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Diritto Immobiliare

Assegnazione casa coniugale: quando decade il diritto

Una società acquista un immobile all’asta, gravato da un provvedimento di assegnazione della casa coniugale a favore della precedente proprietaria e del figlio. Il Tribunale, pur riconoscendo l’opponibilità iniziale del provvedimento, ha stabilito la cessazione del diritto. La decisione si fonda sul principio di autoresponsabilità del figlio, ormai maggiorenne da anni e con un percorso di studi concluso, ritenendo che il suo interesse a permanere nell’immobile sia recessivo rispetto al diritto di proprietà del terzo acquirente, che ha subito il vincolo per quasi sedici anni.

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Morosità conduttore: quando è risolto il contratto

Una sentenza del Tribunale di Bergamo ha stabilito la risoluzione di un contratto di locazione commerciale per morosità del conduttore. Il conduttore aveva sospeso il pagamento dei canoni sostenendo di aver effettuato lavori di ristrutturazione necessari. Il Giudice ha ritenuto l’inadempimento grave e ingiustificato, poiché il conduttore non ha fornito prove sufficienti né sulla necessità dei lavori né su un presunto accordo con il locatore. La decisione sottolinea l’importanza dell’onere della prova e il peso delle clausole contrattuali che vietano la sospensione dei pagamenti.

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Efficacia riflessa sentenza: Stop all'esecuzione

Un Tribunale ha bloccato una procedura di esecuzione immobiliare promossa da un istituto di credito. La decisione si fonda sul principio dell’efficacia riflessa di una sentenza non ancora definitiva, emessa in un’altra causa tra le parti. Tale sentenza, pur essendo in attesa di appello, ha costituito prova sufficiente per dimostrare l’insussistenza del diritto della banca a procedere con il pignoramento, in quanto il suo credito era stato di fatto azzerato dall’accertamento di addebiti illegittimi su un conto corrente. Il giudice ha quindi accolto l’opposizione dei debitori, pur rigettando le loro domande sulla nullità del contratto di mutuo e sulla compensazione formale dei crediti.

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Divieto casa vacanza: il regolamento può prevalere?

Una sentenza della Corte di Appello di Roma ha confermato il divieto di destinare un appartamento a casa vacanza, in base a un regolamento condominiale del 1975. La Corte ha stabilito che la clausola che vietava attività di ‘albergo e locanda’ deve essere interpretata estensivamente, includendo anche le moderne forme di ospitalità extra-alberghiera. Secondo i giudici, l’intento originario del regolamento era quello di precludere qualsiasi attività che comportasse l’alloggio temporaneo a terzi dietro corrispettivo, in quanto potenziale fonte di disturbo. La decisione sottolinea come i regolamenti di natura contrattuale, se correttamente trascritti, siano pienamente vincolanti per tutti i condomini, anche per i successivi acquirenti.

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Indennità di occupazione: condanna e calcolo del danno

Il Tribunale di Bergamo ha condannato un soggetto, rimasto contumace, al rilascio di un immobile e al pagamento di un debito residuo di 2.800 €. La decisione stabilisce anche il versamento di una indennità di occupazione mensile di 225 € per il periodo successivo alla data fissata per il rilascio, fino all’effettiva riconsegna. La sentenza chiarisce i criteri per la condanna al pagamento di somme future e le condizioni per l’esclusione di interessi e rivalutazione monetaria.

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Prorogatio imperii amministratore: chi convoca?

La sentenza del Tribunale di Venezia, n. 3045/2024, analizza il principio di prorogatio imperii dell’amministratore di condominio. Il caso riguarda l’impugnazione di una delibera assembleare convocata da alcuni condomini dopo le dimissioni dell’amministratore. Il Tribunale ha annullato la delibera, chiarendo che l’amministratore dimissionario conserva pieni poteri, inclusa la convocazione dell’assemblea, fino alla sua effettiva sostituzione. La facoltà dei condomini di auto-convocarsi è limitata alla sola ipotesi di ‘mancanza’ totale dell’amministratore, non alla semplice cessazione dall’incarico.

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Agevolazioni prima casa: la data di fine lavori

Con la sentenza n. 34573 del 30/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. V, ha stabilito un principio cruciale per le agevolazioni prima casa. Il caso riguardava la revoca del beneficio IVA al 4% a una contribuente per non aver ultimato i lavori entro tre anni. La Corte ha chiarito che il termine di decadenza per l’accertamento fiscale non decorre dalla data dell’atto di acquisto, ma dalla data di effettiva ultimazione dei lavori, attestata formalmente (es. con la dichiarazione per l’accatastamento). La prova di tale ultimazione spetta al contribuente.

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Responsabilità custode: risarcimento per caduta su buca

La sentenza del Tribunale di Ancona, n. 1191/2025, affronta il tema della responsabilità custode di un Comune per la caduta di una cittadina a causa di una buca stradale. Pur riconoscendo la responsabilità dell’ente ex art. 2051 c.c., il giudice ha ridotto il risarcimento di 1/3, ravvisando un concorso di colpa della danneggiata per non aver prestato la dovuta attenzione a un’insidia prevedibile.

