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Accesso agli atti assicurazione: limiti e obblighi

Un assicurato ha richiesto alla propria compagnia la denuncia di sinistro della controparte. Al rifiuto della compagnia, il caso è arrivato in Cassazione. La Corte ha stabilito che il diritto di accesso agli atti assicurazione è limitato ai soli documenti già in possesso della compagnia. Non sussiste un obbligo per l’assicuratore di ricercare e acquisire attivamente documenti da terzi per soddisfare la richiesta dell’assicurato.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Accesso agli Atti Assicurazione: Quali Documenti Puoi Chiedere?

Dopo un incidente stradale, ottenere la documentazione relativa al sinistro è un passo fondamentale per tutelare i propri diritti. Ma fino a dove si spinge l’obbligo della compagnia assicurativa di fornire tali documenti? Può un assicurato pretendere che la propria assicurazione si attivi per recuperare atti che non possiede, come la denuncia della controparte? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui confini del diritto di accesso agli atti assicurazione, delineando un principio chiaro: il diritto è limitato ai documenti già presenti nel fascicolo del sinistro.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Accesso Negata

Una donna, a seguito di un sinistro stradale, chiedeva alla propria compagnia assicurativa di fornirle la denuncia dell’incidente presentata dall’altro conducente coinvolto, assicurato con un’altra impresa. La compagnia forniva la perizia effettuata sui veicoli ma si rifiutava di acquisire e consegnare la denuncia della controparte, sostenendo di non averla in proprio possesso.

Il Giudice di Pace, in prima istanza, dava ragione alla danneggiata, ordinando alla compagnia di trasmettere il documento. Tuttavia, il Tribunale, in sede di appello, ribaltava la decisione, accogliendo le ragioni dell’assicurazione. La questione approdava così dinanzi alla Corte di Cassazione, chiamata a definire i limiti del diritto di accesso in materia assicurativa.

L’Analisi della Corte sul Diritto di Accesso agli Atti Assicurazione

La ricorrente basava le proprie argomentazioni su due punti principali: la presunta contraddittorietà della sentenza d’appello e la violazione degli obblighi di assistenza informativa che, a suo dire, imporrebbero alla compagnia di acquisire tutta la documentazione utile alla liquidazione del danno.

La Suprema Corte, nell’esaminare il caso, ha operato una distinzione fondamentale tra due contesti normativi:

1. La disciplina generale del diritto di accesso (art. 146 Codice delle Assicurazioni e D.M. 191/2008): Questa normativa garantisce ai contraenti e ai danneggiati il diritto di accedere agli atti relativi ai procedimenti di valutazione e liquidazione dei danni.
2. La disciplina speciale dell’indennizzo diretto (art. 9 D.P.R. 254/2006): Questa procedura prevede obblighi di assistenza informativa e tecnica molto più ampi per la compagnia, che agisce quasi come un consulente del proprio assicurato.

La Corte ha rilevato che nel corso del giudizio di merito non era mai stato chiarito se la controversia rientrasse o meno nella procedura di indennizzo diretto. Di conseguenza, il caso doveva essere valutato esclusivamente alla luce della disciplina generale.

Le Motivazioni della Decisione

Sulla base di questa premessa, la Cassazione ha rigettato il ricorso, enunciando un importante principio di diritto. Il diritto di accesso agli atti assicurazione, secondo le norme generali, è limitato a tutti gli atti che la compagnia abbia già in suo possesso e che siano contenuti nel fascicolo del sinistro.

Questo significa che l’assicurazione non è obbligata a:
* Svolgere nuove perizie o accertamenti tecnici su richiesta del danneggiato.
* Acquisire ulteriore documentazione da soggetti terzi (come la denuncia della controparte, se assicurata altrove).

L’obbligo della compagnia è quello di condurre la propria istruttoria e, sulla base degli atti raccolti, motivare l’eventuale offerta di risarcimento o il diniego. Se l’assicurato ritiene che l’istruttoria sia stata carente e che il diniego sia ingiustificato, la sua tutela non consiste nel forzare la compagnia ad acquisire altri documenti, ma nell’instaurare una causa di merito per ottenere il pagamento del dovuto. In quella sede, l’assenza di un’adeguata istruttoria da parte dell’assicuratore potrà essere valutata dal giudice.

La Corte ha inoltre chiarito che la “Convenzione Card”, un accordo privato tra compagnie per la gestione dei sinistri, non costituisce una norma di legge e non può fondare un vizio di legittimità della sentenza.

Le Conclusioni: Cosa Cambia per gli Assicurati

Questa ordinanza traccia una linea netta: il diritto di accesso non è uno strumento per costringere l’assicurazione a svolgere un’attività investigativa per conto dell’assicurato. È, invece, un diritto alla trasparenza sugli atti che la compagnia ha già raccolto e utilizzato per formulare la propria valutazione.

Per gli assicurati, questo significa che:
* È possibile richiedere e ottenere tutti i documenti che l’assicurazione ha nel proprio fascicolo (perizie, testimonianze raccolte, ecc.).
* Non è possibile pretendere che l’assicurazione si procuri documenti da terzi se non li ha già acquisiti di sua iniziativa.
* Se si ritiene che la compagnia abbia negato il risarcimento senza una valida istruttoria, la strada da percorrere è quella del giudizio ordinario per far valere il proprio diritto al risarcimento.

L’assicurazione è obbligata a procurarsi documenti che non ha già nel fascicolo del sinistro, come la denuncia della controparte?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto di accesso è limitato ai documenti già in possesso della compagnia e contenuti nel fascicolo del sinistro. L’assicuratore non ha l’obbligo di acquisire ulteriore documentazione da soggetti terzi.

Qual è la differenza tra il diritto di accesso generale e gli obblighi previsti dall’indennizzo diretto?
Il diritto di accesso generale (art. 146 Codice delle Assicurazioni) riguarda gli atti già raccolti dall’assicurazione. Gli obblighi dell’indennizzo diretto (art. 9 d.p.r. 254/2006) sono più ampi e prevedono un dovere di assistenza tecnica e informativa, ma si applicano solo a quella specifica e diversa procedura di risarcimento.

Cosa può fare l’assicurato se la compagnia nega l’indennizzo senza aver raccolto tutti i documenti necessari?
L’assicurato non può forzare la compagnia ad acquisire nuovi atti tramite una richiesta di accesso. Il suo rimedio è avviare una causa per ottenere il risarcimento del danno, durante la quale potrà contestare la carenza di motivazione o di istruttoria da parte dell’assicuratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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