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Accesso ZTL NCC: La Cassazione chiarisce le regole

Un operatore di noleggio con conducente (NCC) impugnava nove verbali per accesso non autorizzato alla Zona a Traffico Limitato (ZTL) di un grande comune italiano. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 6879/2024, ha annullato con rinvio la decisione di merito. Sebbene il fondamento normativo invocato dai giudici precedenti fosse errato (una norma all’epoca sospesa), la Corte ha ribadito la piena potestà regolamentare dei Comuni nel disciplinare l’accesso ZTL NCC, escludendo un diritto di transito libero e incondizionato per gli operatori con licenza rilasciata da altri enti.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Accesso ZTL NCC: La Cassazione chiarisce le regole tra poteri comunali e diritti degli operatori

La questione dell’accesso ZTL NCC rappresenta un tema complesso, che contrappone le esigenze di mobilità degli operatori di noleggio con conducente alla necessità dei Comuni di regolare il traffico nei centri storici. Con l’ordinanza n. 6879 del 14 marzo 2024, la Corte di Cassazione è intervenuta nuovamente su questa materia, fornendo chiarimenti cruciali sulla portata della potestà regolamentare comunale e sui limiti dei diritti degli operatori NCC titolari di licenza rilasciata da un altro Comune.

I Fatti di Causa

Un operatore di noleggio con conducente si vedeva notificare nove verbali per aver transitato nella Zona a Traffico Limitato di un grande comune italiano senza la prescritta autorizzazione. Le infrazioni risalivano al mese di settembre 2015. L’operatore proponeva opposizione, sostenendo di aver diritto all’accesso in virtù di una comunicazione inviata nel luglio dello stesso anno, con cui chiedeva l’inserimento della targa del proprio veicolo nella cosiddetta “lista bianca” per il transito illimitato.

Sia il Giudice di Pace che il Tribunale, in sede di appello, rigettavano le sue richieste. I giudici di merito interpretavano la comunicazione non come una richiesta di autorizzazione permanente, ma come un’istanza per un permesso giornaliero, valido solo per il giorno della comunicazione e non per il successivo mese di settembre in cui erano avvenute le violazioni.

La questione giuridica e l’Accesso ZTL NCC

Il cuore della controversia ruotava attorno all’interpretazione della normativa di settore, in particolare la Legge quadro n. 21/1992 per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea. L’operatore sosteneva che la normativa gli garantisse un diritto quasi incondizionato di accesso alle ZTL e alle corsie preferenziali su tutto il territorio nazionale.

Il ricorrente lamentava, inoltre, che il Tribunale avesse errato nel non riqualificare la sua comunicazione, considerandola una mera richiesta di permesso giornaliero, e avesse fondato la decisione su una base giuridica (l’art. 5-bis della L. 21/1992) la cui efficacia, al momento dei fatti, era sospesa per intervento del legislatore. Questo aspetto si è rivelato decisivo per l’esito del giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, seppur nei limiti della motivazione. Il punto centrale della decisione non è stato riconoscere un diritto illimitato di accesso all’operatore, ma censurare l’errore di diritto commesso dal giudice d’appello.

La Corte ha chiarito che, effettivamente, la sanzione non poteva basarsi sull’art. 5-bis della L. n. 21/1992, poiché nel 2015 tale disposizione non era in vigore. Tuttavia, ha specificato un principio ancora più importante: la sospensione di quella norma non ha creato un vuoto normativo che rendesse libero e incondizionato il transito degli NCC.

Richiamando importanti precedenti, incluse le Sezioni Unite (sent. n. 17541/2023), la Cassazione ha affermato che rimaneva pienamente in vigore l’art. 11 della stessa Legge n. 21/1992. Tale articolo conferisce ai Comuni una chiara potestà regolamentare per disciplinare in concreto l’esercizio del servizio NCC nel proprio territorio. Di conseguenza, i Comuni sono legittimati a condizionare l’accesso alle ZTL a un’autorizzazione preventiva e a specifici adempimenti, anche per i veicoli autorizzati da altri enti locali. La tesi del ricorrente di un diritto di accesso senza limitazioni è stata quindi respinta nel merito.

L’errore del Tribunale è stato quello di fondare il rigetto dell’appello su una norma inefficace. Per questo motivo, la sentenza è stata cassata con rinvio: il caso dovrà essere riesaminato da un altro giudice, che dovrà applicare il corretto quadro normativo, ovvero la potestà regolamentare comunale basata sull’art. 11 della Legge 21/1992.

Conclusioni

L’ordinanza della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: il servizio di noleggio con conducente, pur essendo un servizio pubblico, non sfugge alla regolamentazione locale in materia di circolazione stradale. I Comuni hanno il diritto e il dovere di governare il traffico nelle ZTL, imponendo regole e autorizzazioni anche agli operatori NCC provenienti da fuori territorio. La decisione, pur accogliendo il ricorso per un vizio di forma, conferma nella sostanza la legittimità delle limitazioni comunali, purché basate su un corretto fondamento giuridico. Per gli operatori del settore, ciò significa che non è sufficiente una semplice comunicazione per garantirsi l’accesso, ma è necessario attenersi scrupolosamente ai regolamenti specifici emanati da ogni singolo Comune.

Un operatore NCC con licenza di un altro Comune ha diritto di accesso illimitato alla ZTL?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’accesso non è libero e illimitato. I Comuni mantengono la piena potestà di emanare regolamenti per disciplinare le concrete condizioni di transito, anche per gli operatori NCC autorizzati da altri enti.

La comunicazione della targa di un veicolo NCC all’ufficio preposto garantisce l’inserimento permanente nella “lista bianca” per l’accesso ZTL?
Non automaticamente. La sentenza chiarisce che la natura e la validità della comunicazione possono essere interpretate dal Comune. Nel caso specifico, i giudici di merito l’avevano intesa come una richiesta di permesso giornaliero. La Corte, pur annullando la sentenza per altri motivi, non ha smentito la possibilità per il Comune di richiedere specifiche procedure di autorizzazione.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello pur confermando il potere del Comune di regolare l’accesso?
Perché la sentenza d’appello aveva erroneamente basato la sua decisione su una norma (l’art. 5 bis della L. n. 21/92) la cui efficacia era sospesa al momento dei fatti. Sebbene il Comune avesse comunque il potere di regolamentare l’accesso in base ad altre norme vigenti (art. 11 della stessa legge), il fondamento giuridico utilizzato nel giudizio precedente era sbagliato, rendendo necessaria una nuova valutazione del caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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