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Azione revocatoria: vendita immobile tra familiari

La Corte d’Appello di Brescia, con sentenza n. 926/2018, conferma la revoca di una vendita immobiliare tra madre e figlia. La decisione si fonda sulla prova dei requisiti dell’azione revocatoria: il pregiudizio per il creditore (eventus damni), dato dal prezzo incongruo e dalla minor appetibilità del bene acquistato in sostituzione, e la consapevolezza del danno (scientia damni) in capo alla figlia, provata tramite presunzioni come il legame familiare e la conoscenza della situazione debitoria della madre.

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Mutuo condizionato: sì al pignoramento immobiliare

Con la sentenza del 01/07/2025 (R.G. 580/2025), il Tribunale di Ancona ha rigettato l’opposizione di un debitore, confermando che un contratto di mutuo condizionato costituisce titolo esecutivo valido per avviare un pignoramento. La decisione si allinea al principio stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (sent. n. 5968/2025), secondo cui non è necessario un ulteriore atto notarile per attestare lo svincolo delle somme, essendo sufficiente la messa a disposizione del denaro e l’obbligo di restituzione.

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Spese custodia pignoramento: come opporsi?

La Cassazione Civile, con la sentenza n. 34751/2019, chiarisce i rimedi per contestare la liquidazione delle spese custodia pignoramento. Un creditore si era opposto, ai sensi dell’art. 170 T.U. Spese di Giustizia, al provvedimento che gli addebitava i costi del custode, sostenendo dovessero gravare sul debitore. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che tale strumento serve solo a contestare il ‘quantum’ (l’importo), non il soggetto obbligato. Per quest’ultima questione, lo strumento corretto è l’opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.).

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Patrimonio disponibile: no al canone unico per TLC

Il Tribunale di Ancona (sent. del 04/07/2025, R.G. 5277/2024) stabilisce che il canone unico non si applica ai contratti di locazione di beni del patrimonio disponibile comunale, anche se usati per servizi di telecomunicazione. La natura privatistica del rapporto prevale, rendendo legittimo il canone di locazione pattuito.

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Annullamento parziale delibere condominiali

La sentenza conferma il principio per cui il rendiconto condominiale deve riflettere la situazione debitoria e creditoria effettiva, con la conseguenza che l’erronea imputazione di un debito comporta l’invalidità della delibera di approvazione.

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Risoluzione compravendita per amianto e agibilità

La presenza di amianto in un immobile venduto non comporta automaticamente la risoluzione del contratto per aliud pro alio, specie se la presenza era conoscibile. Tuttavia, l’acquirente può agire per vizi occulti o mancanza di qualità promesse, con onere di dimostrare la non conoscibilità del vizio. La responsabilità del venditore sussiste anche se l’immobile è antecedente alla normativa sull’amianto, se la presenza del materiale lo rende inidoneo all’uso o ne diminuisce il valore.

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Risarcimento danni da infiltrazioni da lastrico solare

Il condominio è responsabile dei danni causati da infiltrazioni provenienti da parti comuni dell’edificio. La responsabilità ex art. 2051 c.c. si configura anche in caso di omessa custodia del bene comune da parte dell’amministratore. Il condomino danneggiato ha diritto al risarcimento dei danni subiti.

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Recesso anticipato dal contratto di locazione

La Corte ha stabilito che in un contratto di locazione ad uso diverso dall’abitativo, le parti possono liberamente concordare le modalità del recesso anticipato, anche in assenza di gravi motivi. In questo caso, il conduttore è tenuto a rispettare il preavviso concordato nel contratto per esercitare il recesso anticipato, indipendentemente dalla presenza o meno di gravi motivi.

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Appello per difetto di prova del patto di prelazione

La sentenza ribadisce il principio secondo cui il diritto di prelazione immobiliare richiede la forma scritta e che spetta al beneficiario dimostrare l’esistenza del patto. Nel caso di specie, l’attore non ha fornito prove sufficienti a dimostrare l’esistenza di un accordo di prelazione sull’immobile oggetto di causa.

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Nullità contratto preliminare di permuta

In tema di permuta di cosa presente con cosa futura, la Corte d’Appello ha ribadito il principio per cui l’oggetto del contratto deve essere determinato o determinabile. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che il contratto di permuta fosse nullo per indeterminatezza dell’oggetto, in quanto non era possibile individuare gli immobili oggetto della permuta. La Corte ha altresì precisato che, in caso di nullità del contratto, il giudice può disporre la restituzione di quanto pagato in esecuzione dello stesso, anche in assenza di una specifica domanda di restituzione dell’indebito.

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Sottoscrizioni scrittura privata e compravendita immobiliare

Il caso analizza la validità di una scrittura privata di compravendita immobiliare, confermando la regola secondo cui l’interesse della parte alla trascrizione del contratto non può essere tutelato con l’azione di esecuzione specifica prevista per i contratti preliminari (art. 2932 c.c.), ma solo con l’accertamento dell’autenticità delle sottoscrizioni. La sentenza chiarisce inoltre che, in tema di simulazione relativa, la confessione non può supplire alla mancanza della controdichiarazione scritta.

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Azione revocatoria spese legali: quando sorge il credito

Un’analisi della sentenza della Corte d’Appello di Trieste sull’inammissibilità dell’azione revocatoria per spese legali prima della sentenza di condanna. Il caso chiarisce che il credito per le spese di lite sorge solo con la pronuncia del giudice, rendendo inefficace un’azione revocatoria su atti di disposizione anteriori a tale momento.

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