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Diritto Fallimentare

Fondo di Garanzia INPS: quando non paga le retribuzioni

Con la sentenza n. 34462/2019, la Cassazione Civile, Sez. Lavoro, ha stabilito che il Fondo di Garanzia INPS non è tenuto a corrispondere le ultime retribuzioni se il rapporto di lavoro del dipendente prosegue con la procedura di amministrazione straordinaria del datore di lavoro. La Corte ha chiarito che la funzione del Fondo è di natura previdenziale, per sostenere il reddito perso a causa della cessazione del rapporto, e non per recuperare crediti quando l’attività lavorativa continua. Il ricorso dell’INPS è stato quindi accolto, cassando la precedente decisione di merito.

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Prescrizione crediti tributari: la giurisdizione

La sentenza Cass. Civ., Sez. U, n. 34447 del 24/12/2019 risolve un contrasto sulla giurisdizione in materia di prescrizione crediti tributari. Il caso riguarda un’opposizione allo stato passivo fallimentare in cui la curatela eccepiva la prescrizione di debiti erariali maturata dopo la notifica della cartella di pagamento. Le Sezioni Unite stabiliscono che la giurisdizione appartiene al giudice ordinario (e quindi al giudice fallimentare), e non a quello tributario. La notifica della cartella segna il discrimine: le questioni successive, come la prescrizione, attengono alla fase esecutiva e sono di competenza del giudice ordinario, garantendo piena tutela al debitore.

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Liquidazione giudiziale: quando si apre la procedura

Il Tribunale di Ancona, con sentenza del 01/07/2025 nel caso R.G. 52-1/2025, ha dichiarato aperta la procedura di liquidazione giudiziale nei confronti di una ditta individuale. La decisione si fonda sullo stato di insolvenza dell’impresa, evidenziato da ingenti debiti verso ex dipendenti, fisco e enti previdenziali, e sulla mancata costituzione in giudizio della debitrice, che non ha così assolto all’onere di provare la sussistenza dei requisiti dimensionali per evitare la procedura.

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Liquidazione giudiziale: quando si presume l'insolvenza

Il Tribunale di Ancona (Sentenza 62/2025 del 01/07/2025) ha aperto la liquidazione giudiziale di una S.R.L.S. su ricorso di due creditori. La decisione si fonda sulla presunzione di superamento dei limiti dimensionali (art. 2 CCII), dato il mancato deposito dei bilanci dal 2014, e sullo stato di insolvenza conclamato, con debiti per oltre 400.000 euro verso dipendenti, fisco e enti previdenziali, superando la soglia di cui all’art. 49 CCII.

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Reclamo contro sentenza apertura liquidazione giudiziale

La sentenza conferma la validità della notifica del ricorso di liquidazione giudiziale anche in caso di irreperibilità del debitore presso la sede legale, purché siano state effettuate le ricerche previste dalla legge. Inoltre, si ribadisce l’onere della prova a carico del debitore circa la sussistenza dei requisiti dimensionali per l’esenzione dalla liquidazione giudiziale in caso di impresa minore.

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L'azione revocatoria ordinaria nelle società di persone

L’ordinanza n. 11296 del 2025 rappresenta un importante contributo alla definizione dei presupposti dell’azione revocatoria ordinaria nelle società di persone, fornendo criteri chiari per l’accertamento dell’eventus damni e precisando la distribuzione dell’onere probatorio nel contesto concorsuale. La decisione evidenzia l’importanza di una valutazione specifica del patrimonio dei soci illimitatamente responsabili, superando approcci meramente formalistici in favore di un’analisi sostanziale della situazione patrimoniale complessiva.

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Insolvenza come incapacità di far fronte alle obbligazioni

La sentenza definisce l’insolvenza come incapacità di far fronte alle obbligazioni con il proprio patrimonio. Il Tribunale, verificati i presupposti di legge, dichiara l’apertura della liquidazione giudiziale.

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Liquidazione giudiziale: quando si apre la procedura?

Con la sentenza del 19/05/2025, il Tribunale di Verona, Sezione Procedure Concorsuali, ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale nei confronti di una società commerciale. La decisione scaturisce dal ricorso di un creditore per un debito di quasi 900 mila euro. Il Tribunale ha accertato lo stato di insolvenza della società, basandosi su prove quali il mancato deposito dei bilanci, l’ingente debito fiscale e l’esito infruttuoso dei pignoramenti. La sentenza conferma che la presenza di questi elementi, unita al superamento delle soglie di legge, costituisce presupposto sufficiente per avviare la procedura di liquidazione giudiziale.

