento, che applica l’art. 481 del codice civile, trascorso il termine senza che sia stata fatta la dichiarazione, il chiamato perde irrevocabilmente il diritto di accettare l’eredità.

Chi può chiedere al giudice di fissare un termine per l’accettazione dell’eredità?
L’ordinanza chiarisce che “chiunque vi ha interesse” può presentare questa richiesta. Ciò include altri coeredi, creditori del defunto o dell’erede, e legatari.

Cosa può fare il chiamato all’eredità se teme che ci siano dei debiti?
Il giudice avvisa esplicitamente che, in caso di dubbi sull’esistenza di debiti, è possibile accettare l’eredità con “beneficio di inventario”. Questa procedura permette di rispondere dei debiti del defunto solo con i beni ereditati e non con il proprio patrimonio personale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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