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Abusivo riempimento: quando serve la querela di falso?

La Corte di Cassazione chiarisce la distinzione fondamentale in caso di abusivo riempimento di un foglio firmato in bianco. Se il riempimento avviene in assenza di accordi (‘sine pactis’), è necessaria la querela di falso per contestare il documento. Se invece viola un accordo esistente (‘contra pacta’), è sufficiente l’azione ordinaria. Nel caso specifico, il ricorso di un garante, che lamentava la trasformazione di una fideiussione specifica in una ‘omnibus’, è stato dichiarato inammissibile perché mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Abusivo riempimento: la Cassazione traccia la linea sulla querela di falso

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale nelle controversie bancarie: l’abusivo riempimento di un modulo di fideiussione firmato in bianco. Questa pratica, purtroppo diffusa, genera complesse questioni legali, in particolare riguardo agli strumenti processuali a disposizione del garante per difendersi. La Suprema Corte, con questa decisione, ribadisce un principio fondamentale: la scelta tra un’azione ordinaria e la più complessa querela di falso dipende dalla natura dell’accordo (o del non accordo) tra le parti.

I fatti del caso: da fideiussione specifica a garanzia omnibus

Una banca otteneva un decreto ingiuntivo contro una società e il suo garante personale per una somma derivante da uno scoperto di conto corrente. Il garante si opponeva, sostenendo che la fideiussione omnibus posta a base del decreto, datata 2010, era il risultato di un abusivo riempimento. A suo dire, nel 2009 aveva firmato un modulo in bianco per una garanzia specifica, legata a un singolo affare commerciale della società. La banca, a distanza di oltre un anno, avrebbe riempito quel modulo trasformandolo in una garanzia generale per tutti i debiti della società, apponendo una data diversa e un importo massimo di garanzia molto elevato.

La decisione della Corte d’Appello e l’onere dell’abusivo riempimento

La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, aveva accolto le ragioni della banca. I giudici di secondo grado avevano operato una distinzione cruciale:

Riempimento contra pacta*: si verifica quando esiste un accordo tra le parti sul modo in cui il documento deve essere riempito, ma il creditore lo completa violando tale accordo. In questo caso, il debitore può contestare il contenuto con i mezzi probatori ordinari.
Riempimento absque pactis (o sine pactis*): avviene quando il documento viene riempito in totale assenza di un preventivo accordo sul suo contenuto. In questa ipotesi, secondo la Corte, si configura una falsità materiale del documento, che può essere contestata solo attraverso lo strumento della querela di falso.

Nel caso di specie, la Corte territoriale aveva ritenuto che le contestazioni del garante configurassero un’ipotesi di riempimento absque pactis, poiché egli negava l’esistenza di qualsiasi accordo per la sottoscrizione di una fideiussione omnibus nel 2010. Di conseguenza, in assenza di una querela di falso, il documento era da considerarsi valido ed efficace.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili tutti i motivi di ricorso presentati dal garante. Gli Ermellini hanno chiarito che il ricorso, pur denunciando formalmente violazioni di legge, mirava in realtà a ottenere una nuova e diversa valutazione dei fatti e delle prove, attività preclusa nel giudizio di legittimità. Il compito della Cassazione non è riesaminare il merito della causa, ma solo controllare la correttezza logica e giuridica della decisione impugnata.

La Corte ha ribadito il principio secondo cui la denunzia di abusivo riempimento di un foglio firmato in bianco richiede la proposizione della querela di falso tutte le volte in cui si sostiene che il riempimento sia avvenuto absque pactis. Ciò che rileva ai fini della querela è che il riempitore non fosse autorizzato a riempire il documento in quel modo, a prescindere dal fatto che egli miri a collegare il documento a un’operazione economica diversa da quella originariamente prevista. Le censure del ricorrente, quindi, si limitavano a contrapporre una propria versione dei fatti a quella, logicamente motivata, accertata dai giudici di merito. La motivazione della sentenza d’appello è stata giudicata sufficientemente elaborata e chiara, priva di apparenti contraddizioni.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Per chi firma un documento in bianco, è fondamentale comprendere le conseguenze della propria azione e i rimedi legali disponibili. La decisione sottolinea che la strategia difensiva deve essere calibrata con precisione: se si contesta la violazione di un accordo specifico sul riempimento, si procederà in via ordinaria; se, invece, si nega l’esistenza stessa di un accordo che autorizzi quel riempimento, la strada obbligata è quella, più onerosa e complessa, della querela di falso. La mancata proposizione di tale strumento processuale, quando necessario, può compromettere irrimediabilmente la difesa del garante.

Qual è la differenza tra riempimento di un foglio in bianco ‘contra pacta’ e ‘absque pactis’?
Il riempimento ‘contra pacta’ avviene quando il documento viene completato in violazione di un accordo preesistente sul suo contenuto. Il riempimento ‘absque pactis’ (o ‘sine pactis’) si verifica quando il documento viene completato in totale assenza di un accordo che autorizzi il riempitore.

Quando è necessario proporre una querela di falso per contestare un documento firmato in bianco?
Secondo la Corte, è necessario proporre la querela di falso quando si sostiene che il riempimento del foglio in bianco sia avvenuto ‘absque pactis’, cioè in assenza di qualsiasi accordo che autorizzasse il riempitore a inserire quel contenuto. Questo tipo di riempimento è considerato una forma di falsità materiale del documento.

Cosa ha stabilito la Corte di Cassazione riguardo al tentativo del ricorrente di ridiscutere la valutazione delle prove?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, affermando che i motivi presentati miravano a una rivalutazione dei fatti e delle prove già esaminati dal giudice di merito. Questo tipo di attività è preclusa in sede di legittimità, dove la Corte può solo controllare la correttezza logico-giuridica della decisione impugnata, non riesaminare il merito della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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