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Cancellazione della società e fallimento

La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine annuale per la dichiarazione di fallimento decorre dalla cancellazione della società dal Registro delle Imprese e che il decreto della Corte d’Appello deve intervenire entro tale termine.

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Conferma misure protettive in concordato semplificato

Il provvedimento conferma l’automatica applicazione delle misure protettive a seguito della pubblicazione della domanda di concordato e ne fissa la durata, in conformità alla disciplina del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

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Esdebitazione e colpa grave nel sovraindebitamento

La Corte d’Appello conferma il rigetto del ricorso di un debitore che chiedeva l’esdebitazione. La decisione si basa sulla valutazione della sua condotta, considerata gravemente colposa per aver assunto obbligazioni sproporzionate rispetto alle sue reali capacità economiche, anche in assenza di dolo o frode. La sentenza ribadisce che la concessione del beneficio dell’esdebitazione presuppone che il sovraindebitamento non sia imputabile a colpa grave del debitore e che l’assunzione di debiti per motivi voluttuari, come la ristrutturazione di un immobile altrui in un contesto di già precaria situazione finanziaria, è indice di colpa grave. Inoltre, la Corte ribadisce che la diligenza richiesta al debitore nell’assumere obbligazioni permane anche qualora gli enti finanziatori erogassero il finanziamento in violazione delle norme sul merito creditizio.

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Concordato minore e omessa comunicazione ai creditori

La sentenza afferma il principio secondo cui la modifica sostanziale di una proposta di concordato minore, successiva alla sua presentazione, richiede la necessaria comunicazione ai creditori. L’omissione di tale comunicazione comporta la violazione del principio del contraddittorio e determina la revoca dell’omologa del concordato.

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Apertura della liquidazione giudiziale

La sentenza affronta il tema della competenza territoriale in caso di spostamento della sede legale e chiarisce i presupposti per la dichiarazione di fallimento, in particolare lo stato di insolvenza e l’insufficienza dell’attivo a soddisfare i creditori.

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Sentenza dichiarativa di liquidazione giudiziale

La sentenza affronta il tema della legittimazione attiva del creditore, dell’inefficacia degli atti del falsus procurator, dei requisiti dell’impresa minore e dello stato di insolvenza. Il Tribunale, sulla base dei presupposti normativi, dichiara il fallimento della società.

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Reclamo contro la sentenza di liquidazione giudiziale

La sentenza conferma la sussistenza dei presupposti oggettivi e soggettivi per la dichiarazione di liquidazione giudiziale in caso di crisi irreversibile e incapacità di far fronte alle proprie obbligazioni con regolarità.

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Reclamo contro sentenza di liquidazione giudiziale

La sentenza si basa sul principio per cui la sussistenza dei requisiti per la dichiarazione di fallimento (stato di insolvenza e superamento della soglia di fallibilità) grava sull’imprenditore. La Corte ha ritenuto che la documentazione presentata non fosse sufficiente a dimostrare il possesso congiunto dei requisiti per la non fallibilità, confermando la sentenza impugnata.

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Integrazione documentazione per sovraindebitamento

Il Giudice, in materia di sovraindebitamento, sottolinea la necessità di una completa e trasparente rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria del debitore. Ciò al fine di valutare la sussistenza dei presupposti per l’accesso alla procedura e la fattibilità del piano di rientro.

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Apertura Liquidazione Controllata Patrimonio

La sentenza dichiara l’apertura della liquidazione controllata del patrimonio del debitore, individuando gli organi della procedura e stabilendo le modalità di ripartizione dell’attivo. Viene inoltre determinata la quota di reddito non aggredibile destinata al mantenimento del nucleo familiare.

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Sentenza dichiarativa di apertura della liquidazione giudiziale

Il Tribunale, verificata la sussistenza dei presupposti di legge, dichiara l’apertura della liquidazione giudiziale di una società a causa del suo stato di insolvenza, desunto da una serie di fattori tra cui l’incapacità di far fronte ai propri debiti.

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Rigettata omologa di concordato preventivo

Il Tribunale ha stabilito che il piano di concordato preventivo non era idoneo in quanto non dimostrava la capacità dell’azienda di superare l’insolvenza. Inoltre, la proposta di distribuzione del valore di liquidazione non rispettava l’ordine delle cause legittime di prelazione. La sentenza evidenzia l’importanza di un piano concordatario solido e sostenibile per ottenere l’omologa del Tribunale.

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