LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

24 CFU abilitazione: non bastano per la II fascia

La Corte di Cassazione ha stabilito che il possesso di una laurea e dei 24 CFU non è sufficiente per l’inserimento nella seconda fascia delle graduatorie di istituto. Questa pronuncia chiarisce la distinzione fondamentale tra i requisiti di accesso al concorso per docenti e la vera e propria abilitazione all’insegnamento. La Corte ha accolto il ricorso del Ministero dell’Istruzione, annullando la precedente decisione della Corte d’Appello e respingendo la domanda dell’aspirante docente, che deve quindi essere inserito in terza fascia. La sentenza sottolinea che l’abilitazione si consegue solo superando il concorso, non semplicemente possedendone i titoli di ammissione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

24 CFU Abilitazione: La Cassazione Mette un Punto Fermo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo fine a un lungo dibattito nel mondo della scuola, chiarendo definitivamente il valore dei 24 CFU per l’accesso all’insegnamento. La questione centrale era se il possesso della laurea, unito a questi crediti formativi, potesse essere considerato equivalente a una vera e propria 24 CFU abilitazione. La risposta dei giudici è stata un netto no, tracciando una linea invalicabile tra i requisiti di ammissione ai concorsi e il titolo abilitante vero e proprio.

I Fatti del Caso: Il Percorso di un Aspirante Docente

La vicenda ha origine dalla domanda di un aspirante insegnante in possesso di una laurea in ingegneria elettronica e dei 24 CFU in materie psico-antropedagogiche. L’insegnante aveva chiesto di essere inserito nella seconda fascia delle graduatorie di circolo e di istituto, riservata ai docenti abilitati, per l’anno scolastico 2018/2019.

Inizialmente, il Tribunale di primo grado aveva respinto la sua richiesta. Tuttavia, la Corte d’Appello di Ancona aveva ribaltato la decisione, accogliendo le ragioni del docente e affermando che il possesso congiunto di laurea e 24 CFU dovesse essere equiparato all’abilitazione, garantendogli così l’accesso alla seconda fascia. Contro questa sentenza, il Ministero dell’Istruzione ha proposto ricorso in Cassazione.

L’Equivoco sulla 24 CFU Abilitazione: L’Errore della Corte d’Appello

Il cuore del problema risiedeva nell’errata interpretazione della normativa da parte della Corte territoriale. I giudici d’appello avevano valorizzato l’art. 5 del D.Lgs. 59/2017, che elenca i requisiti per partecipare ai concorsi per docenti, tra cui appunto laurea e 24 CFU. Da questa norma, avevano desunto un’equiparazione totale tra questi requisiti e l’abilitazione, estendendone gli effetti anche all’inserimento nelle graduatorie per le supplenze. Questo ragionamento, secondo la Cassazione, confondeva il punto di partenza (l’accesso al concorso) con il punto di arrivo (l’ottenimento dell’abilitazione).

La Decisione della Corte di Cassazione e il Quadro Normativo

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Ministero, cassando la sentenza d’appello e decidendo nel merito con il rigetto definitivo della domanda del docente. La decisione si fonda su un principio cardine: la distinzione ontologica tra ‘titolo di studio’ e ‘titolo di abilitazione’.

Il ‘titolo di studio’ (la laurea) attesta la conoscenza di una disciplina, mentre il ‘titolo di abilitazione’ certifica l’idoneità professionale all’insegnamento. La normativa, in particolare il D.Lgs. 59/2017, è chiara: il possesso della laurea e dei 24 CFU costituisce unicamente il titolo per poter partecipare al concorso. L’abilitazione, invece, si acquisisce solo con il superamento di tutte le prove del concorso stesso.

Le Motivazioni della Sentenza

La Cassazione ha ribadito un orientamento già consolidato in altre pronunce (come la Cass. n. 7084/2024), fondando la propria decisione su diverse argomentazioni:

1. Diversità Ontologica: Esiste una differenza fondamentale e non superabile tra i requisiti per partecipare a una procedura selettiva e la qualifica professionale che si ottiene al termine di essa. I 24 CFU sono un requisito di ammissione, non un’abilitazione.
2. Normativa sulle Graduatorie: Le norme che regolano le graduatorie di istituto (come il D.M. 131/2007) prevedono esplicitamente che nella seconda fascia vengano inseriti i soli aspiranti titolari di abilitazione. Non è prevista alcuna equiparazione per chi possiede solo i requisiti di accesso al concorso.
3. Chiarezza del Legislatore: Lo stesso D.Lgs. 59/2017 (nel testo applicabile ratione temporis) specifica al comma 4-ter che ‘il superamento di tutte le prove concorsuali […] costituisce abilitazione all’insegnamento’. Questa precisazione esclude che l’abilitazione possa considerarsi ottenuta prima e a prescindere dal superamento del concorso.

In sostanza, la Corte territoriale ha errato nel ritenere che le modifiche legislative che hanno introdotto i 24 CFU come requisito concorsuale avessero implicitamente equiparato tale requisito all’abilitazione a tutti gli effetti, inclusa la formazione delle graduatorie per le supplenze.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta un punto fermo e chiarisce in modo inequivocabile la gerarchia dei titoli nel mondo della scuola. Per gli aspiranti docenti, il messaggio è chiaro: la laurea e i 24 CFU sono un passo necessario, ma rappresentano solo la chiave per accedere alla porta del concorso. L’abilitazione all’insegnamento, con tutti i diritti che ne conseguono, come l’inserimento nella seconda fascia delle graduatorie, si ottiene solo dopo aver varcato quella soglia e aver superato con successo l’intero percorso concorsuale. Gli aspiranti docenti in possesso di laurea e 24 CFU devono quindi essere collocati nella terza fascia delle graduatorie, in attesa di ottenere la piena abilitazione.

Il possesso della laurea e dei 24 CFU equivale a un’abilitazione all’insegnamento?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che esiste una differenza sostanziale. La laurea e i 24 CFU sono solo requisiti per accedere al concorso, mentre l’abilitazione si ottiene unicamente con il superamento di tutte le prove concorsuali.

Un laureato con 24 CFU ha diritto all’inserimento nella seconda fascia delle graduatorie di istituto?
No. Secondo la sentenza, la seconda fascia è riservata ai docenti in possesso di una specifica abilitazione. I laureati con 24 CFU, non essendo considerati abilitati, devono essere inseriti nella terza fascia delle graduatorie.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello?
La Corte di Cassazione ha annullato la decisione perché la Corte d’Appello ha erroneamente equiparato i requisiti di accesso al concorso (laurea + 24 CFU) con il titolo di abilitazione vero e proprio, confondendo due concetti che la normativa e la giurisprudenza tengono ben distinti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati